lunedì 30 dicembre 2013

l'evoluzione del linguaggio


Il linguaggio, si sa, è in continuo movimento: ogni anno si arricchisce di centinaia di vocaboli, mentre altre centinaia muoiono e altre migliaia, invece, continuano a esistere con fortune alterne, alcuni sempre in auge, altri poco usati e altri ancora vicini all’estinzione.
La vita dei vocaboli, in questo, somiglia alla vita delle persone nelle varie società: vi è chi nasce, chi muore, chi entra spavaldamente nell’agone della vita e chi, deluso, se ne ritira; vi è chi, ritenendosi ormai spacciato, rinasce grazie a un caso fortuito e chi, pur sentendosi invincibile, non si accorge di essere vicino alla fine.
Dei vocaboli che languono o che muoiono non si sa chi sia l’artefice delle loro disgrazie: semplicemente, non essendo più usati, prima continuano a esistere nei vocabolari con l’aggiunta “arcaico”, che sarebbe come dire che gli è stata somministrata l’estrema unzione in attesa della dipartita.
Diverso è il discorso per i vocaboli neonati e per quelli che, dopo momenti difficili, hanno ritrovato lo smalto dei giorni migliori: ciò avviene per una serie di circostante che possono essere le più variegate, come l’utilizzo in cronaca giornalistica, in letteratura, su facebook, su twitter e, soprattutto, in TV.
La televisione, in particolare, costituisce un veicolo di straordinaria rapidità nella nascita e rinascita di parole per la lingua italiana.
Prima del suo avvento una parola, per arrivare all’onore del vocabolario, aveva anni, e a volte decenni, di gavetta da fare nei cortili, nei bar, nei congressi, sulla carta stampata, sui libri, mentre oggi sono sufficienti pochi, o anche pochissimi, passaggi in televisione per entrare nel vocabolario o per rinascere.
Questo fenomeno avviene, talvolta, non proprio ad opera di accademici della Crusca, senza che ciò gli impedisca di incidere sul nostro linguaggio.
Facciamo alcuni esempi.

 
Inciucio
Questa parola non aveva l’onore del vocabolario, infatti il Devoto-Oli del 1971 non lo riportava.
Lo riporta invece il Sabatini-Colletti del 1997, dicendo che è un termine derivante dal dialetto siciliano.
Ma come mai è entrato nel vocabolario? Vi è entrato per un fatto semplicissimo.
Massimo d’Alema, in un’intervista televisiva, usò la parola inciucio per intendere imbroglio e, quel giorno, nacque la fortuna del vocabolo.

Discontinuità
Questa parola aveva da centinaia d’anni l’onore del vocabolario, ma non era molto usata e, quando accadeva, lo era in senso negativo, nel senso di irregolarità, interruzione, scarsa omogeneità, assenza di sicurezza.
Fino al giorno in cui venne pronunciata, anch’essa in un’intervista televisiva, da tale Giuseppe Follini, detto Marco, il quale disse che il governo (di cui faceva parte) doveva dare un segnale di discontinuità per funzionare bene.
Da quel giorno rinacque la fortuna del vocabolo che, nell’occasione, perdette anche la sua connotazione negativa perché usato, quasi sempre, nel senso di critica a un governo che era guidato da Berlusconi.

Che c’azzecca
Il verbo azzeccare, ovvero colpire, centrare, è sul vocabolario da secoli, ma il suo uso è stato rinverdito, anche in questo caso per merito della televisione, grazie alle riprese di spezzoni di processi condotti da un PM che diventerà famoso: Antonio di Pietro.
In questi processi egli usava spesso il modo di dire del suo paese “che ci azzecca?”, che sta, credo, per “cosa c’entra?” ma potrebbe anche voler dire “colpisco nel segno se dico che?”.
Dopo i processi, quel modo di dire imperversò, e i giornalisti riuscirono in un duplice risultato: introdurre nell’uso comune un’espressione dialettale e scriverla in modo errato. Infatti, da allora, si legge l’espressione “che c’azzecca” che, secondo la nostra grammatica, si pronuncia non “che ciazzecca”, ma “che cazzecca”.

Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come i nostri vocabolari siano soggetti a mutamenti che chiunque può introdurre: è perciò lecito sognare di potere dare a una parola o a un’espressione, usate da noi o da una persona cara, il blasone del vocabolario: c'è riuscito perfino Di Pietro!

sabato 28 dicembre 2013

zanzare 7



La televisione privata è, giustamente, criticata perché abbassa il livello culturale delle persone, mentre quella pubblica svolge una missione elevatrice del suddetto livello.
Ciò si nota specialmente nei giochi a quiz, per partecipare ai quali occorre superare un preesame difficilissimo, come dimostrano le seguenti risposte udite su Rai 1.


DOMANDA
Come era soprannominato il Feldmaresciallo Erwin Rommel?
RISPOSTA
La pantera di Goro

DOMANDA
Garibaldi è passato alla Storia come l’eroe dei due mondi: di quali mondi si trattava?
RISPOSTA
Asia e Africa

DOMANDA
In che anno Adolf Hitler venne eletto Cancelliere in Germania?
RISPOSTA
Nel 1964

Speriamo che la RAI viva a lungo ma se, un giorno, non potesse più svolgere la sua missione, per la nostra cultura sarebbe un giorno di lutto!

domenica 22 dicembre 2013

p 190 governicchio?

Dal blog dell'Eco del Panaro traggo la lettura che Pier Luigi Garagnani fa dell'attuale, delicata situazione politica.

sabato 21 dicembre 2013

realtà e fantasia


E’ stato difficile, per alcune generazioni, adeguarsi alla rapidità con cui l’evolversi della scienza modificava la loro vita, quasi sempre in meglio ma, si sa, i cambiamenti costano anche quando sono utili.
All’inizio dell’800 la vita scorreva come nel Medio Evo: per trasportare qualcuno o qualcosa occorreva il cavallo, per comunicare occorreva affidarsi alla Poste Regie e, nel caso vi fosse fretta, occorreva un piccione viaggiatore.
Poi, alcune scoperte lasciarono di sasso la gente: prima il treno trascinato dalla locomtiva, quella che Zola chiamerà, in un celebre romanzo, la bête humaine, poi il telegrafo, il telefono e, infine, l’automobile.
Mah, dove andremo a finire?” si chiedeva molta gente, anche se l’utilizzo delle suddette “scoperte” era talmente limitato che la maggioranza della gente continuava a vivere come se non ci fossero state.
Poi è arrivato il XX secolo che si è distinto, oltre che per guerre e ideologie al potere, per le scoperte tecnologiche: dalla candela alle lampade alogene, dalla carta stampata alla radio, dal piombo dei caratteri al PDF, dalla legna al gas metano, dalla tinozza alla Jacuzzi, dalla radio alla televisione, dal treno all’aereo, dal pennino al computer e, infine, è arrivato internet, con le notizie che circolano in tempo reale in tutte le case del mondo nelle quali vi sia un computer.
Inoltre, la moderna tecnologia informatica consente di modificare le foto, tanto che le immagini che ritraggono una persona possono essere migliorate o peggiorate a piacimento dell’autore, e ciò introduce un notevole tasso di virtualità in ciò che vediamo.
Tuttavia, la notizia è recente, il citato tasso di virtualità sta per subire un’impennata: verranno introdotte corse di cavalli totalmente virtuali, predisposte dal computer.
Non esisteranno i cavalli, né i loro proprietari, né gli stallieri, né gli allenatori, né i guidatori e nemmeno gli spettatori dell’ippodromo virtuale: tutto finto.
Mi ricordo che, all’avvento del computer, qualcuno storceva il naso dicendo che l’uomo, affidando sempre maggiori mansioni al computer, rischiava di trasformare quello che doveva essere un aiuto in una sudditanza che poteva diventare anche schiavitù.
Ebbene, l’ippica virtuale è un passo da gigante verso un mondo nel quale i contorni fra realtà e fantasia sono sempre meno netti.
Speriamo di non fare la fine del giardiniere del film “Oltre il giardino”, interpretato da Peter Sellers, che crede che la realtà risieda nella TV e, minacciato da un malvivente, cerca di annientarlo premendo il pulsante del telecomando.

giovedì 12 dicembre 2013

abu omar


Abu Omar, un signore di nazionalità egiziana, era l’imam di Milano e approfittò della sua veste di predicatore per reclutare combattenti da utilizzare nella guerra santa contro l’Occidente: per questo dovrà scontare 6 anni di galera. Così ha stabilito la Corte d’Appello di Milano il 6 dicembre scorso.
Tuttavia Abu Omar è in Egitto, suo paese d’origine, dal febbraio del 2003, allorchè un commando dei servizi segreti americani, coadiuvato dai servizi segreti italiani, lo aveva arrestato e spedito a casa.
La magistratura di Milano aprì un fascicolo per sequestro di persona, e inflisse 10 anni di galera a Pollari, capo dei Servizi segreti, 9 anni a Mancini suo vice, e 5 anni ad altri personaggi minori dei servizi italiani.
Inoltre, il tribunale di Milano riconobbe ad Abu Omar un risarcimento di 1,5 milioni di euro per essere stato sequestrato ingiustamente.
Ma le complicazioni non finiscono qui: i giudici di Milano hanno ignorato le richieste di 4 governi (Prodi-Berlusconi-Monti-Letta) di mantenere il segreto di Stato sulle vicende riguardanti Abu Omar, e i governi si sono appellati alla Corte costituzionale.
Riepilogando e traducendo dal giuridico-politichese:
1)     I servizi segreti americani, coadiuvati da quelli italiani, arrestano e rispediscono al suo paese un terrorista;
2)     Il tribunale di Milano mette sotto accusa 26 agenti americani e alcuni agenti italiani per sequestro di persona. Gli americani rispondono picche, e il tribunale di Milano va avanti e infligge ai funzionari dei servizi segreti italiani le pene già dette: 10 anni al capo, 9 al vice e 5 agli altri, e riconosce a Omar un indennizzo di un milione e mezzo di euro. Lunedì prossimo, 16 dicembre 2013, la cassazione darà il verdetto definitivo.
3)     Il tribunale di Milano ritiene che un arresto illegale vada sempre punito, mentre i sopracitati governi ritengono che gli aspetti secretati riguardanti la sicurezza nazionale non debbano essere divulgati per nessun motivo, e si appellano alla Corte costituzionale che il 14 gennaio 2014 scioglierà la questione.
4)     Il tribunale di Milano infligge a Abu Omar 6 anni di carcere riconoscendolo colpevole di terrorismo internazionale.
A questo punto credo che il caos sia proprio servito.
Potrebbe verificarsi che Abu Omar, in carcere 6 anni per terrorismo, venisse contestualmente indennizzato con 1,5 milioni di euro, vale a dire 250.000 euro all’anno e oltre 20.000 euro per ogni mese di carcere, dallo Stato Italiano, lo Stesso Stato che, ritenendolo colpevole di terrorismo, lo ha messo in galera.
Che dire? E’ meglio non aggiungere altro e lasciare che ognuno si faccia un‘idea propria di questa singolare vicenda.

lunedì 9 dicembre 2013

vent'anni dopo


Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha sollevato una questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi che, dal 1997 in poi, hanno stabilito che venissero erogati fondi ai partiti, in quanto, così facendo, hanno violato quanto stabilito dagli elettori.
Infatti, nel referendum del 18 aprile 1993, il 90,3% dei votanti stabilì che dovesse cessare ogni forma di finanziamento pubblico ai partiti politici.
A questo categorico pronunciamento del popolo italiano come ha risposto il Parlamento? Semplice, ha stabilito che i soldi continuassero a scorrere a fiumi, anzi, ne ha raddoppiato la portata, però cambiando il nome dell’erogazione: da contributi a fondo perduto li trasformò in rimborsi elettorali.
Si è trattato di un’operazione indecorosa per un parlamento: si è comportato come chi fa il gioco delle tre carte.
Ovviamente i cittadini se ne sono accorti, e la credibilità della politica, già compromessa, è scesa ancora più giù.
Infatti pochi anni prima, nel 1987, era stato disatteso l’esito di un altro importante referendum:
quello che chiedeva agli italiani se le norme che limitavano la responsabilità civile dei giudici dovessero o no essere abrogate.
L’80,2% dei votanti rispose sì: la responsabilità civile doveva valere anche per i giudici, ma il volere dei cittadini venne dribblato: per eventuali errori dei giudici avrebbe risposto lo Stato, ovvero i cittadini, salva la facoltà dello Stato di rivalersi sul giudice che aveva sbagliato. Ovviamente, non risulta che un giudice abbia mai pagato per i propri errori dovuti, è bene ricordarlo, solo a dolo o colpa grave.
Gli italiani non la presero bene e nel 1993 la cosa si ripetè col finanziamento ai partiti: fu un uno-due che mise ko non solo l’istituto referendario, ma anche la credibilità delle istituzioni.
Tornando alla corte dei Conti, è un bene che abbia sollevato questa questione, ma il normale cittadino si chiede perché soltanto oggi, dopo vent’anni e dopo ingenti somme spese.
Se la cosa è talmente evidente che un normale cittadino l’aveva capita vent’anni fa, perché la questione di legittimità viene sollevata solo ora?
Forse nelle ovattate stanze della Corte dei Conti, dove si parla sottovoce e dove non entra la luce del sole, non era entrata nemmeno la notizia che il fiume di denaro che lo Stato, ovvero noi cittadini, donava ai partiti si era talmente ingrossato da costringere i beneficiari a inventarsi nuovi canali di spesa per non doverli restituire?
Mah, vedremo nelle prossime settimane gli sviluppi di questa incredibile vicenda.

giovedì 5 dicembre 2013

meglio il binocolo


Un anziano turista statunitense ha deciso di fare un viaggio in Corea del Nord.
Merrill Newman, 85 anni, era uno dei soldati americani che combatterono nella guerra di Corea che, con l’aiuto americano, consentì ai coreani abitanti a sud del 38° parallelo di scampare alla spietata dittatura comunista che dura ancora oggi, e fa della Corea del Nord uno dei paesi più poveri del globo munito, però, della bomba atomica.
In Corea del Nord, da allora, tutte le risorse sono state spese in armamenti, e il pane ha sempre scarseggiato.
Merrill Newman è andato in Corea del Nord con un viaggio organizzato ma, a un certo punto, è emersa la sua partecipazione alla guerra di Corea: probabilmente lui stesso ne ha parlato con l’interprete.
Fatto sta che è stato denunciato e arrestato per attività sovversiva, spionaggio ed altri gravi capi di accusa ai danni della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Un’altra tegola sulle relazioni diplomatiche sempre molto tese, anche se l’America ha fornito in numerose occasioni aiuti alimentari alla Corea del Nord.
La Corea del Sud, affrancatasi dall’abbraccio dei fratelli comunisti, ha percorso una strada diversa. Non che abbia trascurato gli armamenti, perché le due Coree sono ancora in guerra e a ridosso della striscia di terra che le separa vi sono avamposti sempre in attesa di un attacco che finora, dal 1953, non è ancora avvenuto.
La Corea del Sud, dicevo, ha intrapreso la strada del capitalismo, criticabile finchè si vuole, ma che le ha consentito una grande crescita economica e tecnologica, tale da porla fra i maggiori paesi industriali del mondo, come ben sappiamo dal momento che in Italia circolano migliaia di autovetture di ottima qualità prodotte in Corea del Sud.
Forse Merrill Newman avrebbe fatto meglio a scegliere, come meta del suo viaggio, la Corea del Sud: dalla zona a ridosso del 38° parallelo avrebbe potuto guardare la Corea del Nord col binocolo.

martedì 19 novembre 2013

p 182 il regista occulto

Ricevo dal blog dell'Eco del Panaro una lettura dei recenti fatti di cronaca politica diversa da tutte le altre.
Nonostante lasci un po' perplessi, non è detto che sia un'ipotesi completamente campata in aria.
La propongo volentieri ai lettori del presente blog.


lunedì 18 novembre 2013

zanzare 6




La “mostra-mercato dell’antico e dell’usato” di Spilamberto è una
delle più importanti, si legge sul sito del Comune, perché attira
circa 200 espositori.

Sono d’accordo non tanto per la quantità ma per la qualità.
Infatti una “mostra-mercato dell’antico e dell’usato”, che attira
espositori di antiche idee politiche, non si era mai vista.





Foto scattata in Corso Umberto I il 17 novembre 2013.


p 181 fede e gioia

Tratto dal blog dell'Eco del Panaro

lunedì 11 novembre 2013

meticciato

Riproduciamo un articolo pubblicato oggi sul quotidiano "il Giornale", a firma di Magdi Cristiano Allam, riguardante il meticciato.
Si tratta di un'analisi puntuale della situazione, e l'articolista ritiene che le radici della nostra Cultura non si possano e non si debbano buttare via.
Conosciamo la statura di Allam come giornalista, ma quello che non smette di sorprendere è che sia sua, ovvero di un egiziano di nascita, una delle poche voci che invocano maggiore rispetto per tutto ciò che i nostri antenati ci hanno consegnato.

venerdì 8 novembre 2013

scala di grigi


 La situazione economica in cui versa l’Italia, e non solo l’Italia, è grave.
Da un lato vi sono problemi legati alla situazione generale, come i modelli di assistenza pubblica, che non possono più essere sostenuti con le modalità usate in passato, e l’appartenenza all’Europa, che si sta rivelando un disastro.
Nazioni che hanno la sovranità assoluta sul proprio territorio, ma che non battono moneta perché viene battuta da un’altra parte, costituiscono una situazione paradossale.
Aderendo alla moneta unica, gli italiani hanno visto quasi dimezzato il potere d’acquisto dei loro redditi,  devono svenarsi per mantenere un carrozzone di burosauri capaci solo di sfornare ricette comiche, come il diametro dei piselli, e richiami ai “parametri di Maastricht” che sembrano i dieci comandamenti.
Il risultato è che la Germania di Angela Merkel sta riuscendo, seppur con metodi diversi, in ciò che non riuscì alla Germania di Hitler: assoggettare l’Europa. 
E noi, cosa stiamo facendo per difenderci?
Assolutamente nulla.
Il capo del governo parla sempre e soltanto, ma non decide, o non riesce a decidere, nulla.
E’ sicuramente una brava persona, di buona famiglia, si è laureato alla Normale di Pisa e, prima di parlare, riflette; quando inserisce qualche parolaccia nei suoi discorsi lo fa, dopo attenta riflessione, per dare l’impressione di essere ciò che non è: un “macho”.
Nonostante sia a capo di un governo che si regge malamente, ripete che durerà cinque anni.
Se continua a non fare nulla, è probabile che ci arrivi, con l’aiuto del ministro Alfano, che lo ha soccorso quando la sua fine sembrava segnata.
Anche Alfano è un’ottima persona, si esprime molto bene, si è laureato alla Cattolica e si è trovato ministro giovanissimo, a soli 37 anni, grazie a un leader che ha creduto in lui.
Se continuerà ad aiutare Letta a non fare niente, prendendo le debite distanze da Berlusconi, diventerà l’idolo delle folle rosse, e sostituirà l’ex idolo Fini che, dopo essere stato usato, è stato gettato.
Poi abbiamo un ministro dell’economia che è quasi perfetto: viene da ottima famiglia, è un grande signore, funzionario di banche da quando era ragazzino, e ha pure studiato alla Bocconi.
Non so se ciò, dopo le modeste capacità di governo dimostrate dal bocconiano Monti, sia ancora un titolo di merito, ma questo è il suo curriculum.
Egli ritiene che tutto ciò che gli suggerisce l’Europa vada attuato, e lo dichiara apertamente anche se in contrasto con ciò che ha detto, poco prima, il presidente del consiglio.
Se l’istituto di statistica sforna dei dati che contrastano con ciò che pensa lui, non ha difficoltà ad ammettere che l’istituto di statistica si è sbagliato.
Questi sono i tre uomini di punta, sull’operato dei quali si incardina il nostro futuro, e sono accomunati da una caratteristica: il grigiore.
Non fumano, non bevono, non frequentano “mondane”, non alzano la voce, portano sempre abiti scuri e cravatta. Non hanno mai un guizzo, uno scatto d’orgoglio, un moto spontaneo che potrebbe anche risultare politicamente scorretto, e in questo ricordano vagamente il grande bocconiano, ora pure senatore a vita, il cui eloquio metallico ricordava quello di ET.
Basteranno queste loro tonalità di grigio a farci uscire dalla crisi?
Mah, che Iddio ci protegga!

giovedì 31 ottobre 2013

zanzare 5


TASI


L’abolizione dell’IMU sarà compensata dalla TASI e, naturalmente, il contribuente pagherà di più.
Probabilmente la mente di questa brillante operazione deve essere stata non solo progressista ma anche veneta: paga e TASI.






OBAMA

Un importante collaboratore di Obama gli manifestò perplessità sull’opportunità di estendere le intercettazioni: “Ma, Signor Presidente, non possiamo spiare tutto il mondo!”.
Il presidente del mondo, come fu definito Obama da qualche trombone nostrano, rispose piccato “Yes, we can!”.

mercoledì 30 ottobre 2013

via rasella e fosse ardeatine


Vorrei fare, a bocce ferme, alcune considerazioni sulla vicenda Priebke.
Alle ore 15.00 del 23 marzo 1944 a Roma, in via Rasella, scoppiò un cassonetto mentre passava un battaglione di soldati tedeschi, e ne morirono 33.
La bomba di via Rasella provocò anche la morte di 3 civili italiani, fra i quali un ragazzino di 13 anni.
Chi decise l’attentato sapeva che quella bomba sarebbe costata la vita a centinaia di civili, perché i codici di guerra, non solo tedeschi, prevedevano che per ogni soldato ucciso in attentati venissero uccisi dieci civili.
Pertanto la strage era certa, e venne eseguita il giorno successivo alle fosse ardeatine: 335 morti, non 330, probabilmente per errore.
Ma Priebke chi era? Era un capitano delle SS che venne incaricato dal comando tedesco di occuparsi, insieme ad altri ufficiali e sottufficiali, dello sterminio di 330 persone, e pare che proprio a lui venisse affidato il macabro conteggio.
Tuttavia la decisione di uccidere quelle persone non fu sua: egli eseguì degli ordini, disumani finchè si vuole, ma ordini. “Ma poteva rifiutarsi”, si sentiva dire nelle settimane scorse.
Certo che poteva rifiutarsi, però sarebbe stato subito ucciso per insubordinazione: con l’infernale disciplina dell’esercito tedesco non si scherzava. Priebke, evidentemente, non era un eroe e ha eseguito gli ordini.
Non pare tuttavia essere stato un eroe nemmeno colui che mise la bomba in via Rasella.
Infatti gli eroi sono persone che, per un ideale o in uno stato di necessità, mettono a disposizione
la propria vita, mentre chi mise la bomba in via Rasella ha rischiato sì la propria vita, ma sapendo che quel gesto avrebbe provocato un lago di sangue di ignoti e ignari cittadini italiani.
Occorre anche dire che, sul piano militare, l’attentato di via Rasella è stato irrilevante: l’esercito alleato era alle porte di Roma, dove sarebbe entrato il 6 giugno.
Ora, è giusto ritenere Piebke responsabile dell’eccidio pur essendo un mero esecutore d’ordini?
Il Tribunale Militare di Roma, nel 1948, ritenne Kappler unico responsabile dell’eccidio e lo condannò all’ergasolo, ma assolse gli altri militari che avevano partecipato alla carneficina in quanto semplici esecutori di ordini.
Si trattava di:
Domizlaff Borante Maggiore delle SS
Clemens Hans Capitano delle SS
Quapp Joannes Maresciallo Capo delle SS
Schutze Kurt Maresciallo ordinario delle SS
Wiedner Karl Sergente maggiore delle SS

e il Tribunale Militare di Roma, “Visti gli artt. 479 c.p.p. e 40 c.p.m.pace” assolse “Domizlaff Borante, Clemens Hans, Quapp Johannes, Schutze Kurt e Wiedner Karl dal reato di omicidio continuato indicato nel primo capo d'imputazione in quanto agirono per ordine di un superiore.
Roma, li venti luglio millenovecentoquarantotto.”

Priebke non era imputato in quel processo perché emigrato in Argentina: venne rintracciato nel 1994, estradato, processato e condannato all’ergastolo.
E’ lecito pensare che, se fosse stato presente al suddetto processo, sarebbe stato assolto come gli altri.
E allora perché tanto odio tardivo, tale da non consentire nemmeno la sepoltura di un vecchio di cent’anni  dopo che sono trascorsi 69 anni dal giorno di quella tragedia?
Si direbbe che l'Italia sia ancora affetta dalla sindrome di Piazzale Loreto, un episodio indecoroso che dovremmo già avere superato.
Infine, l’atteggiamento della Chiesa ha creato qualche perplessità, perché essa ci ha sempre insegnato che vi è un giudice supremo per i peccatori, per tutti i peccatori.

giovedì 24 ottobre 2013

zanzare 4


INTESE LARGHE MA NON TROPPO
L’intesa fra PD e PDL sarà anche larga, però il PD sembra fare quello che vuole, in barba agli alleati: aumenta l’IVA, ripristina l’IMU con un nome nuovo, quattro senatori della sua parrocchia politica piovono dal cielo, un giudice fa sborsare a Berlusconi 500 milioni da dare alla tessera n. 1 del PD, a presiedere la commissione antimafia mette la Bindi e, dulcis in fundo (salvo colpi di scena), manderà in galera Berlusconi.
Usando un’espressione toscana (come la Bindi) si può dire che il PD, al PDL, gli toglie la sete col prosciutto.



IL NAUFRAGO

Fini, che fino a pochi mesi fa imperversava su tutti i mass media, è sparito nel nulla (sembra che stia cercando un approdo) lasciando però una grossa eredità: ha mandato in malora tutto ciò che ha toccato: MSI - ALLEANZA NAZIONALE - FUTURO E LIBERTA’, e ha dato un buon colpo al PDL che in quel momento aveva i numeri per governare.
Ora, anche all’osservatore più benevolo non può non venire un dubbio: è possibile che Fini fosse così stolto da mandare in rovina tutte queste cose?
E’ impossibile: forse aveva dei secondi fini


La vignetta è tratta da "il Giornale" del 23-10-2013

p 176 savignano docet

 


sabato 19 ottobre 2013

zanzare 3


RIFIUTI PREZIOSI

Abbiamo notato con quanta cura la gente tratta i piccoli sacchetti di pattume prima di introdurli nel piccolo e grazioso cilindro d’acciaio: li soppesa con gli occhi, li introduce dolcemente e, al momento dell’addio, sembra quasi non volersene distaccare. Si direbbe che il contenuto del sacchetto sia prezioso, e calotta non è certo il nome che merita: dovrebbe chiamarsi cofanetto!



BALLE QUASI SPAZIALI
Il presidente del consiglio Letta, in America per una visita a Obama, ha dichiarato che, per tenere in ordine i conti, lo Stato avrebbe venduto il 49% di TERNA.
TERNA, però, non appartiene allo Stato italiano, e tale dichiarazione si può definire tranquillamente una balla planetaria perché ha fatto il giro del mondo, ma chissà che un domani, magari in visita a una stazione orbitale, Letta non riesca a propinarci anche delle BALLE SPAZIALI. 

RE GIORGIO

Il presidente della repubblica ha lasciato capire che la magistratura deve riformarsi da sola. Siamo contenti: l’esito sarà senz’altro quello che gli italiani sperano. Lo stesso esito che si otterrebbe mettendo il conte Dracula a dirigere la raccolta di sangue per conto dell’AVIS.

venerdì 18 ottobre 2013

cattocomunismo


Nel secolo scorso abbiamo avuto due “religioni” che hanno accompagnato la convivenza civile del popolo italiano.
Da un lato, una religione vera, con 2000 anni di Storia alle spalle la quale tuttavia, nel ‘900, ha avuto anche un ruolo secolare importantissimo.
Parlo del Cattolicesimo e del partito che un prete, Don Luigi Sturzo, fondò nel 1919 col nome di Partito Popolare Italiano (PPI), che nell’ultimo dopoguerra prese il nome di Democrazia Cristiana (DC) e si rafforzò fino a governare la società italiana.
Questo partito costituì anche un baluardo contro un’altra “religione” laica, atea e materialista, fondata anch’essa alla vigilia dell’avvento del fascismo, che clandestinamente si era preparata a guidare la società italiana: il Partito Comunista d’Italia, prima PDCI e poi PCI.
Sappiamo che questo disegno non riuscì e che il comunismo subì, storicamente, un crollo che però non impedì a PCI ed eredi di restare sempre ai vertici della nostra politica e di governare per parecchi anni, anche se in più di un’occasione con premier scelti fuori dal loro partito come, ad esempio, Prodi.
Cosa avevano in comune queste due “religioni”?
In estrema sintesi, per il cattolicesimo ogni vita umana è preziosa, e la dignità di ogni individuo va sempre rispettata.
Tuttavia la precarietà della condizione umana è sempre presente, l’uomo è polvere, e la sua dimensione spirituale prevale sul suo ruolo secolare, che comunque egli potrà scegliere in quanto munito di libero arbitrio.
Infine, la ricchezza è vista come una macchia, che rende più difficile la salvezza dell’anima.
Per il comunismo, viceversa, l’uomo conta solo in quanto parte di organismi collettivi che impediscano a qualcuno di assumere la supremazia sugli altri.
In questo contesto un diritto individuale vale pochissimo.
In sostanza l’individuo, da solo, è una nullità, e se non si adegua verrà debitamente punito, perché la coercizione è parte fondante di questa ideologia.
Per il comunismo la ricchezza è considerata solo se riferita allo Stato, perché a livello individuale non deve esistere.
Quello del disprezzo della ricchezza è, probabilmente, l’unica cosa in comune.
Perché questa premessa?
Perché queste due “religioni” si sono incontrate, si sono parlate, e hanno generato quel bislacco fenomeno chiamato “Cattocomunismo”.
Dopo che la Chiesa cattolica ha ritenuto per molti anni di dovere combattere contro il materialismo e il relativismo della dottrina comunista, una grossa fetta di cattolici hanno ritenuto di avere molti punti in comune e, in questo preciso momento, mese di ottobre dell’anno di grazia 2013, stanno lavorando per imboccare una strada che potrebbe portarli a governare per molto tempo.
Cosa otterranno gli italiani, se questa eventualità si concretizzerà?
Nulla di buono.
Infatti per i cattocomunisti l’uomo sa che deve soffrire e guardare sempre alla salvezza dell’anima, e cose insignificanti come le tasse non vanno neanche prese troppo sul serio: il cittadino deve pagare di più e pagherà e pensi a cose più importanti.
Per gli ex-post-filo comunisti, anche se il capolinea ideologico di partenza è molto diverso, la visione è la stessa.
Ma che cosa ha un semplice cittadino da strillare? Lui deve pagare quello che stabiliamo e basta. Questi piccolo-borghesi credono di avere solo diritti!
In sostanza questo connubio porterebbe ad un aumento costante delle tasse che, in sé e per sé, vuol dire poco.
Vuol dire molto invece l’effetto che produrrebbe: depressione, chiusura di imprese, aumento della disoccupazione, avvento della recessione, povertà insinuante in strati sempre maggiori di popolazione, tensione sociale alle stelle.

giovedì 10 ottobre 2013

la culla del rovescio 4

In un precedente post, considerando le disfunzioni del nostro sistema giuridico, scrissi che l'Italia, ritenuta storicamente la "culla del Diritto", somigliava più alla "culla del Rovescio".
Purtroppo le conferme alla mia battuta tennistica non mancano.
Sul quotidiano "Il Giornale" di ieri è apparso un articolo che spiega come possa finire in galera un giornalista per avere espresso delle opinioni, nonostante l'età avanzata e i grossi problemi di salute.
Ecco la riproduzione dell'articolo in questione.
 

mercoledì 9 ottobre 2013

le insidie dell'autostrada


Nelle ultime settimane sembra che il piano a lungo termine, orchestrato da ignoti, che prevedeva Berlusconi politicamente morto e il partito da lui fondato in crisi e, possibilmente, diviso, sta per avverarsi: mancano solo poche battute e la nostra sinistra, sempre perdente negli appuntamenti elettorali importanti, riuscirà finalmente a vincere.
Le solite malelingue dicono che una parte della magistratura, quella facente capo a MD (magistratura democratica), sia stata il grimaldello per scardinare diciannove anni di forte presenza sulla scena politica di un centro destra rinato grazie ad un capo carismatico e duro da battere.
Certamente mandare in galera il capo del maggiore partito per evasione quando è il più grande contribuente italiano lascia perplessi, così come lascia perplessa l’assoluzione del presidente di Mediaset che, da galantuomo qual’è, ha dichiarato in un’intervista che una sentenza che assolve lui, presidente e perciò legale rappresentante di Mediaset, che firma tutti gli atti più importanti, e condanna un azionista che, a quei tempi, si occupava di politica ad alti livelli di responsabilità, è una sentenza aberrante.
Lascia perplessa anche la sentenza che costringe la Mondadori a dare all’editore svizzero di repubblica 500 milioni di euro in sede civile quando il responso dell’arbitrato cosiddetto “lodo Mondadori” era stato non solo accettato, ma anche apprezzato dal suddetto editore svizzero che nel 1991, subito dopo il lodo, fece a Berlusconi “tanti cari e affettuosi auguri per le sue tante imprese”: in un paese normale ciò avrebbe chiuso definitivamente la questione.
Poi vi è la commissione parlamentare che manderà in galera Berlusconi applicando una legge che non solo prevale sull’articolo 66 della Costituzione, ma ha anche effetti retroattivi, cosa giuridicamente non molto fondata.
Insomma, non è facile credere che questa concatenazione di avvenimenti segua solo il lento, pacato, riservato e asettico corso della Giustizia.
A ciò si aggiunge una manovra tesa a blandire singoli parlamentari o gruppetti offrendogli una ricompensa per mollare il partito in difficoltà, ed è una manovra che ha possibilità di riuscire perché gli italiani, si sa, sono sempre pronti a soccorrere il vincitore.
Se anche quest’ultima operazione dovesse andare in porto, PD e dintorni andrebbero al potere con una prospettiva di lungo periodo: praticamente si troverebbero davanti un’autostrada da percorrere a piacere.
Dovrebbero però fare gli scongiuri, perché è già successo che si siano trovati davanti un’autostrada, precisamente nel 1993, quando tutti i partiti di governo furono azzerati da giudici molto severi che lasciarono intatto il PDS erede del PCI.
Sembrava un gioco da ragazzi comandare per almeno vent’anni, ma non andò proprio così.
Se invece stavolta l’operazione riuscisse, potremo finalmente vedere all’opera il partito delle tasse, e ne abbiamo già un assaggio: il PD sta rincuorando i suoi fan dopo le battute di arresto subite da IMU e IVA ad opera del PDL: finalmente si potrà reintrodurre l’una e aumentare l’altra, anche se aumentare le tasse non sempre vuol dire avere un gettito complessivo maggiore.
E’ recente la notizia che, nei primi 8 mesi del 2013, il gettito complessivo dell’Iva è diminuito nonostante l’aumento dell’aliquota attuato da Monti, così come è avvenuto con l’aumento dell’accise sulla benzina.
Evidentemente questi pseudo-economisti ritengono i cittadini talmente stupidi da comperare sempre la stessa quantità di un bene, indipendentemente dal prezzo che ha.
Ma non c’è niente da fare: l’unica scienza politica che conoscono è quella di tassare ed, eventualmente, punire.
Ridurre le spese inutili? Nemmeno per sogno.
Abbiamo troppi parlamentari? Il Quirinale ha 1720 (diconsi millesettecentoventi) dipendenti? Le auto blu sono troppe? Il finanziamento ai partiti è eccessivo?
Ai tassatori interessa poco o nulla.
Che Iddio ce la mandi buona!

martedì 8 ottobre 2013

assegnato lamberto d'oro 2013


Lunedì 7 Ottobre 2013 - allo Spazio Eventi L. Famigli di Spilamberto - in una sala gremita di gente nonostante il maltempo, ha avuto luogo l’annuale assegnazione del “Lamberto d’Oro”.
L’ambito premio è andato a Luigi Orienti, archeologo dilettante dal 1978, anno in cui, insieme al alcuni amici, fondò il Gruppo Naturalisti di Spilamberto.
La sua incessante e appassionata attività ha favorito importanti ritrovamenti, come gli scheletri rinvenuti nell’alveo del Panaro, nell’ambito del Neolitico e dell’Eneolitico, e i resti di una importante necropoli dell'età del rame.
Le sepolture e i reperti confluirono nell'Antiquarium di Spilamberto, istituito a seguito della Mostra “Archeologia del fiume Panaro” del 1979.
Nel 1998 è stato nominato, dal Ministero dei Beni Culturali, Ispettore Onorario per l'Archeologia, nomina riconfermata triennio dopo triennio e ancora attiva.
Ha partecipato agli scavi condotti in via Macchioni, che hanno restituito resti di insediamenti e necropoli dall’età pre-protostorica all’età moderna, in particolare resti insediativi neolitici, una terramara dell’età del bronzo, pozzi di età etrusca, tre insediamenti di età romana con relativi pozzi e impianti produttivi e le necropoli con numerose tombe databili dal I secolo a.C. al VI secolo d.C.; inoltre un’importante necropoli longobarda, i cui tesori sono stati esposti di recente nella bella mostra di Spilamberto.
Ha partecipato inoltre agli scavi che hanno portato in luce l’antico Ospitale di San Bartolomeo, con lo strappo della “tomba del pellegrino” ora esposta nell’Antiquarium.
Dopo la premiazione, l’ ORCHESTRA DA CAMERA DI MODENA, composta da otto strumenti ad arco, ha eseguito musiche di Bach, Massenet, Paganini, Rachmaninoff e Pugmani-Kreisler, e il pubblico presente ha molto apprezzato la bravura dei musicisti, in particolare del primo violino Marco Ferri, cui il pubblico presente ha tributato lunghi applausi.
Un buffet con brindisi ha chiuso la serata.

Qui sotto la pergamena consegnata a Luigi Orienti
 

martedì 1 ottobre 2013

zanzare 2


TODOS CABALLEROS
Il presidente della Repubblica, quando ha nominato i 4 senatori a vita, ha dichiarato che si era tolto un peso, perché il suo dovere era un fardello pesante.
Ma il suo non era un dovere, era una facoltà.
E allora perché ha detto una cosa inesatta?
Che siano i postumi della sua appartenenza alla “mitica organizzazione comunista”?









ADDIO MONTI
Pare che, dopo l’esperienza governativa di Monti, il cui nome era spesso associato all’Università Bocconi, l’aggettivo “bocconiano” abbia perso un po’ di smalto, e che anche la fila di famiglie che sgomitano per mandare i figli alla Bocconi, spendendo somme da capogiro, si stia assottigliando.
Per forza, sotto la sua guida gli italiani hanno dovuto ingoiare troppi “bocconi” amari!



LA NUOVA FRONTIERA
Il sindaco Lamandini ha scritto che l’Italia è ancora divisa fra guelfi e ghibellini, e che le persone che si preoccupano più del proprio capo che del proprio paese sono avvoltoi o sciacalli.
In questo modo ha aperto una nuova frontiera terminologica nella sinistra che discende dal PCI, notoriamente rispettosa delle altrui opinioni: in precedenza le persone cui allude il sindaco le chiamavano minorati, oppure mafiosi, oppure ancora, graziosamente, venduti.
Somigliare ad animali, nessuno dei quali potrà mai eguagliare la cattiveria dell’uomo, potrebbe anche essere un complimento!
 





sabato 28 settembre 2013

riscaldamento globale


Pubblichiamo un articolo apparso oggi, 28 settembre 2013, sul quotidiano “Il Giornale”, a firma di Franco Battaglia, che dà una lettura del cosiddetto “riscaldamento globale” molto diversa da quella che va per la maggiore.
Franco Battaglia, docente di Chimica Ambientale all’Università di Modena, è uno studioso che ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche e, seppure molto in sintesi, spiega cose che tante persone vorrebbero capire ma delle quali nessuno parla mai.
E se dietro l’ossessivo richiamo ai pericoli del riscaldamento globale ci fossero, semplicemente, solo interessi?
  


ma la corda no!


La situazione politica è drammatica, ma quando Zeus decide, la sua alta sentenza va eseguita, e il luogotenente di Zeus, Re Giorgio, dovrà fare in modo che il leader del maggiore partito italiano esca dal parlamento e vada in galera.
Vediamo di mettere insieme, in sintesi, i fatti principali.
Nel marzo 1994, Berlusconi fonda un partito e vince le elezioni.
Nel dicembre 1994 la Lega, alleata di governo, toglie l’appoggio. Mallevadore di questa truffaldina operazione, il famigerato “ribaltone”, sarà il presidente Scalfaro: grazie a lui chi ha perso le elezioni governa e chi le ha vinte va a casa.
Iniziano le indagini legate a Berlusconi e alle sue attività: un avviso di garanzia viene pubblicato sul corrierone prima di essere consegnato a lui: ma chi sarà stato a farlo avere al corrierone? L’ufficio del registro? L’ufficio anagrafe? Oppure il catasto? Non è dato sapere.
2001 – Il centro destra vince le elezioni e governerà fino al 2006.
Nascono nuove numerose indagini, avvisi di garanzia e rinvii a giudizio fioccano.
2008 – Il centro destra rivince le elezioni e governerà fino al 2011, allorchè un altro presidente imiterà, o quasi, il suo predecessore ribaltonista mandando a casa chi ha vinto le elezioni senza che venga sfiduciato in parlamento, e chiamando a governare, non prima di averlo nominato senatore a vita, il prof. Monti, la cui cura lascerà l’Italia, che gli era stata affidata seriamente ammalata, in coma profondo.
Arriviamo ai giorni nostri.
Negli anni la magistratura ha lavorato sodo, ma i 34 rinvii a giudizio di Berlusconi, diconsi trentaquattro, sono tutti finiti nel nulla: contestualmente la campagna di odio viscerale verso di lui, scatenata a suo tempo da PDS, successori e succedanei, viene costantemente alimentata.
E arriviamo alla condanna per evasione fiscale: Berlusconi è condannato a 4 anni di galera mentre il presidente di Mediaset, Confalonieri, viene assolto. Ma il presidente di una società ne è il legale rappresentante, e se è innocente lui significa che l’irregolarità non c’è stata.
E allora? Mah!
Comunque la condanna c’è e scatta la legge Severino, che equipara il trattamento dei parlamentari condannati a quello degli amministratori locali, anche se l’articolo 66 della costituzione dice che è il parlamento a decidere se un parlamentare possa o no far parte del parlamento stesso.
Vi sono grossi dubbi di incostituzionalità in questa legge, ma la giunta del senato ha già emesso la sentenza: i più importanti esponenti PD hanno dichiarato che i loro parlamentari in commissione voteranno per l’arresto.
E ci sono grossi dubbi anche sul fatto che la suddetta legge Severino possa avere effetto retroattivo, perché la condanna si riferisce a fatti di molto precedenti la sua entrata in vigore.  
Ma se c’è qualche dubbio, non conviene sentire il parere della Consulta?
No, Berlusconi deve andare in galera.
Non hanno avuto nemmeno la furbizia di trincerarsi dietro la Consulta: se questa avesse respinto i dubbi di incostituzionalità (cosa assai probabile), si sarebbero tolti di dosso il marchio di giustizieri e avrebbero ottenuto lo stesso risultato, e in questo modo la collaborazione di governo avrebbe anche potuto continuare.
Ma la fregola di vedere il nemico n. 1 in galera gli ha impedito di ragionare, e bisogna capirli: è ciò che sognano da 19 anni e ora che il loro sogno sta per avverarsi, non possono lasciarsi scappare l’occasione.
Ovviamente, secondo loro, il governo andrà avanti lo stesso, con la fattiva collaborazione del partito il cui leader è stato cucinato ad arte per la galera.
E se il suddetto partito si ribella?
Non càpita, ma se càpita è un golpe!
Come dire, vi abbiamo dato botte da orbi, ma voi dovete tenerle strette e capire che l’abbiamo fatto per il bene dell’Italia che è anche il vostro bene!
Vi è un ultimo aspetto da sottolineare: la legge Severino è stata votata anche dal PDL che sosteneva il governo Monti, e questo fatto ricorda un detto di un importante comunista: “la corda con la quale impiccarli ci verrà fornita dai capitalisti stessi”.

mercoledì 25 settembre 2013

lamberto d'oro 2013




Sedicesima Edizione del “Lamberto d’Oro”

Lunedì 7 Ottobre 2013 - ore 20.30, allo Spazio Eventi L. Famigli di Spilamberto, avrà luogo l’annuale assegnazione del “Lamberto d’Oro”.
Si tratta di un premio che l’Ordine dei Cavalieri di Lamberto, associazione ideata e fondata da Attilio Muratori, conferisce ogni anno a un cittadino che abbia onorato la propria appartenenza alla Comunità spilambertese.
Dopo l’introduzione del Presidente dell’Ordine, Giampaolo Sola, e una fase di intrattenimento, vi sarà la premiazione, con i Cavalieri schierati sul palco in abiti medioevali e con la spada del Presidente che si poserà sulle spalle della persona prescelta come “Cavaliere di Lamberto 2013”.
Infine, dopo un intrattenimento musicale, vi sarà un buffet con brindisi a chiusura della serata.