martedì 26 gennaio 2016

il problema dei problemi

Come noto, il nostro Parlamento è molto affollato: 945 parlamentari fissi più altri nominati dal Presidente della Repubblica (art. 59 della Costituzione) “per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” (non si sa bene a quale di queste categorie appartenga il senatore a vita Monti Mario).
Attualmente abbiamo 630 deputati, 315 senatori fissi e 6 senatori a vita, per un totale di 951 persone.
Il rapporto numerico fra parlamentari e cittadini è di 1/64000 in Italia, mentre negli U.S.A è di 1/583000.
Questa premessa per dire che il nostro Parlamento costa parecchio ai cittadini, i quali si aspetterebbero di vedere risolti, almeno in parte, i loro piccoli problemi, come il sentirsi poco sicuri sia in casa che quando passeggiano, come l’immigrazione che continua a crescere, come il costo dell’energia elettrica che è il più alto d’Europa, come l’eccessiva burocrazia che frena l’iniziativa imprenditoriale o l’eccessiva durata dei processi che mette in fuga gli investitori esteri, senza contare i casi piuttosto frequenti di persone che, dopo anni di galera, vengono riconosciuti estranei ai fatti contestatigli.
E invece questi sono problemi banali di fronte al problema dei problemi: il fascismo.
Alla camera dei deputati giacciono infatti due proposte di legge col medesimo oggetto: dare un minimo di 6 mesi di galera a chi produce, commercia o acquista simboli riconducibili al disciolto Partito Nazionale Fascista.
L’ultima, recente, proposta di legge ha come primo firmatario Fiano insieme ad altri 64 deputati, ma ce n’è anche una simile dell’ottobre 2015 con primo firmatario il cesenate Lattuca, insieme ai colleghi Di Maio e Arlotti.
Cos’hanno in comune tutti questi deputati? Sono tutti del PD e sono tutti convinti che, dopo 70 anni dalla fine della guerra non sia ancora giunto il momento di smetterla di campare sull’antifascismo creando un perenne clima da guerra civile: anzi, per loro è il momento di incrementare la lotta.
Certo, proibire al faccione del Duce e ai suoi motti di circolare mentre ogni giorno si è costretti a guardare e, talvolta, ad abitare edifici o quartieri la cui impronta architettonica fascista è evidentissima, come per esempio l’EUR, è una grossa incongruenza.
E allora ci permettiamo di dare un suggerimento alle Vestali dell’antifascismo: perché non propongono di abbattere tutti gli edifici costruiti fra il 1923 e il 1945? Questo sì che risolverebbe il problema dei problemi una volta per tutte!

sabato 16 gennaio 2016

serata sulla fusione dei comuni