sabato 27 dicembre 2014

zanzare 18

LIMITI
Nel comunicato stampa col quale rendeva pubblica l’iniziativa della Fabbrica, il sindaco di Spilamberto ha dichiarato, en passant, che: “… Sappiamo tutti che le risorse dei Comuni continuano a diminuire, che la macchina burocratica è farraginosa e che ognuno ha i propri limiti (me compreso) …”.

La precisazione fra parentesi è quanto mai opportuna, perché molti pensavano che il sindaco, di limiti, non ne avesse.

venerdì 19 dicembre 2014

il complesso

Poche settimane fa Landini ha dichiarato che “Renzi non ha il consenso delle persone oneste”.  
Chiunque abbia un pizzico di sale in zucca, si rende conto che generalizzare è sempre e comunque sbagliato: dire che tutti i calvi sono intelligenti, o che tutti i forzuti sono stupidi, o che tutti i meridionali sono furbi o che tutti i pensionati sono fessi ecc. (gli esempi sarebbero infiniti), è sempre una sciocchezza.
Infatti, ogni essere umano è se stesso e risponde delle proprie azioni, non di quelle di qualcun altro che ha qualcosa in comune con lui.
Sciocchezze simili si possono tollerare quando le senti al bar pronunciate, magari, da un tale esasperato che ha appena subìto un furto o da un altro tale che conosci come sempliciotto e non ci fai nemmeno caso.
Ma Landini è un leader sindacale di livello nazionale, segretario della FIOM, e ha detto pubblicamente una sciocchezza che offende milioni di persone e che, in un paese normale, gli costerebbe la carriera politica.
Invece sta andando benissimo, e si accinge a diventare il leader dell’ennesimo partito comunista, dopo le prove non esaltanti che il comunismo ha dato a livello planetario.
Infatti i vecchi comunisti, che Landini sta cercando di rianimare, sostengono che il comunismo è la forma migliore di convivenza civile, ma è sempre stata applicata male.
Anche ai tempi di Stalin, quando era noto che l’URSS non era altro che uno spietato regime liberticida, i dirigenti del PCI, grosso modo, pensavano: “Ma sì, effettivamente Bessarione (come lo chiamava Giovannino Guareschi) forse esagera ma, quando instaureremo noi il comunismo in Italia, sarà tutta un’altra cosa: vuoi mettere? Tuttavia, nel frattempo, è meglio che i compagni della base non sappiano degli esodi forzati di popolazioni intere, dei campi di lavoro, dei processi inventati, dei coloni massacrati e di altri aspetti che ci metterebbero inutilmente in imbarazzo.
Insomma, i compagni sono affetti da un atavico complesso di superiorità: ritengono di essere i soli onesti e capaci di guidare un paese: gli altri vanno tollerati, poverini, magari anche capiti, ma fino a un certo punto.
Ma il vero collante di quell’ideologia era il cosiddetto odio di classe, il cui solo sbocco era la soppressione delle classi: solo con una società formata da persone tutte uguali, questo odio poteva attenuarsi.
In realtà le classi non ci sono nemmeno nella nostra società, ma Landini non se ne è ancora accorto.
Non si è accorto che, nelle società liberali, uno può nascere povero e morire ricco o viceversa, perciò le classi non sono più fisse, ma l’odio rimane.
Il giorno in cui picchiarono dei manifestanti a Roma, Landini disse che, in un paese di ladri, avevano picchiato degli operai che manifestavano: aveva ragione dicendo che in un paese civile si deve potere manifestare pacificamente senza essere picchiati, ma riguardo al paese di ladri torniamo al punto di partenza: al complesso di superiorità.

Un complesso di superiorità ingiustificato, che gli ultimi avvenimenti romani stanno sgretolando impietosamente.

lunedì 15 dicembre 2014

la fabbrica

Nei prossimi giorni il Comune terrà due serate denominate Fabbrica Spilamberto nelle quali parlare con i cittadini coinvolgendoli, almeno così pare, a contribuire all’amministrazione di Spilamberto manifestando le loro idee e proponendo ciò che ritengono utile.
Tralascio facili battute sulla scelta del nome (è un nome che inventò Prodi e che ebbe un successo modesto) e credo che sia un’iniziativa senz’altro opportuna e anche lodevole, perché l’apporto dei cittadini che amano il nostro paese può essere molto importante per cercare di sgretolare la cappa di conformismo e di conservatorismo della quale l’attuale amministrazione è l’erede diretta: una cappa lunga 69 anni che rischia di togliere ossigeno a una moderna compagine di governo locale.
Perciò complimenti al sindaco.
Fatta questa doverosa premessa, occorre dire che l’esordio dell’amministrazione, nel relazionarsi con i cittadini, non è stata davvero felice.
Mi riferisco alla vicenda dell’Archivio Storico, che ha visto un gruppo di cittadini cercare appassionatamente, e con totale disinteresse personale, di trattenere il nostro glorioso Archivio Storico nell’ambito del territorio di Spilamberto.
Questi cittadini hanno raccolto 902 firme, a sostegno della loro tesi, e le hanno consegnate al sindaco nella speranza di ottenere un ripensamento che poi non c’è stato e, fin qui, non c’è niente di strano: un’amministrazione pubblica non è obbligata ad accogliere una petizione popolare.
Ciò che ha lasciato perplessi è che, durante la fase di raccolta delle firme, il sindaco abbia criticato su facebook i promotori della raccolta di firme, che stavano esercitando un diritto democratico tutelato non solo dal buon senso, ma anche dallo statuto del Comune di Spilamberto.
Ma ciò che ha lasciato ancora più perplessi i promotori è che, nonostante lo statuto comunale parli di sessanta giorni come termine ultimo entro cui il sindaco deve rispondere a una petizione popolare, i sessanta giorni siano trascorsi invano.
Credo tuttavia che si sia trattato solo di un incidente di percorso anche se, ultimamente, pare che le tematiche esistenzial-comunicative trattate dal grande regista Michelangelo Antonioni stiano invadendo anche i rapporti fra pubblica amministrazione e cittadini.

Comunque non voglio assolutamente togliere l’entusiasmo a coloro che si accingono a presenziare alla Fabbrica Spilamberto: auguro a tutti buon lavoro e, soprattutto, in bocca al lupo!

Nella foto il sindaco di Spilamberto Umberto Costantini

lunedì 8 dicembre 2014

comunicato ai lettori 2

Questo blog, nato il 30 gennaio 2013, ha raggiunto le 20.000 pagine visualizzate, motivo per il quale ringrazio moltissimo i lettori.
Ecco i dati odierni registrati da Google.

ultima settimana   
pagine visualizzate 231

ultimo mese   
pagine visualizzate 990

dall’inizio - 30 gennaio 2013 - 
pagine visualizzate 20004

Nel precedente comunicato - 24 luglio 2014 - avevo informato i lettori del fatto che la maggior parte delle pagine venivano visualizzate negli USA, e non capivo come ciò fosse possibile.
Ora credo di avere capito come stanno le cose, anche se si tratta solo di un'intuizione: i lettori non sono in maggioranza americani, ma italiani i quali, per entrare nel mio blog, utilizzano server o browser o sistemi operativi (forse i termini non sono esatti) che vengono registrati in America.
Grazie ancora
Luigi Barozzi

venerdì 5 dicembre 2014

giornalismo abusivo

Proprio pochi giorni fa, col titolo “attento, l’ordine ti sorveglia” ho fatto alcune considerazioni sull’Ordine dei Giornalisti in relazione a una vicenda che vede uno dei loro iscritti, Magdi Allam, nella necessità di difendersi di fronte al predetto “Ordine” che lo ha accusato di “islamofobia”.
In particolare mi chiedevo che senso abbia, in un paese che vuole essere liberale, un ordine professionale senza il cui tesserino non puoi lavorare e che potrebbe anche farti smettere di esercitare la professione del giornalista.
Si tratta di un organismo la cui esistenza, a mio avviso, è totalmente superflua.
Infatti, data per scontata la capacità professionale di un giornalista, il suo operato ha solo due vincoli.
Il primo è la coscienza, con la quale il giornalista dovrà fare i conti subito, prima di scrivere un articolo.
Il secondo è l’insieme di leggi esistenti per tutelare non solo la dignità delle persone oggetto dei suoi articoli, ma anche il rispetto dei destinatari degli articoli stessi.
La coscienza appartiene alla sfera personale ed è perciò variabile ma, nel caso sia troppo elastica ecco che interviene il sistema giuridico che punirà eventuali abusi.
Per questi motivi l’Ordine è una struttura che si sovrappone artificiosamente alla libera circolazione delle idee e delle opinioni.
Non a caso l’Ordine dei Giornalisti, come ho già scritto, venne fondato nel 1925 per evitare che la piena libertà dei giornalisti potesse arrecare qualche danno al regime fascista e alla sua immagine pubblica.
E allora oggi, a 89 anni dalla sua fondazione e a 69 anni dalla caduta del fascismo, quale giustificazione logica ha l’esistenza dell’Ordine dei Giornalisti?
Mi sono rifatto questa domanda dopo che, pochi giorni fa, è scoppiata la notizia di importanti personaggi intervistati da una persona che, non essendo iscritta, è stata accusata dal presidente dell’Ordine di “giornalismo abusivo”.

Dopo il clamore suscitato da questa vicenda sta poi emergendo che parecchie interviste, in questi anni, sono state fatte “abusivamente”, e allora la cosa si sta ingarbugliando per il presidente dell’Ordine Enzo Iacopino (nella foto), perchè il risalto di questa notizia potrebbe far sì che una grossa fetta di opinione pubblica si renda conto non solo dell’esistenza dell’Ordine dei Giornalisti, ma anche della sua inutilità, e la denuncia di abusivismo mediatico potrebbe trasformarsi in un boomerang.

lunedì 1 dicembre 2014

vilipendere

Si è conclusa una vicenda penosa, con 6 mesi di galera a Storace che definì indegno Napolitano.
Oltretutto, si trattava di una reazione a un intervento nel quale il presidente aveva tacciato Storace di indegnità per avere espresso un parere poco benevolo nei riguardi dei senatori a vita che, secondo lui, erano stampelle del governo Prodi.
Su questa vicenda occorre fare alcune considerazioni.
Storace ha sbagliato a criticare aspramente personalità come quella di Rita Levi Montalcini, sia per i suoi meriti accademici che per la sua età.
Ma la Levi Montalcini, come i suoi colleghi senatori non eletti, per alcuni mesi ha effettivamente fatto da stampella al governo Prodi: se lei o i colleghi erano malati, li mandavano a prendere pochi minuti prima del voto e li riportavano a casa subito dopo.
In altre parole, Storace aveva forse avuto una caduta di stile, ma aveva detto una cosa vera, che era sotto gli occhi di tutti.
Il Presidente della Repubblica che, è bene ricordarlo, è il garante dell’unità nazionale e non dovrebbe avere alcun ruolo nella politica politicante, è sceso dal suo alto scranno e ha dato dell’indegno a Storace il quale, rispondendo all’accusa, ha dichiarato che, secondo lui, era indegno il presidente.
Dopo questa dichiarazione, una zelante Procura accusò Storace di vilipendio al Capo dello Stato, e il Ministro della Giustizia di allora, Clemente Mastella, non si oppose.
Eravamo nel 2007 e la Giustizia, con la calma di chi sa di essere forte, ha lentamente preparato una condanna anacronistica in un paese civile, perché ha erogato il carcere per un reato di opinione.
Del resto si sono lette tante accuse al capo dello Stato molto più pesanti: c’è stato anche chi, qualche mese fa, lo ha definito “Morfeo”, “eversore”, “boia” senza che le vestali della dignità del presidente battessero ciglio.
Ovviamente, la legge considera i cittadini tutti uguali, ma forse qualcuno è più uguale di altri.
In ogni caso, degno o indegno che sia, negli ultimi mesi è emerso in modo abbastanza chiaro, con testimonianze tanto variegate quanto autorevoli, che Napolitano ha fatto non solo l’arbitro della politica, ma è sceso in campo in più occasioni, preparando ad arte la caduta del governo eletto dagli italiani per farli governare da un presunto statista, non eletto, che aveva studiato alla Bocconi e che diede una prova di capacità inversamente proporzionale ai suoi titoli accademici.
Inoltre il presidente, che evidentemente era certo di avere per le mani un grande statista, lo ha pure nominato senatore a vita il giorno prima di dargli l’incarico.
Anche adesso abbiamo un capo del governo non eletto ma nominato dal presidente che molti suoi detrattori chiamano re Giorgio.

Ebbene, questa condanna a 6 mesi di galera per averlo vilipeso, equivale a una incoronazione: Napolitano è proprio un re!