sabato 28 settembre 2013

riscaldamento globale


Pubblichiamo un articolo apparso oggi, 28 settembre 2013, sul quotidiano “Il Giornale”, a firma di Franco Battaglia, che dà una lettura del cosiddetto “riscaldamento globale” molto diversa da quella che va per la maggiore.
Franco Battaglia, docente di Chimica Ambientale all’Università di Modena, è uno studioso che ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche e, seppure molto in sintesi, spiega cose che tante persone vorrebbero capire ma delle quali nessuno parla mai.
E se dietro l’ossessivo richiamo ai pericoli del riscaldamento globale ci fossero, semplicemente, solo interessi?
  


ma la corda no!


La situazione politica è drammatica, ma quando Zeus decide, la sua alta sentenza va eseguita, e il luogotenente di Zeus, Re Giorgio, dovrà fare in modo che il leader del maggiore partito italiano esca dal parlamento e vada in galera.
Vediamo di mettere insieme, in sintesi, i fatti principali.
Nel marzo 1994, Berlusconi fonda un partito e vince le elezioni.
Nel dicembre 1994 la Lega, alleata di governo, toglie l’appoggio. Mallevadore di questa truffaldina operazione, il famigerato “ribaltone”, sarà il presidente Scalfaro: grazie a lui chi ha perso le elezioni governa e chi le ha vinte va a casa.
Iniziano le indagini legate a Berlusconi e alle sue attività: un avviso di garanzia viene pubblicato sul corrierone prima di essere consegnato a lui: ma chi sarà stato a farlo avere al corrierone? L’ufficio del registro? L’ufficio anagrafe? Oppure il catasto? Non è dato sapere.
2001 – Il centro destra vince le elezioni e governerà fino al 2006.
Nascono nuove numerose indagini, avvisi di garanzia e rinvii a giudizio fioccano.
2008 – Il centro destra rivince le elezioni e governerà fino al 2011, allorchè un altro presidente imiterà, o quasi, il suo predecessore ribaltonista mandando a casa chi ha vinto le elezioni senza che venga sfiduciato in parlamento, e chiamando a governare, non prima di averlo nominato senatore a vita, il prof. Monti, la cui cura lascerà l’Italia, che gli era stata affidata seriamente ammalata, in coma profondo.
Arriviamo ai giorni nostri.
Negli anni la magistratura ha lavorato sodo, ma i 34 rinvii a giudizio di Berlusconi, diconsi trentaquattro, sono tutti finiti nel nulla: contestualmente la campagna di odio viscerale verso di lui, scatenata a suo tempo da PDS, successori e succedanei, viene costantemente alimentata.
E arriviamo alla condanna per evasione fiscale: Berlusconi è condannato a 4 anni di galera mentre il presidente di Mediaset, Confalonieri, viene assolto. Ma il presidente di una società ne è il legale rappresentante, e se è innocente lui significa che l’irregolarità non c’è stata.
E allora? Mah!
Comunque la condanna c’è e scatta la legge Severino, che equipara il trattamento dei parlamentari condannati a quello degli amministratori locali, anche se l’articolo 66 della costituzione dice che è il parlamento a decidere se un parlamentare possa o no far parte del parlamento stesso.
Vi sono grossi dubbi di incostituzionalità in questa legge, ma la giunta del senato ha già emesso la sentenza: i più importanti esponenti PD hanno dichiarato che i loro parlamentari in commissione voteranno per l’arresto.
E ci sono grossi dubbi anche sul fatto che la suddetta legge Severino possa avere effetto retroattivo, perché la condanna si riferisce a fatti di molto precedenti la sua entrata in vigore.  
Ma se c’è qualche dubbio, non conviene sentire il parere della Consulta?
No, Berlusconi deve andare in galera.
Non hanno avuto nemmeno la furbizia di trincerarsi dietro la Consulta: se questa avesse respinto i dubbi di incostituzionalità (cosa assai probabile), si sarebbero tolti di dosso il marchio di giustizieri e avrebbero ottenuto lo stesso risultato, e in questo modo la collaborazione di governo avrebbe anche potuto continuare.
Ma la fregola di vedere il nemico n. 1 in galera gli ha impedito di ragionare, e bisogna capirli: è ciò che sognano da 19 anni e ora che il loro sogno sta per avverarsi, non possono lasciarsi scappare l’occasione.
Ovviamente, secondo loro, il governo andrà avanti lo stesso, con la fattiva collaborazione del partito il cui leader è stato cucinato ad arte per la galera.
E se il suddetto partito si ribella?
Non càpita, ma se càpita è un golpe!
Come dire, vi abbiamo dato botte da orbi, ma voi dovete tenerle strette e capire che l’abbiamo fatto per il bene dell’Italia che è anche il vostro bene!
Vi è un ultimo aspetto da sottolineare: la legge Severino è stata votata anche dal PDL che sosteneva il governo Monti, e questo fatto ricorda un detto di un importante comunista: “la corda con la quale impiccarli ci verrà fornita dai capitalisti stessi”.

mercoledì 25 settembre 2013

lamberto d'oro 2013




Sedicesima Edizione del “Lamberto d’Oro”

Lunedì 7 Ottobre 2013 - ore 20.30, allo Spazio Eventi L. Famigli di Spilamberto, avrà luogo l’annuale assegnazione del “Lamberto d’Oro”.
Si tratta di un premio che l’Ordine dei Cavalieri di Lamberto, associazione ideata e fondata da Attilio Muratori, conferisce ogni anno a un cittadino che abbia onorato la propria appartenenza alla Comunità spilambertese.
Dopo l’introduzione del Presidente dell’Ordine, Giampaolo Sola, e una fase di intrattenimento, vi sarà la premiazione, con i Cavalieri schierati sul palco in abiti medioevali e con la spada del Presidente che si poserà sulle spalle della persona prescelta come “Cavaliere di Lamberto 2013”.
Infine, dopo un intrattenimento musicale, vi sarà un buffet con brindisi a chiusura della serata.




lunedì 23 settembre 2013

limiti di velocità


I limiti di velocità nella nostra provincia sono abbastanza spesso velleitari, nel senso che è pressochè impossibile osservarli scrupolosamente senza creare ingorghi nella circolazione e liti fra automobilisti.
Facciamo solo due esempi per capire di ciò di cui si parla, ma di casi simili ne esistono parecchi.
Il tratto di strada ex Statale del Passo Brasa fra Spilamberto e Ponte Guerro è, da pochi mesi, soggetto al limite dei 50 Km/l’ora.
Precedentemente il limite era 70 km/ora.
Si tratta di un rettilineo di 4 Km nel quale è difficilissimo non superare i 50 Km/ora, e si assiste così quotidianamente alle gimkane di qualche automibilista che, particolarmente insofferente e incurante delle eventuali conseguenze, sorpassa dove vi é la striscia continua, oppure sul dosso di Ponte Re, a velocità doppia del consentito senza, peraltro, che le autorità preposte intervengano a sanzionarlo.
Occorre anche dire, a onor del vero, che gli automobilisti sorpassati, sicuramente meno indisciplinati, viaggiano generalmente sui 70 orari: è quasi impossibile vedere un’auto che viaggi ai 50 orari.
Un altro limite che lascia perplessi è quello dei 70 Km/ora sulla tangenziale di Modena, una strada con due ampie corsie per ogni senso di marcia separate al centro da un’aiola: non superare i 70 è quasi impossibile.
In sostanza, si tratta di limiti non credibili, e la domanda che ci si pone è:
 “ è meglio mettere un limite troppo basso e infischiarsene del fatto che lo superano tutti, oppure un limite un po’ più alto, e vigilare attivamente con persone e mezzi digitali per farlo rispettare punendo i trasgressori?”
Io credo che la seconda ipotesi sia la più sensata, ma c’è un ma: si dice che i limiti molto bassi consentano, se si installa l’autovelox per poche ore, di incamerare delle somme che aiutano molto le nostre amministrazioni mai sazie di fondi.
Speriamo che non sia vero, tuttavia viene da pensare: ma chi mette quei limiti?
Fino a pochi anni fa i nostri amministratori avrebbero detto che la responsabilità era dell’ANAS e perciò non potevano farci niente.
Oggi le strade Statali sono diventate provinciali, e ciò è avvenuto proprio negli anni in cui le province dovevano scomparire, ma questo è un altro discorso di cui ci occuperemo in altra sede.
Essendo provinciali, il centro decisionale è a Modena, ed è costituito dalla stessa classe di pubblici amministratori, tutti con la stessa targa politica, che fanno la spola fra Comuni, Provincia ed enti pubblici.
Sarebbe auspicabile, da parte dei suddetti amministratori, una maggiore attenzione nell’attribuzione dei limiti di velocità alle varie strade.

lunedì 9 settembre 2013

p 167 deposito rifiuti a Savignano bis

I RIFIUTI 
Il loro percorso non è mai stato al centro dell'interesse collettivo come adesso. 
E' pertanto interessante conoscere le problematiche dei paesi vicini.
Anche a Savignano l'obiettivo da raggiungere sembra quello di costringere gli utenti a depositare sacchetti di pattume in formato mignon.

trasporto pubblico 5


Il costo del trasporto pubblico a Modena e provincia

Come ho spiegato nei precedenti post, ovvero trasporti 2-3-4, è quasi impossibie per un cittadino di Modena e provincia sapere quanto gli costa il trasporto pubblico.
Per questo motivo mi sono impegnato divulgando, nel mio piccolo, il dato corretto con una serie di articoli pubblicati a suo tempo sull’Eco del Panaro.
Ripropongo l’ultimo articolo sull’argomento, pubblicato sull’Eco del Panaro nel novembre 2010 con il titolo QUANTO CI COSTA ATCM.

Chiudo così questa serie di articoli sui trasporti.
Mi scuso se sono stato ripetitivo, ma credo che l’adoperarsi per ottenere una maggiore trasparenza da parte di chi comanda le nostre istituzioni possa giustificare anche qualche ripetizione.
Purtroppo, i risultati finora ottenuti sono stati nulli.

venerdì 6 settembre 2013

il presidente arruolatore


Il Presidente Napolitano ha messo a segno un altro dei suoi colpi che travalicano il ruolo che la Costituzione vigente oggi, e per chissà quanto tempo ancora, gli assegna: un mero ruolo di garante dell’unità nazionale.
L’abbiamo già visto, in altre occasioni, interpretare la Costituzione a seconda della convenienza politica sua e dei suoi sodali. Ne citiamo solo due.

Nel 2007 il governo, guidato da Prodi, era in difficoltà, e al Senato non aveva più maggioranza. Successe allora che un tal Follini Giuseppe, detto Marco, eletto senatore nel 2006 nelle liste CDL, passò fra le file della sinistra, e quel suo voto garantiva, almeno sulla carta, la maggioranza.
In quell’occasione il Presidente dichiarò solennemente che il Parlamento è sovrano, e finchè può esprimere una maggioranza, il Presidente ha il dovere di non sciogliere le Camere. Tralasciamo il fatto che il puntello era costituito dal voto di un voltagabbana eletto nello schieramento opposto.
Questo al nostro Presidente non interessava: il Parlamento è sovrano.

Arriviamo così al novembre 2011. Il governo Berlusconi non naviga in acque facili, tuttavia ha sempre superato i voti di fiducia che si è trovato davanti, per cui in Parlamento le forze che sostengono il governo hanno la maggioranza e non sono mai state sfiduciate. 
E il Presidente che ti inventa? Azionando leve che solo lui conosce mette in condizione il governo di mollare, perché lo spread è troppo alto e serve un governo guidato da un buon uomo: buon uomo che lui ha già individuato, istruito, e fatto senatore.
In questo caso il Parlamento non è più sovrano, e se il governo non è caduto in Parlamento è lo stesso.

Questi fatti ricordano vagamente uno dei cardini del mondo politico da cui proviene Napolitano, ovvero il comunismo: quello che ci è utile è buono, quello che ci ostacola è cattivo.

Perché ho ricordato questi episodi?
Perché l’infornata di senatori di qualche giorno fa va nella stessa direzione: infatti i nominati sono tutti di provata fede sinistrorsa, e un eventuale governo Letta bis, senza il PDL, potrebbe contare su quattro voti in più.
Si potrebbe dire che, più che di una nomina, si è trattato di un arruolamento.
Purtroppo, però, mi sono reso conto di ciò solo all’indomani della nomina dei 4 senatori.
Nel mio post “Il presidente non bada a spese”, scritto di getto il 30 agosto scorso, ho criticato l’intervento del Presidente ritenendo la nomina inopportuna sia dal lato economico, dato il momento critico che stiamo vivendo, sia dal lato istituzionale, considerando che il numero dei nostri parlamentari era già troppo alto.
In altre parole davo per scontata la buona fede del Presidente, e credo di avere commesso un errore grossolano.

giovedì 5 settembre 2013

p 166 deposito rifiuti a Savignano

Se la popolazione di Spilamberto incontra notevoli difficoltà nel deposito dei rifiuti, anche i Savignanesi hanno qualche preoccupazione, a giudicare dal passaparola 166 preso dal blog dell'Eco del Panaro.

lunedì 2 settembre 2013

p 165 referendum


evviva l'imu


E’ stata soppressa l’IMU sulla prima casa.
Si tratta di un’imposta illiberale, come tutte le imposte patrimoniali, che cioè non rappresentano una quota di reddito del contribuente.
Le imposte patrimoniali somigliano a dei “pizzi”: “tu possiedi una cosa, e allora paga un pedaggio annuale altrimenti per te si mette male”.
Dopo molti tira e molla, l’IMU sulla prima casa è stata tolta e, in un paese dove circa i tre quarti delle famiglie vivono in casa di proprietà, dovrebbe essere una buona notizia, e in effetti lo è, ma non per tutti.
Numerosi esponenti della sinistra, a cominciare dal PD che è al governo e che ha pertanto la paternità di questo provvedimento, dichiarano di non essere contenti, che in realtà si tratta di una rimodulazione, e che era meglio se non si faceva perché poi vi sarà una stangata diversa e più dolorosa.
Dove? Non si sa.
Subito dopo rincuorano le loro basi: state tranquilli, questa è andata così, ma non permetteremo che venga vanificato l’aumento dell’IVA, ci potete contare.
A sentire le dichiarazioni di questi signori e, soprattutto, a guardare la mestizia, il senso di sconfitta delle loro facce, c’è da rimanere esterrefatti.
Pensano forse che le spese della pubblica amministrazione non si possano mai ritoccare al ribasso?
Non sanno che la politica è l’arte del possibile, e il possibile si ottiene attraverso una continua scelta nell’utilizzazione delle risorse fornite dai cittadini?
Non gli passa per la testa che una mancata entrata possa essere compensata anche da una mancata uscita?
Non sanno che gli aumenti di imposte spesso producono minori entrate, come nel caso dell’aumento dell’accise sulla benzina che ha prodotto un introito complessivo inferiore a quello dell’anno precedente?
Credono, così come crede il mitico Monti, che se il costo di un bene aumenta il consumatore compri sempre la stessa quantità di quel bene?
Mah, chissà?
Vi è tuttavia un’altra chiave di lettura del senso di disfatta di cui si parlava: la misura attuata viene ritenuta giusta ma, siccome è stata una delle condizioni poste dal PDL per varare il governo di larghe intese, suona come una vittoria dell’arcinemico, e come tale va stroncata.
Quale che sia la diagnosi più esatta, con dei governanti così c’è poco da stare allegri.