sabato 28 settembre 2013

ma la corda no!


La situazione politica è drammatica, ma quando Zeus decide, la sua alta sentenza va eseguita, e il luogotenente di Zeus, Re Giorgio, dovrà fare in modo che il leader del maggiore partito italiano esca dal parlamento e vada in galera.
Vediamo di mettere insieme, in sintesi, i fatti principali.
Nel marzo 1994, Berlusconi fonda un partito e vince le elezioni.
Nel dicembre 1994 la Lega, alleata di governo, toglie l’appoggio. Mallevadore di questa truffaldina operazione, il famigerato “ribaltone”, sarà il presidente Scalfaro: grazie a lui chi ha perso le elezioni governa e chi le ha vinte va a casa.
Iniziano le indagini legate a Berlusconi e alle sue attività: un avviso di garanzia viene pubblicato sul corrierone prima di essere consegnato a lui: ma chi sarà stato a farlo avere al corrierone? L’ufficio del registro? L’ufficio anagrafe? Oppure il catasto? Non è dato sapere.
2001 – Il centro destra vince le elezioni e governerà fino al 2006.
Nascono nuove numerose indagini, avvisi di garanzia e rinvii a giudizio fioccano.
2008 – Il centro destra rivince le elezioni e governerà fino al 2011, allorchè un altro presidente imiterà, o quasi, il suo predecessore ribaltonista mandando a casa chi ha vinto le elezioni senza che venga sfiduciato in parlamento, e chiamando a governare, non prima di averlo nominato senatore a vita, il prof. Monti, la cui cura lascerà l’Italia, che gli era stata affidata seriamente ammalata, in coma profondo.
Arriviamo ai giorni nostri.
Negli anni la magistratura ha lavorato sodo, ma i 34 rinvii a giudizio di Berlusconi, diconsi trentaquattro, sono tutti finiti nel nulla: contestualmente la campagna di odio viscerale verso di lui, scatenata a suo tempo da PDS, successori e succedanei, viene costantemente alimentata.
E arriviamo alla condanna per evasione fiscale: Berlusconi è condannato a 4 anni di galera mentre il presidente di Mediaset, Confalonieri, viene assolto. Ma il presidente di una società ne è il legale rappresentante, e se è innocente lui significa che l’irregolarità non c’è stata.
E allora? Mah!
Comunque la condanna c’è e scatta la legge Severino, che equipara il trattamento dei parlamentari condannati a quello degli amministratori locali, anche se l’articolo 66 della costituzione dice che è il parlamento a decidere se un parlamentare possa o no far parte del parlamento stesso.
Vi sono grossi dubbi di incostituzionalità in questa legge, ma la giunta del senato ha già emesso la sentenza: i più importanti esponenti PD hanno dichiarato che i loro parlamentari in commissione voteranno per l’arresto.
E ci sono grossi dubbi anche sul fatto che la suddetta legge Severino possa avere effetto retroattivo, perché la condanna si riferisce a fatti di molto precedenti la sua entrata in vigore.  
Ma se c’è qualche dubbio, non conviene sentire il parere della Consulta?
No, Berlusconi deve andare in galera.
Non hanno avuto nemmeno la furbizia di trincerarsi dietro la Consulta: se questa avesse respinto i dubbi di incostituzionalità (cosa assai probabile), si sarebbero tolti di dosso il marchio di giustizieri e avrebbero ottenuto lo stesso risultato, e in questo modo la collaborazione di governo avrebbe anche potuto continuare.
Ma la fregola di vedere il nemico n. 1 in galera gli ha impedito di ragionare, e bisogna capirli: è ciò che sognano da 19 anni e ora che il loro sogno sta per avverarsi, non possono lasciarsi scappare l’occasione.
Ovviamente, secondo loro, il governo andrà avanti lo stesso, con la fattiva collaborazione del partito il cui leader è stato cucinato ad arte per la galera.
E se il suddetto partito si ribella?
Non càpita, ma se càpita è un golpe!
Come dire, vi abbiamo dato botte da orbi, ma voi dovete tenerle strette e capire che l’abbiamo fatto per il bene dell’Italia che è anche il vostro bene!
Vi è un ultimo aspetto da sottolineare: la legge Severino è stata votata anche dal PDL che sosteneva il governo Monti, e questo fatto ricorda un detto di un importante comunista: “la corda con la quale impiccarli ci verrà fornita dai capitalisti stessi”.

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