La situazione politica è drammatica, ma quando Zeus
decide, la sua alta sentenza va eseguita, e il luogotenente di Zeus, Re
Giorgio, dovrà fare in modo che il leader del maggiore partito italiano esca
dal parlamento e vada in galera.
Vediamo di mettere insieme, in sintesi, i fatti
principali.
Nel marzo 1994, Berlusconi fonda un partito e vince
le elezioni.
Nel dicembre 1994 la Lega, alleata di governo,
toglie l’appoggio. Mallevadore di questa truffaldina operazione, il famigerato
“ribaltone”, sarà il presidente Scalfaro: grazie a lui chi ha perso le elezioni
governa e chi le ha vinte va a casa.
Iniziano le indagini legate a Berlusconi e alle sue
attività: un avviso di garanzia viene pubblicato sul corrierone prima di essere
consegnato a lui: ma chi sarà stato a farlo avere al corrierone? L’ufficio del
registro? L’ufficio anagrafe? Oppure il catasto? Non è dato sapere.
2001 – Il centro destra vince le elezioni e
governerà fino al 2006.
Nascono nuove numerose indagini, avvisi di garanzia
e rinvii a giudizio fioccano.
2008 – Il centro destra rivince le elezioni e
governerà fino al 2011, allorchè un altro presidente imiterà, o quasi, il suo
predecessore ribaltonista mandando a casa chi ha vinto le elezioni senza che
venga sfiduciato in parlamento, e chiamando a governare, non prima di averlo
nominato senatore a vita, il prof. Monti, la cui cura lascerà l’Italia, che gli
era stata affidata seriamente ammalata, in coma profondo.
Arriviamo ai giorni nostri.
Negli anni la magistratura ha lavorato sodo, ma i 34
rinvii a giudizio di Berlusconi, diconsi
trentaquattro, sono tutti finiti nel nulla: contestualmente la campagna di
odio viscerale verso di lui, scatenata a suo tempo da PDS, successori e
succedanei, viene costantemente alimentata.
E arriviamo alla condanna per evasione fiscale:
Berlusconi è condannato a 4 anni di galera mentre il presidente di Mediaset,
Confalonieri, viene assolto. Ma il presidente di una società ne è il legale
rappresentante, e se è innocente lui significa che l’irregolarità non c’è
stata.
E allora? Mah!
Comunque la condanna c’è e scatta la legge Severino,
che equipara il trattamento dei parlamentari condannati a quello degli
amministratori locali, anche se l’articolo 66 della costituzione dice che è il
parlamento a decidere se un parlamentare possa o no far parte del parlamento
stesso.
Vi sono grossi dubbi di incostituzionalità in questa
legge, ma la giunta del senato ha già emesso la sentenza: i più importanti
esponenti PD hanno dichiarato che i loro parlamentari in commissione voteranno
per l’arresto.
E ci sono grossi dubbi anche sul fatto che la
suddetta legge Severino possa avere effetto retroattivo, perché la condanna si
riferisce a fatti di molto precedenti la sua entrata in vigore.
Ma se c’è qualche dubbio, non conviene sentire il
parere della Consulta?
No, Berlusconi deve andare in galera.
Non hanno avuto nemmeno la furbizia di trincerarsi
dietro la Consulta: se questa avesse respinto i dubbi di incostituzionalità
(cosa assai probabile), si sarebbero tolti di dosso il marchio di giustizieri e
avrebbero ottenuto lo stesso risultato, e in questo modo la collaborazione di
governo avrebbe anche potuto continuare.
Ma la fregola di vedere il nemico n. 1 in galera gli
ha impedito di ragionare, e bisogna capirli: è ciò che sognano da 19 anni e ora
che il loro sogno sta per avverarsi, non possono lasciarsi scappare
l’occasione.
Ovviamente, secondo loro, il governo andrà avanti lo
stesso, con la fattiva collaborazione del partito il cui leader è stato
cucinato ad arte per la galera.
E se il suddetto partito si ribella?
Non càpita, ma se càpita è un golpe!
Come dire, vi abbiamo dato botte da orbi, ma voi
dovete tenerle strette e capire che l’abbiamo fatto per il bene dell’Italia che
è anche il vostro bene!
Vi è un ultimo aspetto da sottolineare: la legge
Severino è stata votata anche dal PDL che sosteneva il governo Monti, e questo
fatto ricorda un detto di un importante comunista: “la corda con la quale impiccarli ci verrà fornita dai capitalisti
stessi”.
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