E’ stato difficile, per alcune generazioni, adeguarsi alla rapidità con
cui l’evolversi della scienza modificava la loro vita, quasi sempre in meglio
ma, si sa, i cambiamenti costano anche quando sono utili.
All’inizio dell’800 la vita scorreva come nel Medio Evo: per
trasportare qualcuno o qualcosa occorreva il cavallo, per comunicare occorreva
affidarsi alla Poste Regie e, nel caso vi fosse fretta, occorreva un piccione
viaggiatore.
Poi, alcune scoperte lasciarono di sasso la gente: prima il treno
trascinato dalla locomtiva, quella che Zola chiamerà, in un celebre romanzo, la bête humaine, poi il telegrafo, il
telefono e, infine, l’automobile.
“Mah, dove andremo a finire?”
si chiedeva molta gente, anche se l’utilizzo delle suddette “scoperte” era
talmente limitato che la maggioranza della gente continuava a vivere come se
non ci fossero state.
Poi è arrivato il XX secolo che si è distinto, oltre che per guerre e
ideologie al potere, per le scoperte tecnologiche: dalla candela alle lampade
alogene, dalla carta stampata alla radio, dal piombo dei caratteri al PDF,
dalla legna al gas metano, dalla tinozza alla Jacuzzi, dalla radio alla
televisione, dal treno all’aereo, dal pennino al computer e, infine, è arrivato
internet, con le notizie che circolano in tempo reale in tutte le case del
mondo nelle quali vi sia un computer.
Inoltre, la moderna tecnologia informatica consente di modificare le
foto, tanto che le immagini che ritraggono una persona possono essere
migliorate o peggiorate a piacimento dell’autore, e ciò introduce un notevole
tasso di virtualità in ciò che vediamo.
Tuttavia, la notizia è recente, il citato tasso di virtualità sta per
subire un’impennata: verranno introdotte corse di cavalli totalmente virtuali,
predisposte dal computer.
Non esisteranno i cavalli, né i loro proprietari, né gli stallieri, né
gli allenatori, né i guidatori e nemmeno gli spettatori dell’ippodromo
virtuale: tutto finto.
Mi ricordo che, all’avvento del computer, qualcuno storceva il naso
dicendo che l’uomo, affidando sempre maggiori mansioni al computer, rischiava
di trasformare quello che doveva essere un aiuto in una sudditanza che poteva
diventare anche schiavitù.
Ebbene, l’ippica virtuale è un passo da gigante verso un mondo nel
quale i contorni fra realtà e fantasia sono sempre meno netti.
Speriamo di non fare la fine del giardiniere del film “Oltre il giardino”, interpretato da
Peter Sellers, che crede che la realtà risieda nella TV e, minacciato da un
malvivente, cerca di annientarlo premendo il pulsante del telecomando.
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