giovedì 10 aprile 2014

primarie pd viste da messer filippo


Ricevo, e pubblico volentieri, un’interessante lettura di Messer Filippo della vicenda primarie del PD del 2 marzo scorso.

Sono Messer Filippo e, come ben sapete, da qualche secolo osservo Spilamberto da una postazione privilegiata: il torrione. Dall’alto vedo tutto ed ho il vantaggio di essere invisibile: è per questo che nulla di quanto accade a Spilamberto può sfuggirmi.
Negli ultimi mesi, l’avvicinarsi delle elezioni comunali ha scatenato una bagarre generale.
Il partito che governa Spilamberto, il PD, ha dovuto fare le primarie, ubbidendo a una scelta fatta a livello nazionale.
Si è trattato di un avvenimento di grande coinvolgimento popolare.
Vi erano due contendenti, e le primarie sembravano elezioni vere, perché chi le vinceva diventava, quasi certamente, sindaco.

Il candidato favorito
Daniela Barozzi era sostenuta dal PD e da buona parte della popolazione perché conosciuta come persona onesta e culturalmente preparata.
Molti pensavano che avrebbe vinto facilmente, ma è anche vero che nelle competizioni, sportive e non, chi parte con il vantaggio del pronostico rischia sempre molto.
Nel mondo degli stranieri era conosciuta per il ruolo di assessore ricoperto per anni, ma ho notato che non voleva dare l’impressione di utilizzare queste persone, spesso in difficoltà, a sostegno della propria bottega: per questo motivo si è astenuta dall’arruolarli in massa.
Era convinta di poter fare un buon lavoro nell’amministrare il paese in cui è nata, e ha fatto una campagna appassionata, attorniata da un folto gruppo di giovani.
Certo, era la vice di Lamandini, un sindaco non molto amato dagli spilambertesi, e non ha mai cercato di nasconderlo per comprensibili motivi, non solo etici ma anche estetici.
Ovviamente, il fatto di rappresentare la continuità con l’amministrazione in carica costituiva un fattore di rischio.

Il candidato outsider
Il suo rivale era Umberto Costantini, un giovane outsider che non aveva niente da perdere perché una sua sconfitta sarebbe stata più che giustificata. Anch’egli veniva dalla stessa forza politica, essendo stato eletto, nel 2009, nella stessa lista della Barozzi e del sindaco Lamandini.
Nelle primarie, tuttavia, non aveva il PD a sostenerlo, ma alcune “prime donne” del mondo culturale, più qualche vecchio arnese della politica locale e, infine, il mondo che ruota attorno alla parrocchia, dove l’outsider istruiva i giovani boy-scout.
Fra i suoi sostenitori vi era chi faceva campagna non tanto pro Costantini, ma soprattutto contra la Barozzi, ammonendo che ella non poteva diventare sindaco perché il di lei padre era stato fascista, e questo mi è sembrato un argomento del tutto fuori luogo.
Infatti tutti sanno che nel dopoguerra, a Spilamberto come altrove, importanti cariche pubbliche sono state ricoperte da uomini che avevano militato essi stessi nel partito fascista, figuriamoci che senso ha tirare in ballo un padre dopo settant’anni.
Ma torniamo a bomba.
L’outsider si muoveva molto bene: sceglieva i punti critici dell’amministrazione, pungolava gli scontenti e assicurava che, con lui, sarebbe cambiata la musica.
E’ riuscito così a compiere un piccolo capolavoro: far credere a un sacco di gente di non avere nulla a che fare con l’attuale amministrazione.
Ma il vero colpo da maestro, preparato con la massima cura, era l’asso che teneva nascosto nella manica: il voto degli extracomunitari, categoria che in campagna elettorale aveva praticamente ignorato.
Costoro sono accorsi in massa per sostenerlo votando a Spilamberto, mentre avrebbero dovuto andare a San Vito, secondo il regolamento che il PD aveva diffuso. Come mai?
Ho sentito l’outsider, alla vigilia del voto, proporre che, se qualche extracomunitario si fosse presentato a Spilamberto per votare, venisse accettato perché poteva essere nell’impossibilità di raggiungere San Vito.
La sua proposta fu accolta, ma “qualche extracomunitario” diventarono un esercito, e la loro fila davanti al seggio, durata tutto il piovosissimo giorno, ha anche dissuaso parecchi spilambertesi dal votare.

Il risultato finale
Umberto Costantini, l’outsider, ha vinto nettamente le primarie e sarà il candidato sindaco per la lista del PD e dintorni.
Lo attende un radioso futuro da leader politico, perché ha tutti i pregi e anche i difetti (a volte più importanti dei pregi) per riuscirvi.

Le opposizioni
Ho visto un certo movimento anche fra le attuali opposizioni.
Hanno formato una lista unica, ma hanno atteso la fine delle primarie PD prima di divulgare la notizia.
Infatti erano interessati all’esito delle citate primarie, e ho sentito alcuni loro esponenti esortare la gente a votare per Costantini.
Forse pensavano, con la candidatura di Costantini a sindaco, di avere più possibilità di vincere, specialmente nel caso di spaccature interne al PD.
Effettivamente, dopo le primarie è nata un’altra lista di sinistra, che potrebbe togliere voti a Costantini, ma è nata anche quella di M5S, che potrebbe togliere voti alle attuali opposizioni.
La situazione, a meno di due mesi dal voto, è comunque incerta, e si preannuncia una lotta all’ultimo sangue.
Come sempre io, Messer Filippo, vedrò dall’alto, con più distacco rispetto a voi vivi, l’evolversi delle cose.
Devo però ammettere che, come mi accade assai di rado, sono curioso di vedere come andrà a finire.
 

1 commento:

  1. Ciao Luigi, forse non si capisce perchè nel PD-L ( come lo chiamo io ) di solito vince chi riesce a trovare più scheletri negli armadi e poter ....... i vari esponenti del partito, quindi bisogna essere bravi ad aver per amici la cricca del partito solo cosi' si fa carriera.

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