Le
voci che circolavano sullo spostamento dell’archivio di Spilamberto a Vignola
non erano campate in aria.
Si
tratta infatti di un progetto già realizzato, come ha spiegato, mercoledì 23
aprile scorso, il vicepresidente Pesci della Fondazione di Vignola.
Prima
dell’incontro, Pesci ha mostrato ai presenti il nuovo archivio già pronto e,
mentre spiegava la funzione delle varie stanze, usava l’indicativo per passare,
ogni tanto, al condizionale.
Evidentemente
si ricordava, di tanto in tanto, che nella lettera inviata ai frequentatori
degli archivi la Fondazione parlava di progetto in fase di sviluppo e di
auspicata condivisione del progetto da parte degli invitati.
Poi,
quando è iniziato l’incontro, sono caduti tutti i dubbi: quel progetto è
costato quasi 2 milioni di euro e, prima di spenderli, la fondazione ha voluto
l’adesione dei sindaci interessati alla creazione di quella struttura
collettiva, inglobante gli archivi di Vignola, Spilamberto, Savignano, Marano,
Castelnuovo e Castelvetro.
Poi
la parola è passata al pubblico presente, e l’intervento molto critico del
Presidente del Circolo Culturale “Il
Torrione” Graziano Giacobazzi, poi quello più sfumato della
ricercatrice-scrittrice Criseide Sassatelli, hanno dimostrato che i cittadini
meno felici per questa scelta archivistica sono quelli di Spilamberto.
Ha
poi preso la parola Vitale, della Soprintendenza, che ha trattato la questione
esclusivamente dal lato tecnico.
E’
così emerso che la Soprintendenza non ha obbligato nessuno a fare alcunchè: un
archivio può essere situato dovunque, purchè abbia le caratteristiche stabilite
dalle leggi e dai regolamenti vigenti.
Tuttavia
vi sono, in questa vicenda, due aspetti poco chiari.
Il
primo è perché la Fondazione abbia preso l’iniziativa di un progetto così
importante.
Infatti
il suo ruolo è di favorire progetti meritevoli di sostegno, non di fare scelte
che competono alle istituzioni.
E
perché tanto interesse per il nostro Archivio mentre la Chiesa di Santa Maria
degli Angeli, proprietà della medesima Fondazione dal 1997, è abbandonata in
condizioni pietose?
In
secondo luogo non si capisce perché tale scelta, molto importante per le varie
comunità, non sia stata spiegata ai cittadini prima di essere attuata.
Infatti,
sul piano strettamente tecnico, la citata scelta non è priva di aspetti logici
e logistici di una certa importanza.
Quella
che è stata totalmente ignorata è la sensibilità dei cittadini di Spilamberto,
che nel dopoguerra si sono visti spogliare, a favore di Vignola, di molti
servizi.
Questo
ennesimo esproprio silenzioso ha creato molti malumori.
Ora,
pare di capire che la scelta non sia ancora stata ufficializzata, e vedremo
nelle prossime settimane cosa succederà.
Nella foto in alto l’edificio, già appartenuto alla CRV, che la Fondazione di Vignola ha acquistato per ospitarvi gli archivi di alcuni Comuni delle Terre di Castelli, fra i quali Spilamberto.
Posso commentare solo con 2 parole: Una porcata.
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