Ricevo, e pubblico volentieri,
un’interessante lettura di Messer Filippo della vicenda primarie del PD del 2
marzo scorso.
Sono Messer Filippo
e, come ben sapete, da qualche secolo osservo Spilamberto da una postazione
privilegiata: il torrione. Dall’alto vedo tutto ed ho il vantaggio di essere
invisibile: è per questo che nulla di quanto accade a Spilamberto può
sfuggirmi.
Negli ultimi mesi,
l’avvicinarsi delle elezioni comunali ha scatenato una bagarre generale.
Il partito che
governa Spilamberto, il PD, ha dovuto fare le primarie, ubbidendo a una scelta
fatta a livello nazionale.
Si è trattato di un
avvenimento di grande coinvolgimento popolare.
Vi erano due
contendenti, e le primarie sembravano elezioni vere, perché chi le vinceva
diventava, quasi certamente, sindaco.
Il candidato favorito
Daniela Barozzi era sostenuta dal PD e da buona parte della
popolazione perché conosciuta come persona onesta e culturalmente preparata.
Molti pensavano che
avrebbe vinto facilmente, ma è anche vero che nelle competizioni, sportive e
non, chi parte con il vantaggio del pronostico rischia sempre molto.
Nel mondo degli
stranieri era conosciuta per il ruolo di assessore ricoperto per anni, ma ho
notato che non voleva dare l’impressione di utilizzare queste persone, spesso
in difficoltà, a sostegno della propria bottega: per questo motivo si è
astenuta dall’arruolarli in massa.
Era convinta di
poter fare un buon lavoro nell’amministrare il paese in cui è nata, e ha fatto
una campagna appassionata, attorniata da un folto gruppo di giovani.
Certo, era la vice
di Lamandini, un sindaco non molto amato dagli spilambertesi, e non ha mai
cercato di nasconderlo per comprensibili motivi, non solo etici ma anche
estetici.
Ovviamente, il fatto
di rappresentare la continuità con l’amministrazione in carica costituiva un
fattore di rischio.
Il candidato outsider
Il suo rivale era Umberto Costantini, un giovane outsider che non aveva niente da
perdere perché una sua sconfitta sarebbe stata più che giustificata. Anch’egli
veniva dalla stessa forza politica, essendo stato eletto, nel 2009, nella
stessa lista della Barozzi e del sindaco Lamandini.
Nelle primarie,
tuttavia, non aveva il PD a sostenerlo, ma alcune “prime donne” del
mondo culturale, più qualche vecchio
arnese della politica locale e, infine, il mondo che ruota attorno alla
parrocchia, dove l’outsider istruiva i giovani boy-scout.
Fra i suoi
sostenitori vi era chi faceva campagna non tanto pro Costantini, ma soprattutto contra
la Barozzi, ammonendo che ella non poteva diventare sindaco perché il di lei
padre era stato fascista, e questo mi è sembrato un argomento del tutto fuori
luogo.
Infatti tutti sanno
che nel dopoguerra, a Spilamberto come altrove, importanti cariche pubbliche sono
state ricoperte da uomini che avevano militato essi stessi nel partito
fascista, figuriamoci che senso ha tirare in ballo un padre dopo settant’anni.
Ma torniamo a bomba.
L’outsider si
muoveva molto bene: sceglieva i punti critici dell’amministrazione, pungolava
gli scontenti e assicurava che, con lui, sarebbe cambiata la musica.
E’ riuscito così a
compiere un piccolo capolavoro: far credere a un sacco di gente di non avere
nulla a che fare con l’attuale amministrazione.
Ma il vero colpo da
maestro, preparato con la massima cura, era l’asso che teneva nascosto nella
manica: il voto degli extracomunitari, categoria che in campagna elettorale
aveva praticamente ignorato.
Costoro sono accorsi
in massa per sostenerlo votando a Spilamberto, mentre avrebbero dovuto andare a
San Vito, secondo il regolamento che il PD aveva diffuso. Come mai?
Ho sentito
l’outsider, alla vigilia del voto, proporre che, se qualche extracomunitario si
fosse presentato a Spilamberto per votare, venisse accettato perché poteva
essere nell’impossibilità di raggiungere San Vito.
La sua proposta fu
accolta, ma “qualche extracomunitario” diventarono un esercito, e la loro fila
davanti al seggio, durata tutto il piovosissimo giorno, ha anche dissuaso
parecchi spilambertesi dal votare.
Il risultato finale
Umberto Costantini,
l’outsider, ha vinto nettamente le primarie e sarà il candidato sindaco per la
lista del PD e dintorni.
Lo attende un
radioso futuro da leader politico, perché ha tutti i pregi e anche i difetti (a
volte più importanti dei pregi) per riuscirvi.
Le opposizioni
Ho visto un certo
movimento anche fra le attuali opposizioni.
Hanno formato una
lista unica, ma hanno atteso la fine delle primarie PD prima di divulgare la
notizia.
Infatti erano
interessati all’esito delle citate primarie, e ho sentito alcuni loro esponenti
esortare la gente a votare per Costantini.
Forse pensavano, con
la candidatura di Costantini a sindaco, di avere più possibilità di vincere,
specialmente nel caso di spaccature interne al PD.
Effettivamente, dopo
le primarie è nata un’altra lista di sinistra, che potrebbe togliere voti a
Costantini, ma è nata anche quella di M5S, che potrebbe togliere voti alle
attuali opposizioni.
La situazione, a
meno di due mesi dal voto, è comunque incerta, e si preannuncia una lotta
all’ultimo sangue.
Come sempre io,
Messer Filippo, vedrò dall’alto, con più distacco rispetto a voi vivi,
l’evolversi delle cose.
Devo però ammettere
che, come mi accade assai di rado, sono curioso di vedere come andrà a finire.