giovedì 31 ottobre 2013

zanzare 5


TASI


L’abolizione dell’IMU sarà compensata dalla TASI e, naturalmente, il contribuente pagherà di più.
Probabilmente la mente di questa brillante operazione deve essere stata non solo progressista ma anche veneta: paga e TASI.






OBAMA

Un importante collaboratore di Obama gli manifestò perplessità sull’opportunità di estendere le intercettazioni: “Ma, Signor Presidente, non possiamo spiare tutto il mondo!”.
Il presidente del mondo, come fu definito Obama da qualche trombone nostrano, rispose piccato “Yes, we can!”.

mercoledì 30 ottobre 2013

via rasella e fosse ardeatine


Vorrei fare, a bocce ferme, alcune considerazioni sulla vicenda Priebke.
Alle ore 15.00 del 23 marzo 1944 a Roma, in via Rasella, scoppiò un cassonetto mentre passava un battaglione di soldati tedeschi, e ne morirono 33.
La bomba di via Rasella provocò anche la morte di 3 civili italiani, fra i quali un ragazzino di 13 anni.
Chi decise l’attentato sapeva che quella bomba sarebbe costata la vita a centinaia di civili, perché i codici di guerra, non solo tedeschi, prevedevano che per ogni soldato ucciso in attentati venissero uccisi dieci civili.
Pertanto la strage era certa, e venne eseguita il giorno successivo alle fosse ardeatine: 335 morti, non 330, probabilmente per errore.
Ma Priebke chi era? Era un capitano delle SS che venne incaricato dal comando tedesco di occuparsi, insieme ad altri ufficiali e sottufficiali, dello sterminio di 330 persone, e pare che proprio a lui venisse affidato il macabro conteggio.
Tuttavia la decisione di uccidere quelle persone non fu sua: egli eseguì degli ordini, disumani finchè si vuole, ma ordini. “Ma poteva rifiutarsi”, si sentiva dire nelle settimane scorse.
Certo che poteva rifiutarsi, però sarebbe stato subito ucciso per insubordinazione: con l’infernale disciplina dell’esercito tedesco non si scherzava. Priebke, evidentemente, non era un eroe e ha eseguito gli ordini.
Non pare tuttavia essere stato un eroe nemmeno colui che mise la bomba in via Rasella.
Infatti gli eroi sono persone che, per un ideale o in uno stato di necessità, mettono a disposizione
la propria vita, mentre chi mise la bomba in via Rasella ha rischiato sì la propria vita, ma sapendo che quel gesto avrebbe provocato un lago di sangue di ignoti e ignari cittadini italiani.
Occorre anche dire che, sul piano militare, l’attentato di via Rasella è stato irrilevante: l’esercito alleato era alle porte di Roma, dove sarebbe entrato il 6 giugno.
Ora, è giusto ritenere Piebke responsabile dell’eccidio pur essendo un mero esecutore d’ordini?
Il Tribunale Militare di Roma, nel 1948, ritenne Kappler unico responsabile dell’eccidio e lo condannò all’ergasolo, ma assolse gli altri militari che avevano partecipato alla carneficina in quanto semplici esecutori di ordini.
Si trattava di:
Domizlaff Borante Maggiore delle SS
Clemens Hans Capitano delle SS
Quapp Joannes Maresciallo Capo delle SS
Schutze Kurt Maresciallo ordinario delle SS
Wiedner Karl Sergente maggiore delle SS

e il Tribunale Militare di Roma, “Visti gli artt. 479 c.p.p. e 40 c.p.m.pace” assolse “Domizlaff Borante, Clemens Hans, Quapp Johannes, Schutze Kurt e Wiedner Karl dal reato di omicidio continuato indicato nel primo capo d'imputazione in quanto agirono per ordine di un superiore.
Roma, li venti luglio millenovecentoquarantotto.”

Priebke non era imputato in quel processo perché emigrato in Argentina: venne rintracciato nel 1994, estradato, processato e condannato all’ergastolo.
E’ lecito pensare che, se fosse stato presente al suddetto processo, sarebbe stato assolto come gli altri.
E allora perché tanto odio tardivo, tale da non consentire nemmeno la sepoltura di un vecchio di cent’anni  dopo che sono trascorsi 69 anni dal giorno di quella tragedia?
Si direbbe che l'Italia sia ancora affetta dalla sindrome di Piazzale Loreto, un episodio indecoroso che dovremmo già avere superato.
Infine, l’atteggiamento della Chiesa ha creato qualche perplessità, perché essa ci ha sempre insegnato che vi è un giudice supremo per i peccatori, per tutti i peccatori.

giovedì 24 ottobre 2013

zanzare 4


INTESE LARGHE MA NON TROPPO
L’intesa fra PD e PDL sarà anche larga, però il PD sembra fare quello che vuole, in barba agli alleati: aumenta l’IVA, ripristina l’IMU con un nome nuovo, quattro senatori della sua parrocchia politica piovono dal cielo, un giudice fa sborsare a Berlusconi 500 milioni da dare alla tessera n. 1 del PD, a presiedere la commissione antimafia mette la Bindi e, dulcis in fundo (salvo colpi di scena), manderà in galera Berlusconi.
Usando un’espressione toscana (come la Bindi) si può dire che il PD, al PDL, gli toglie la sete col prosciutto.



IL NAUFRAGO

Fini, che fino a pochi mesi fa imperversava su tutti i mass media, è sparito nel nulla (sembra che stia cercando un approdo) lasciando però una grossa eredità: ha mandato in malora tutto ciò che ha toccato: MSI - ALLEANZA NAZIONALE - FUTURO E LIBERTA’, e ha dato un buon colpo al PDL che in quel momento aveva i numeri per governare.
Ora, anche all’osservatore più benevolo non può non venire un dubbio: è possibile che Fini fosse così stolto da mandare in rovina tutte queste cose?
E’ impossibile: forse aveva dei secondi fini


La vignetta è tratta da "il Giornale" del 23-10-2013

p 176 savignano docet

 


sabato 19 ottobre 2013

zanzare 3


RIFIUTI PREZIOSI

Abbiamo notato con quanta cura la gente tratta i piccoli sacchetti di pattume prima di introdurli nel piccolo e grazioso cilindro d’acciaio: li soppesa con gli occhi, li introduce dolcemente e, al momento dell’addio, sembra quasi non volersene distaccare. Si direbbe che il contenuto del sacchetto sia prezioso, e calotta non è certo il nome che merita: dovrebbe chiamarsi cofanetto!



BALLE QUASI SPAZIALI
Il presidente del consiglio Letta, in America per una visita a Obama, ha dichiarato che, per tenere in ordine i conti, lo Stato avrebbe venduto il 49% di TERNA.
TERNA, però, non appartiene allo Stato italiano, e tale dichiarazione si può definire tranquillamente una balla planetaria perché ha fatto il giro del mondo, ma chissà che un domani, magari in visita a una stazione orbitale, Letta non riesca a propinarci anche delle BALLE SPAZIALI. 

RE GIORGIO

Il presidente della repubblica ha lasciato capire che la magistratura deve riformarsi da sola. Siamo contenti: l’esito sarà senz’altro quello che gli italiani sperano. Lo stesso esito che si otterrebbe mettendo il conte Dracula a dirigere la raccolta di sangue per conto dell’AVIS.

venerdì 18 ottobre 2013

cattocomunismo


Nel secolo scorso abbiamo avuto due “religioni” che hanno accompagnato la convivenza civile del popolo italiano.
Da un lato, una religione vera, con 2000 anni di Storia alle spalle la quale tuttavia, nel ‘900, ha avuto anche un ruolo secolare importantissimo.
Parlo del Cattolicesimo e del partito che un prete, Don Luigi Sturzo, fondò nel 1919 col nome di Partito Popolare Italiano (PPI), che nell’ultimo dopoguerra prese il nome di Democrazia Cristiana (DC) e si rafforzò fino a governare la società italiana.
Questo partito costituì anche un baluardo contro un’altra “religione” laica, atea e materialista, fondata anch’essa alla vigilia dell’avvento del fascismo, che clandestinamente si era preparata a guidare la società italiana: il Partito Comunista d’Italia, prima PDCI e poi PCI.
Sappiamo che questo disegno non riuscì e che il comunismo subì, storicamente, un crollo che però non impedì a PCI ed eredi di restare sempre ai vertici della nostra politica e di governare per parecchi anni, anche se in più di un’occasione con premier scelti fuori dal loro partito come, ad esempio, Prodi.
Cosa avevano in comune queste due “religioni”?
In estrema sintesi, per il cattolicesimo ogni vita umana è preziosa, e la dignità di ogni individuo va sempre rispettata.
Tuttavia la precarietà della condizione umana è sempre presente, l’uomo è polvere, e la sua dimensione spirituale prevale sul suo ruolo secolare, che comunque egli potrà scegliere in quanto munito di libero arbitrio.
Infine, la ricchezza è vista come una macchia, che rende più difficile la salvezza dell’anima.
Per il comunismo, viceversa, l’uomo conta solo in quanto parte di organismi collettivi che impediscano a qualcuno di assumere la supremazia sugli altri.
In questo contesto un diritto individuale vale pochissimo.
In sostanza l’individuo, da solo, è una nullità, e se non si adegua verrà debitamente punito, perché la coercizione è parte fondante di questa ideologia.
Per il comunismo la ricchezza è considerata solo se riferita allo Stato, perché a livello individuale non deve esistere.
Quello del disprezzo della ricchezza è, probabilmente, l’unica cosa in comune.
Perché questa premessa?
Perché queste due “religioni” si sono incontrate, si sono parlate, e hanno generato quel bislacco fenomeno chiamato “Cattocomunismo”.
Dopo che la Chiesa cattolica ha ritenuto per molti anni di dovere combattere contro il materialismo e il relativismo della dottrina comunista, una grossa fetta di cattolici hanno ritenuto di avere molti punti in comune e, in questo preciso momento, mese di ottobre dell’anno di grazia 2013, stanno lavorando per imboccare una strada che potrebbe portarli a governare per molto tempo.
Cosa otterranno gli italiani, se questa eventualità si concretizzerà?
Nulla di buono.
Infatti per i cattocomunisti l’uomo sa che deve soffrire e guardare sempre alla salvezza dell’anima, e cose insignificanti come le tasse non vanno neanche prese troppo sul serio: il cittadino deve pagare di più e pagherà e pensi a cose più importanti.
Per gli ex-post-filo comunisti, anche se il capolinea ideologico di partenza è molto diverso, la visione è la stessa.
Ma che cosa ha un semplice cittadino da strillare? Lui deve pagare quello che stabiliamo e basta. Questi piccolo-borghesi credono di avere solo diritti!
In sostanza questo connubio porterebbe ad un aumento costante delle tasse che, in sé e per sé, vuol dire poco.
Vuol dire molto invece l’effetto che produrrebbe: depressione, chiusura di imprese, aumento della disoccupazione, avvento della recessione, povertà insinuante in strati sempre maggiori di popolazione, tensione sociale alle stelle.

giovedì 10 ottobre 2013

la culla del rovescio 4

In un precedente post, considerando le disfunzioni del nostro sistema giuridico, scrissi che l'Italia, ritenuta storicamente la "culla del Diritto", somigliava più alla "culla del Rovescio".
Purtroppo le conferme alla mia battuta tennistica non mancano.
Sul quotidiano "Il Giornale" di ieri è apparso un articolo che spiega come possa finire in galera un giornalista per avere espresso delle opinioni, nonostante l'età avanzata e i grossi problemi di salute.
Ecco la riproduzione dell'articolo in questione.
 

mercoledì 9 ottobre 2013

le insidie dell'autostrada


Nelle ultime settimane sembra che il piano a lungo termine, orchestrato da ignoti, che prevedeva Berlusconi politicamente morto e il partito da lui fondato in crisi e, possibilmente, diviso, sta per avverarsi: mancano solo poche battute e la nostra sinistra, sempre perdente negli appuntamenti elettorali importanti, riuscirà finalmente a vincere.
Le solite malelingue dicono che una parte della magistratura, quella facente capo a MD (magistratura democratica), sia stata il grimaldello per scardinare diciannove anni di forte presenza sulla scena politica di un centro destra rinato grazie ad un capo carismatico e duro da battere.
Certamente mandare in galera il capo del maggiore partito per evasione quando è il più grande contribuente italiano lascia perplessi, così come lascia perplessa l’assoluzione del presidente di Mediaset che, da galantuomo qual’è, ha dichiarato in un’intervista che una sentenza che assolve lui, presidente e perciò legale rappresentante di Mediaset, che firma tutti gli atti più importanti, e condanna un azionista che, a quei tempi, si occupava di politica ad alti livelli di responsabilità, è una sentenza aberrante.
Lascia perplessa anche la sentenza che costringe la Mondadori a dare all’editore svizzero di repubblica 500 milioni di euro in sede civile quando il responso dell’arbitrato cosiddetto “lodo Mondadori” era stato non solo accettato, ma anche apprezzato dal suddetto editore svizzero che nel 1991, subito dopo il lodo, fece a Berlusconi “tanti cari e affettuosi auguri per le sue tante imprese”: in un paese normale ciò avrebbe chiuso definitivamente la questione.
Poi vi è la commissione parlamentare che manderà in galera Berlusconi applicando una legge che non solo prevale sull’articolo 66 della Costituzione, ma ha anche effetti retroattivi, cosa giuridicamente non molto fondata.
Insomma, non è facile credere che questa concatenazione di avvenimenti segua solo il lento, pacato, riservato e asettico corso della Giustizia.
A ciò si aggiunge una manovra tesa a blandire singoli parlamentari o gruppetti offrendogli una ricompensa per mollare il partito in difficoltà, ed è una manovra che ha possibilità di riuscire perché gli italiani, si sa, sono sempre pronti a soccorrere il vincitore.
Se anche quest’ultima operazione dovesse andare in porto, PD e dintorni andrebbero al potere con una prospettiva di lungo periodo: praticamente si troverebbero davanti un’autostrada da percorrere a piacere.
Dovrebbero però fare gli scongiuri, perché è già successo che si siano trovati davanti un’autostrada, precisamente nel 1993, quando tutti i partiti di governo furono azzerati da giudici molto severi che lasciarono intatto il PDS erede del PCI.
Sembrava un gioco da ragazzi comandare per almeno vent’anni, ma non andò proprio così.
Se invece stavolta l’operazione riuscisse, potremo finalmente vedere all’opera il partito delle tasse, e ne abbiamo già un assaggio: il PD sta rincuorando i suoi fan dopo le battute di arresto subite da IMU e IVA ad opera del PDL: finalmente si potrà reintrodurre l’una e aumentare l’altra, anche se aumentare le tasse non sempre vuol dire avere un gettito complessivo maggiore.
E’ recente la notizia che, nei primi 8 mesi del 2013, il gettito complessivo dell’Iva è diminuito nonostante l’aumento dell’aliquota attuato da Monti, così come è avvenuto con l’aumento dell’accise sulla benzina.
Evidentemente questi pseudo-economisti ritengono i cittadini talmente stupidi da comperare sempre la stessa quantità di un bene, indipendentemente dal prezzo che ha.
Ma non c’è niente da fare: l’unica scienza politica che conoscono è quella di tassare ed, eventualmente, punire.
Ridurre le spese inutili? Nemmeno per sogno.
Abbiamo troppi parlamentari? Il Quirinale ha 1720 (diconsi millesettecentoventi) dipendenti? Le auto blu sono troppe? Il finanziamento ai partiti è eccessivo?
Ai tassatori interessa poco o nulla.
Che Iddio ce la mandi buona!

martedì 8 ottobre 2013

assegnato lamberto d'oro 2013


Lunedì 7 Ottobre 2013 - allo Spazio Eventi L. Famigli di Spilamberto - in una sala gremita di gente nonostante il maltempo, ha avuto luogo l’annuale assegnazione del “Lamberto d’Oro”.
L’ambito premio è andato a Luigi Orienti, archeologo dilettante dal 1978, anno in cui, insieme al alcuni amici, fondò il Gruppo Naturalisti di Spilamberto.
La sua incessante e appassionata attività ha favorito importanti ritrovamenti, come gli scheletri rinvenuti nell’alveo del Panaro, nell’ambito del Neolitico e dell’Eneolitico, e i resti di una importante necropoli dell'età del rame.
Le sepolture e i reperti confluirono nell'Antiquarium di Spilamberto, istituito a seguito della Mostra “Archeologia del fiume Panaro” del 1979.
Nel 1998 è stato nominato, dal Ministero dei Beni Culturali, Ispettore Onorario per l'Archeologia, nomina riconfermata triennio dopo triennio e ancora attiva.
Ha partecipato agli scavi condotti in via Macchioni, che hanno restituito resti di insediamenti e necropoli dall’età pre-protostorica all’età moderna, in particolare resti insediativi neolitici, una terramara dell’età del bronzo, pozzi di età etrusca, tre insediamenti di età romana con relativi pozzi e impianti produttivi e le necropoli con numerose tombe databili dal I secolo a.C. al VI secolo d.C.; inoltre un’importante necropoli longobarda, i cui tesori sono stati esposti di recente nella bella mostra di Spilamberto.
Ha partecipato inoltre agli scavi che hanno portato in luce l’antico Ospitale di San Bartolomeo, con lo strappo della “tomba del pellegrino” ora esposta nell’Antiquarium.
Dopo la premiazione, l’ ORCHESTRA DA CAMERA DI MODENA, composta da otto strumenti ad arco, ha eseguito musiche di Bach, Massenet, Paganini, Rachmaninoff e Pugmani-Kreisler, e il pubblico presente ha molto apprezzato la bravura dei musicisti, in particolare del primo violino Marco Ferri, cui il pubblico presente ha tributato lunghi applausi.
Un buffet con brindisi ha chiuso la serata.

Qui sotto la pergamena consegnata a Luigi Orienti
 

martedì 1 ottobre 2013

zanzare 2


TODOS CABALLEROS
Il presidente della Repubblica, quando ha nominato i 4 senatori a vita, ha dichiarato che si era tolto un peso, perché il suo dovere era un fardello pesante.
Ma il suo non era un dovere, era una facoltà.
E allora perché ha detto una cosa inesatta?
Che siano i postumi della sua appartenenza alla “mitica organizzazione comunista”?









ADDIO MONTI
Pare che, dopo l’esperienza governativa di Monti, il cui nome era spesso associato all’Università Bocconi, l’aggettivo “bocconiano” abbia perso un po’ di smalto, e che anche la fila di famiglie che sgomitano per mandare i figli alla Bocconi, spendendo somme da capogiro, si stia assottigliando.
Per forza, sotto la sua guida gli italiani hanno dovuto ingoiare troppi “bocconi” amari!



LA NUOVA FRONTIERA
Il sindaco Lamandini ha scritto che l’Italia è ancora divisa fra guelfi e ghibellini, e che le persone che si preoccupano più del proprio capo che del proprio paese sono avvoltoi o sciacalli.
In questo modo ha aperto una nuova frontiera terminologica nella sinistra che discende dal PCI, notoriamente rispettosa delle altrui opinioni: in precedenza le persone cui allude il sindaco le chiamavano minorati, oppure mafiosi, oppure ancora, graziosamente, venduti.
Somigliare ad animali, nessuno dei quali potrà mai eguagliare la cattiveria dell’uomo, potrebbe anche essere un complimento!