Nel
gennaio scorso, riordinando le carte del mio studio, ho trovato un documento
che non ricordavo di avere acquisito.
Si trattava
dell’interpellanza, datata 24 marzo 1910, di un consigliere comunale
riguardante due documenti dell’Archivio Storico di Spilamberto donati
all’Archivio di Stato di Modena.
Con non poca
fatica ho accertato che questa interpellanza, che riproduco, era stata da me fotografata
il 9 maggio 2014 ma, poichè ero impegnato in altre cose, me ne ero completamente
dimenticato.
La cosa mi
incuriosì, e feci delle ricerche il cui esito spiegai su questo blog in data 18
febbraio 2015.
La cosa
interessò anche “NASCO a Spilamberto”,
e ulteriori ricerche hanno consentito alla citata Associazione, della quale
faccio parte, di pubblicare il pieghevole che riproduco interamente.
Si tratta di
un’importante pubblicazione che, al di là di un innegabile valore storico,
mette a confronto due modi opposti di considerare l’Archivio Storico di
Spilamberto.
Il fatto che le
due vicende riportate siano distanti fra loro di 104 anni è irrilevante, ma se
dovesse avere una qualche rilevanza sarebbe di segno opposto a quella che i
fatti ci hanno consegnato.
Infatti, nel
1910 c’erano problemi più importanti e, soprattutto, più urgenti da soddisfare,
come la fame che colpiva molte famiglie, ed è comprensibile che, in contesti
simili, la cultura occupi un ruolo di secondo piano.
Viceversa, in
un contesto come quello odierno, con il generale soddisfacimento dei bisogni
primari, è logico pensare che la cultura possa e debba occupare un posto di
maggior rilievo.
E invece questa
vicenda dimostra il contrario.
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