venerdì 20 marzo 2015

occasioni perdute

Il sindaco di Spilamberto ha impostato la propria corsa alla carica di primo cittadino sulla rottura con il passato.
Non a caso, due degli slogan che ha maggiormente utilizzato sono stati: “E’ tempo di osare” e “Cambiamo il futuro”.

Il primo faceva pensare a una rottura con i vecchi schemi del politicamente corretto, obiettivo ambizioso che, in Emilia-Romagna, ha un tasso di difficoltà elevatissimo.
Ma la determinazione di questo giovane che, sempre e comunque ridendo, salutava, discorreva, prometteva, blandiva, rassicurava, ha fatto breccia nella maggioranza dei concittadini.
Il destino ha voluto che, proprio all’inizio del suo mandato, egli abbia avuto un’occasione unica per dimostrare ai cittadini che amministrava per conto loro e non per compiacere poteri estranei alla nostra Comunità: la vicenda dell’Archivio Storico Comunale.
La situazione era ideale.
Da un lato vi era la mutilazione della nostra memoria storica, con il trasferimento del nostro Archivio a Vignola.
Si trattava di un’operazione preparata prima della sua elezione a sindaco e, come dichiarò lui stesso, priva di qualsiasi atto ufficiale che lo costringesse a onorare impegni presi dal suo predecessore.
Perfezionare ugualmente un’operazione simile significava tenere in maggiore considerazione le telefonate dei potenti che non la sensibilità dei cittadini.
Dall’altro lato vi era la possibilità di dire chiaro e forte che chi è stato eletto dai cittadini deve rendere conto prima di tutto a loro del proprio operato e poi, ammesso che sia possibile, accogliere anche altre istanze che però non siano in contrasto con l’interesse dei propri amministrati.
Sappiamo quale strada ha scelto il sindaco.

Vi era poi un’altra questione sulla quale egli aveva battuto molto prima dell’elezione: il deposito dei rifiuti da parte dei cittadini, le cui modalità avevano innervosito anche i più tenaci sostenitori dell’amministrazione, soprattutto dopo l’introduzione delle cosiddette “calotte intelligenti”.
In numerose occasioni il sindaco, allora consigliere comunale, aveva criticato l’uso della tessera magnetica.
La critica era stata ribadita durante la campagna per le primarie PD nonché nella campagna elettorale che poi lo avrebbe visto vincitore.
Ma, ormai, siamo a fine marzo e la tessera è ancora necessaria, mentre le calotte intelligenti sono sì state tolte, ma dalla precedente amministrazione.
Sembra che vada tutto bene così, mentre il fervore manifestato dal sindaco prima delle elezioni sembra essere svanito.


Entrambe le vicende citate costituiscono, per il sindaco, due buone occasioni perdute e, come insegna l’esperienza, raramente le buone occasioni si ripresentano.

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