venerdì 7 febbraio 2014

pedemontana storia infinita


Il primo progetto della Pedemontana, ovvero di una strada di scorrimento veloce fra Bologna e Piacenza, risale agli anni ’50 e fu firmato dall’Ing. Bottau.
Questo progetto dormì in qualche cassetto fino all’inizio degli anni ’90, periodo in cui il progetto originario, sul tratto Bologna-Sassuolo, venne sostituito da un nuovo progetto avente per estremità non Bologna ma Bazzano: le Autorità bolognesi, infatti, non volevano che il traffico “modenese” si riversasse sulla tangenziale cittadina.
Fu così realizzato dalla Provincia di Bologna il tratto Bologna-Zola Predosa come asse di penetrazione alla Città da non collegare alla Pedemontana.
Successivamente le Autorità bolognesi accettarono di collegarlo a una condizione: che venisse aperto un casello autostradale sulla A1 all’altezza di Calcara, per alleggerire l’afflusso di traffico alla tangenziale bolognese. Dopo sessant’anni dalla prima progettazione, la situazione di questa travagliata opera, sul tratto che ci interessa, è la seguente.
Tratto Bologna/Ponte Ronca
Esiste già come asse di penetrazione alla Città di Bologna, ed è molto scorrevole. Nel tratto Zola Predosa-Bologna è addirittura a 2 corsie per ogni senso di marcia con aiuola centrale.
Tratto Ponte Ronca/Bazzano
E’ in fase di progettazione e dovrebbe passare a nord di Bazzano per andare a congiungersi con la rotonda esistente che costituisce l’inizio del tratto Bazzano S. Eusebio.
Tratto Bazzano/S. Eusebio
E’ percorribile dal 2009.
Tratto S. Eusebio-Solignano
E’ stata ultimata la fase di progettazione e dovrebbero iniziare, a breve, i lavori.
Tratto Solignano/Sassuolo
E’ in funzione, nel tratto Pozza-Sassuolo, da parecchi anni ed aveva, fino a pochi anni fa, 7 incroci a raso regolati da semafori, con giganteschi ingorghi quotidiani.
Ora i semafori sono stati sostituiti da rotonde e gli ingorghi, pur diminuiti, non sono finiti.
Il tratto Pozza-Solignano è stato aggiunto pochi anni fa.
Cosa dire di questa situazione?
L’atteggiamento degli amministratori bolognesi fa pensare più alla storia della Secchia rapita che all’impegno di moderni amministratori per risolvere problemi di infrastrutture viabili i cui confini sono sempre più sfumati.
Dal canto loro, gli amministratori modenesi hanno costruito un tratto, Pozza-Sassuolo, che era già obsoleto quando è andato in funzione.
E tutto ciò è avvenuto nonostante le amministrazioni pubbliche interessate facessero capo, politicamente, alle stesse forze politiche: non oso pensare cosa sarebbe successo se avessero avuto orientamenti politici diversi.
Evidentemente i cugini bolognesi hanno sempre avuto una maggiore larghezza di vedute nell’affrontare i problemi infrastrutturali, come dimostra l’esempio seguente.
La tangenziale di Bologna, terminata alla fine degli anni ’60, corre in sede propria, si chiude ad anello e ha due corsie per ogni senso di marcia con aiola centrale: all’epoca in cui venne costruita era un gioiello.
La tangenziale di Modena, costruita negli anni ‘70, aveva incroci a raso con via Vignolese, via Emilia e via Nonantolana, successivamente corretti da due rotonde e un cavalcavia, e non si chiudeva ad anello: all’epoca in cui entrò in funzione era già obsoleta.
Concludendo, nonostante i frequenti tagli di nastro dovuti all’inaugurazione di tratti di pedemontana, di nuove rotonde, di nuovi svincoli, di nuovi cavalcavia, di nuovi ponti, di nuovi sottopassi, la Pedemontana non è ancora stata completata.
Quando lo sarà, tuttavia, dimostrerà in modo evidente la diversità di vedute delle amministrazioni di Modena e Bologna, diversità che ha generato una strada che può far pensare a tutto tranne che a una strada a scorrimento veloce, come doveva essere secondo il progetto iniziale.

1 commento:

  1. Quando si finirà se si finirà si dirà " è nata vecchia di 50 anni "

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