abu omar 2
Il 14 gennaio 2014 la Corte Costituzionale ha accolto i ricorsi dei
governi Monti e Letta che avevano opposto ai giudici il segreto di stato nella
vicenda di Abu Omar, il terrorista arrestato e spedito in Egitto dai servizi
americani coadiuvati dai nostri servizi segreti.
La Corte Costituzionale si era già espressa in modo analogo nel 2009 in
seguito al ricorso dei governi Prodi e Berlusconi, ma la Corte di Cassazione,
con una serie di alchimie procedurali, aveva ignorato il verdetto della
Consulta e assegnato il processo alla Corte d’Appello di Milano che, ribaltando
due precedenti sentenze di assoluzione, aveva inflitto 10 anni di galera a
Pollari, capo dei Servizi segreti, 9 anni a Mancini suo vice, e 5 anni ad altri
personaggi minori dei servizi italiani.
Ora queste condanne dovranno essere annullate.
Al di là di tutte le complesse questioni procedurali rimane, per il
normale cittadino, un interrogativo: se i servizi segreti esistono per tutelare
la sicurezza dello Stato compiendo, per l’appunto, azioni segrete, come possono
chiedere l’autorizzazione a un giudice prima di arrestare e spedire altrove un
terrorista?
Su questa vicenda è già stato pubblicato un post il 12 dicembre 2013.
Nella foto l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari
Non disturbare
il manovratore
Il sito RaiWatch,
che da mesi pubblicava gli stipendi dei dirigenti e l’importo dei contratti
della Rai con i collaboratori esterni, è stato chiuso per sentenza del
tribunale di Bologna.
Il sito svolgeva un’attività normale: infatti pubblicare
ciò che spende la tv di Stato, che impone ai cittadini il pagamento di un
canone, è un’attività non solo lecita, ma addirittura utile.
Almeno così pensano moltissimi cittadini.
Perché non si deve sapere che Fabio Fazio prende 5,4
milioni in fino al 2017? Oppure che la Clerici nel 2013 percepiva 1 milione e
mezzo di euro e Carlo Conti un milione e quattrocentomila?
L’elenco sarebbe lungo, ma non è il numero dei nomi
pubblicati che conta, bensì il principio: chi paga ha il diritto di sapere come
vengono utilizzati i soldi versati.
Purtroppo, il tribunale di Bologna non la pensa
così.
Infatti, in seguito a un ricorso della rai, la
scorsa settimana ha fatto chiudere il sito RaiWatch.
Lo diceva anche Mussolini che in Democrazia chi non segue le direttive deve chiudere
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