lunedì 19 gennaio 2015

presidente nuovo costituzione vecchia

Le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica sono alle porte: vediamo le caratteristiche principali di tre quotati aspiranti alla carica.


Amato
Craxi, per avere osato proporsi come leader di tutta la sinistra, fu annientato da PCI ed eredi, che orchestrarono una campagna mediatica per screditarlo, additandolo come unico ladro della nostra bella repubblica, nonostante tutti i partiti, compreso il PCI, facessero ricorso a forme di finanziamento illecito.
Amato era il braccio destro di Craxi da molti anni, ed era logico pensare che dovesse subire la stessa sorte, ma avvenne un miracolo: quello che per Craxi era l’inizio di un Calvario, per il suo alter ego fu l’inizio di una radiosa carriera all’ombra del partito che aveva stroncato il suo capo.
Lo smarcamento da Craxi fu talmente completo da impedirgli perfino di andare al suo funerale.

Prodi
E’ stato presidente dell’IRI per oltre 7 anni, e la sua presidenza è stata contrassegnata dalla vendita di imprese pubbliche a privati cittadini a prezzi di liquidazione.
Solo a titolo di esempio cito la vendita dell’Alfa Romeo alla Fiat per un prezzo che era circa la metà di quello che la Ford era pronta a sborsare. In questo modo, oltre al danno erariale, il marchio Alfa Romeo si è confuso nella galassia Fiat che, se non eccelleva nella produzione di automobili, eccelleva sicuramente nell’arte di spillare soldi ai contribuenti italiani agitando la minaccia della cassa integrazione come una clava.
Non meno clamoroso è stato il caso della società alimentare SME, che doveva essere ceduta a De Benedetti per 400 miliardi. Il premier di allora, Craxi, si oppose, e la SME venne venduta, dopo alcuni mesi, per 2000 miliardi.
Forse qualcuno penserà che Prodi sia stato indagato per queste vicende, ma nient’affatto: per la vicenda SME furono processati coloro che, facendo un’offerta maggiore di 400 miliardi, fecero fallire il tentativo di regalo.

Monti
E’ improvvisamente apparso nel nostro firmamento politico, accompagnato da un rullo di tamburi, con un ruolo preciso: il salvatore della Patria.
Per prepararsi meglio all’immane fatica, ha ricevuto il laticlavio che spetta a coloro che hanno dato lustro all’Italia per alti meriti artistici o scientifici, anche se i suoi, di meriti, erano ignoti.
Ha applicato ricette che, nel giro di un anno, hanno ridotto l’Italia peggio di quella che aveva trovato. Ha parlato non di revisione della spesa ma di spending review, e noi italiani eravamo molto contenti del suo sfoggio di cultura cosmopolita e ci dicevamo: siamo sicuramente in buone mani, parla l'inglese e ha studiato perfino alla Bocconi!
Purtroppo, non ha eliminato nessuna spesa, ma ha aumentato le imposte con ricette stantie, come quella dell’aumento dell’accise sulla benzina che, fra l’altro, ha procurato all’erario un gettito complessivo inferiore a quello dell’anno precedente.
Chissà, forse alla Bocconi insegnavano che i peones comprano sempre la stessa quantità di beni, indipendentemente dal loro costo.
Dopo un anno di salvataggio, l’Italia stava peggio di prima: maggiore disoccupazione, maggior numero di imprese chiuse o emigrate, minori consumi.

Da questi brevi profili risulta che, molto probabilmente, comunque vada sarà un’insuccesso.
Perché?
Perché il presidente non è eletto dai cittadini ma dal parlamento, e perché sia eletto dai cittadini bisogna modificare la Costituzione.
La nostra Costituzione è quella del 1948, creata all’indomani di una guerra perduta malamente e di una dittatura ventennale, ed è ormai obsoleta, alla faccia della RAI che ci ha fatto sopra una trasmissione - la più bella del mondo - magnificandone i pregi.
Non è nemmeno vero che non si sia fatto nulla: nel 2006 la Costituzione venne modificata con una legge che, non avendo avuto una maggioranza qualificata, rendeva necessario un referendum.
Il PD lottò per la bocciatura della suddetta legge dicendo che la sua approvazione avrebbe costituito un attentato alla democrazia, mentre prevedeva ciò che tutti dicono essere necessario: riduzione dei parlamentari, soppressione del bicameralismo perfetto, presidente eletto dagli italiani.

Domanda: come è possibile che la politica, nella quale il Pd ha un ruolo cospicuo, modifichi la Costituzione mentre la RAI, territorio della politica, paga milioni di euro a un comico “di area” perché dica che la Costituzione è meravigliosa?

Nella foto del 1948 il primo presidente pro-tempore, Enrico de Nicola, alla firma della Costituzione.

1 commento:

  1. Anche quest’anno il Mondiale di rally è un’esclusiva Fox Sports 2 HD (canale 213 di Sky). La prima prova della tappa inaugurale, quella di Montecarlo, va in onda in differita giovedì 22 gennaio a mezzanotte e mezzo (in replica, venerdì 23 gennaio alle ore 12.45, 16.30 e 22.45). Domenica 25 gennaio va invece in onda, in diretta, la seconda prova, mentre alle ore 12.00 è in programma, sempre live, la prova finale.

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