Le elezioni per il nuovo
Presidente della Repubblica sono alle porte: vediamo le caratteristiche
principali di tre quotati aspiranti alla carica.
Amato
Craxi,
per avere osato proporsi come leader di tutta la sinistra, fu annientato da PCI
ed eredi, che orchestrarono una campagna mediatica per screditarlo, additandolo
come unico ladro della nostra bella repubblica, nonostante tutti i partiti,
compreso il PCI, facessero ricorso a forme di finanziamento illecito.
Amato
era il braccio destro di Craxi da molti anni, ed era logico pensare che dovesse
subire la stessa sorte, ma avvenne un miracolo: quello che per Craxi era
l’inizio di un Calvario, per il suo alter ego fu l’inizio di una radiosa
carriera all’ombra del partito che aveva stroncato il suo capo.
Lo
smarcamento da Craxi fu talmente completo da impedirgli perfino di andare al
suo funerale.
Prodi
E’
stato presidente dell’IRI per oltre 7 anni, e la sua presidenza è stata
contrassegnata dalla vendita di imprese pubbliche a privati cittadini a prezzi
di liquidazione.
Solo
a titolo di esempio cito la vendita dell’Alfa Romeo alla Fiat per un prezzo che
era circa la metà di quello che la Ford era pronta a sborsare. In questo modo,
oltre al danno erariale, il marchio Alfa Romeo si è confuso nella galassia Fiat
che, se non eccelleva nella produzione di automobili, eccelleva sicuramente
nell’arte di spillare soldi ai contribuenti italiani agitando la minaccia della
cassa integrazione come una clava.
Non
meno clamoroso è stato il caso della società alimentare SME, che doveva essere
ceduta a De Benedetti per 400 miliardi. Il premier di allora, Craxi, si oppose,
e la SME venne venduta, dopo alcuni mesi, per 2000 miliardi.
Forse
qualcuno penserà che Prodi sia stato indagato per queste vicende, ma
nient’affatto: per la vicenda SME furono processati coloro che, facendo
un’offerta maggiore di 400 miliardi, fecero fallire il tentativo di regalo.
Monti
E’
improvvisamente apparso nel nostro firmamento politico, accompagnato da un
rullo di tamburi, con un ruolo preciso: il salvatore della Patria.
Per
prepararsi meglio all’immane fatica, ha ricevuto il laticlavio che spetta a
coloro che hanno dato lustro all’Italia per alti meriti artistici o scientifici,
anche se i suoi, di meriti, erano ignoti.
Ha
applicato ricette che, nel giro di un anno, hanno ridotto l’Italia peggio di
quella che aveva trovato. Ha parlato non di revisione
della spesa ma di spending review,
e noi italiani eravamo molto contenti del suo sfoggio di cultura cosmopolita e
ci dicevamo: siamo sicuramente in buone mani, parla l'inglese e ha studiato perfino alla Bocconi!
Purtroppo,
non ha eliminato nessuna spesa, ma ha aumentato le imposte con ricette stantie,
come quella dell’aumento dell’accise sulla benzina che, fra l’altro, ha
procurato all’erario un gettito complessivo inferiore a quello dell’anno
precedente.
Chissà,
forse alla Bocconi insegnavano che i peones comprano sempre la stessa quantità
di beni, indipendentemente dal loro costo.
Dopo
un anno di salvataggio, l’Italia
stava peggio di prima: maggiore disoccupazione, maggior numero di imprese
chiuse o emigrate, minori consumi.
Da
questi brevi profili risulta che, molto probabilmente, comunque vada sarà
un’insuccesso.
Perché?
Perché
il presidente non è eletto dai cittadini ma dal parlamento, e perché sia eletto
dai cittadini bisogna modificare la Costituzione.
La
nostra Costituzione è quella del 1948, creata all’indomani di una guerra
perduta malamente e di una dittatura ventennale, ed è ormai obsoleta, alla
faccia della RAI che ci ha fatto sopra una trasmissione - la più bella del mondo - magnificandone i pregi.
Non
è nemmeno vero che non si sia fatto nulla: nel 2006 la Costituzione venne
modificata con una legge che, non avendo avuto una maggioranza qualificata, rendeva
necessario un referendum.
Il
PD lottò per la bocciatura della suddetta legge dicendo che la sua approvazione
avrebbe costituito un attentato alla democrazia, mentre prevedeva ciò che tutti
dicono essere necessario: riduzione dei parlamentari, soppressione del
bicameralismo perfetto, presidente eletto dagli italiani.
Domanda:
come è possibile che la politica, nella quale il Pd ha un ruolo cospicuo,
modifichi la Costituzione mentre la RAI, territorio della politica, paga
milioni di euro a un comico “di area” perché
dica che la Costituzione è meravigliosa?
Nella foto del 1948 il primo presidente pro-tempore, Enrico de Nicola, alla firma della Costituzione.
Anche quest’anno il Mondiale di rally è un’esclusiva Fox Sports 2 HD (canale 213 di Sky). La prima prova della tappa inaugurale, quella di Montecarlo, va in onda in differita giovedì 22 gennaio a mezzanotte e mezzo (in replica, venerdì 23 gennaio alle ore 12.45, 16.30 e 22.45). Domenica 25 gennaio va invece in onda, in diretta, la seconda prova, mentre alle ore 12.00 è in programma, sempre live, la prova finale.
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