Il
mese scorso ho scritto della vicenda che vedeva l’Ordine dei Giornalisti accusare
uno dei loro iscritti, Magdi Allam, di “islamofobia”.
Era
una vicenda singolare, considerato il clima non proprio tranquillo che i
pacifici cittadini europei stanno vivendo.
Le
vicende di politica internazionale sono note: il mondo occidentale ha fatto
alcune scelte discutibili.
L’annientamento
di Saddam ha tolto un dittatore dalla scena politica, ma l’Iraq non riesce ad
evolversi verso la democrazia, mentre al suo interno è nato l’ISIS, che sta
terrorizzando mezzo mondo.
Anche
la scelta di scaricare l’unico elemento di stabilità in tutto il Medio Oriente,
come l’Egitto di Mubarak, si è rivelata una scelta opinabile, e ha ridato fiato
al fondamentalismo islamico che, soffocato dall’attuale presidente, mantiene l’Egitto
in un perenne clima da guerra civile.
Insomma,
l’Occidente ha sottovalutato il pericolo del terrorismo di matrice islamica, e
adesso si trova in gravi difficoltà soprattutto dopo il dramma dell’attacco al
giornale parigino di pochi giorni fa.
Tornando
a bomba, l’accusa rivolta a Magdi Allam di “islamofobia” è stata valutata
dall’Ordine dei Giornalisti che ha assolto Allam, il quale potrà così
continuare a fare il giornalista.
Finalmente
si è chiusa una vicenda che lasciava perplessi ma, purtroppo, se ne è aperta
un’altra che lascia ancor più perplessi, e riguarda anch’essa Allam.
Il
giornalista di origine egiziana era stato rinviato a giudizio per un articolo,
pubblicato il 4 settembre 2007, nel quale sosteneva le sue solite e solitarie
tesi e accusava gli italiani di essere sottomessi “all’arbitrio o alla violenza di chi sta imponendo uno stato islamico all’interno
del nostro traballante Stato sovrano”.
Sosteneva,
inoltre, che anche all’interno di associazioni come l’UCOII – Unione delle Comunità islamiche italiane
– si legittimava la condanna a morte dei nemici dell’Islam.
Nella
sentenza di primo grado, il Tribunale di Milano lo aveva assolto, mentre pochi
giorni fa la sentenza di appello lo ha condannato perché ha diffamato l’UCOII.
Questa
sentenza arriva, paradossalmente, proprio nei giorni della tragedia di Parigi e
lascia sbigottiti, anche se non è la prima: la procura di Milano voleva dare 10
anni di galera al capo dei servizi segreti che avevano sequestrato e rispedito
a casa Abu Omar, terrorista riconosciuto tale dalla stessa Procura che gli ha
inflitto 6 anni di galera; in aggiunta, Abu Omar avrebbe dovuto essere
risarcito con 1,5 milioni di euro.
In
soldoni, il problema non sembra essere il terrorismo di matrice islamica, ma
coloro che operano per salvaguardare le nostre millenarie radici.
Intervistato,
Allam ha dichiarato: “Continueremo a
imitare lo struzzo votato al suicidio nell’attesa che i terroristici islamici
attuino la loro giustizia qui a casa nostra?”
Forse
sì: è questo che vogliamo.
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