lunedì 1 dicembre 2014

vilipendere

Si è conclusa una vicenda penosa, con 6 mesi di galera a Storace che definì indegno Napolitano.
Oltretutto, si trattava di una reazione a un intervento nel quale il presidente aveva tacciato Storace di indegnità per avere espresso un parere poco benevolo nei riguardi dei senatori a vita che, secondo lui, erano stampelle del governo Prodi.
Su questa vicenda occorre fare alcune considerazioni.
Storace ha sbagliato a criticare aspramente personalità come quella di Rita Levi Montalcini, sia per i suoi meriti accademici che per la sua età.
Ma la Levi Montalcini, come i suoi colleghi senatori non eletti, per alcuni mesi ha effettivamente fatto da stampella al governo Prodi: se lei o i colleghi erano malati, li mandavano a prendere pochi minuti prima del voto e li riportavano a casa subito dopo.
In altre parole, Storace aveva forse avuto una caduta di stile, ma aveva detto una cosa vera, che era sotto gli occhi di tutti.
Il Presidente della Repubblica che, è bene ricordarlo, è il garante dell’unità nazionale e non dovrebbe avere alcun ruolo nella politica politicante, è sceso dal suo alto scranno e ha dato dell’indegno a Storace il quale, rispondendo all’accusa, ha dichiarato che, secondo lui, era indegno il presidente.
Dopo questa dichiarazione, una zelante Procura accusò Storace di vilipendio al Capo dello Stato, e il Ministro della Giustizia di allora, Clemente Mastella, non si oppose.
Eravamo nel 2007 e la Giustizia, con la calma di chi sa di essere forte, ha lentamente preparato una condanna anacronistica in un paese civile, perché ha erogato il carcere per un reato di opinione.
Del resto si sono lette tante accuse al capo dello Stato molto più pesanti: c’è stato anche chi, qualche mese fa, lo ha definito “Morfeo”, “eversore”, “boia” senza che le vestali della dignità del presidente battessero ciglio.
Ovviamente, la legge considera i cittadini tutti uguali, ma forse qualcuno è più uguale di altri.
In ogni caso, degno o indegno che sia, negli ultimi mesi è emerso in modo abbastanza chiaro, con testimonianze tanto variegate quanto autorevoli, che Napolitano ha fatto non solo l’arbitro della politica, ma è sceso in campo in più occasioni, preparando ad arte la caduta del governo eletto dagli italiani per farli governare da un presunto statista, non eletto, che aveva studiato alla Bocconi e che diede una prova di capacità inversamente proporzionale ai suoi titoli accademici.
Inoltre il presidente, che evidentemente era certo di avere per le mani un grande statista, lo ha pure nominato senatore a vita il giorno prima di dargli l’incarico.
Anche adesso abbiamo un capo del governo non eletto ma nominato dal presidente che molti suoi detrattori chiamano re Giorgio.

Ebbene, questa condanna a 6 mesi di galera per averlo vilipeso, equivale a una incoronazione: Napolitano è proprio un re!

2 commenti:

  1. Vedi cosa succede ad essere veritieri!!! Che Napolitano sia un re lo dimostra il fatto che oltre il 50% delle leggi presentate ed approvate da REENZIE abbia avuto il voto di fiducia del Parlamento....come dire siamo passati da una Repubblica Democratica ad una Repubblica Presidenziale senza che nessuno lo abbia detto.

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  2. Grazie per il commento che condivido, ma grazie ancora di più per avere inviato un commento dopo mesi di silenzio.
    Bentornato, Alberto!

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