venerdì 19 dicembre 2014

il complesso

Poche settimane fa Landini ha dichiarato che “Renzi non ha il consenso delle persone oneste”.  
Chiunque abbia un pizzico di sale in zucca, si rende conto che generalizzare è sempre e comunque sbagliato: dire che tutti i calvi sono intelligenti, o che tutti i forzuti sono stupidi, o che tutti i meridionali sono furbi o che tutti i pensionati sono fessi ecc. (gli esempi sarebbero infiniti), è sempre una sciocchezza.
Infatti, ogni essere umano è se stesso e risponde delle proprie azioni, non di quelle di qualcun altro che ha qualcosa in comune con lui.
Sciocchezze simili si possono tollerare quando le senti al bar pronunciate, magari, da un tale esasperato che ha appena subìto un furto o da un altro tale che conosci come sempliciotto e non ci fai nemmeno caso.
Ma Landini è un leader sindacale di livello nazionale, segretario della FIOM, e ha detto pubblicamente una sciocchezza che offende milioni di persone e che, in un paese normale, gli costerebbe la carriera politica.
Invece sta andando benissimo, e si accinge a diventare il leader dell’ennesimo partito comunista, dopo le prove non esaltanti che il comunismo ha dato a livello planetario.
Infatti i vecchi comunisti, che Landini sta cercando di rianimare, sostengono che il comunismo è la forma migliore di convivenza civile, ma è sempre stata applicata male.
Anche ai tempi di Stalin, quando era noto che l’URSS non era altro che uno spietato regime liberticida, i dirigenti del PCI, grosso modo, pensavano: “Ma sì, effettivamente Bessarione (come lo chiamava Giovannino Guareschi) forse esagera ma, quando instaureremo noi il comunismo in Italia, sarà tutta un’altra cosa: vuoi mettere? Tuttavia, nel frattempo, è meglio che i compagni della base non sappiano degli esodi forzati di popolazioni intere, dei campi di lavoro, dei processi inventati, dei coloni massacrati e di altri aspetti che ci metterebbero inutilmente in imbarazzo.
Insomma, i compagni sono affetti da un atavico complesso di superiorità: ritengono di essere i soli onesti e capaci di guidare un paese: gli altri vanno tollerati, poverini, magari anche capiti, ma fino a un certo punto.
Ma il vero collante di quell’ideologia era il cosiddetto odio di classe, il cui solo sbocco era la soppressione delle classi: solo con una società formata da persone tutte uguali, questo odio poteva attenuarsi.
In realtà le classi non ci sono nemmeno nella nostra società, ma Landini non se ne è ancora accorto.
Non si è accorto che, nelle società liberali, uno può nascere povero e morire ricco o viceversa, perciò le classi non sono più fisse, ma l’odio rimane.
Il giorno in cui picchiarono dei manifestanti a Roma, Landini disse che, in un paese di ladri, avevano picchiato degli operai che manifestavano: aveva ragione dicendo che in un paese civile si deve potere manifestare pacificamente senza essere picchiati, ma riguardo al paese di ladri torniamo al punto di partenza: al complesso di superiorità.

Un complesso di superiorità ingiustificato, che gli ultimi avvenimenti romani stanno sgretolando impietosamente.

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