Poche
settimane fa Landini ha dichiarato che “Renzi
non ha il consenso delle persone oneste”.
Chiunque
abbia un pizzico di sale in zucca, si rende conto che generalizzare è sempre e
comunque sbagliato: dire che tutti i calvi sono intelligenti, o che tutti i
forzuti sono stupidi, o che tutti i meridionali sono furbi o che tutti i
pensionati sono fessi ecc. (gli esempi sarebbero infiniti), è sempre una
sciocchezza.
Infatti,
ogni essere umano è se stesso e risponde delle proprie azioni, non di quelle di
qualcun altro che ha qualcosa in comune con lui.
Sciocchezze
simili si possono tollerare quando le senti al bar pronunciate, magari, da un
tale esasperato che ha appena subìto un furto o da un altro tale che conosci
come sempliciotto e non ci fai nemmeno caso.
Ma Landini è
un leader sindacale di livello nazionale, segretario della FIOM, e ha detto
pubblicamente una sciocchezza che offende milioni di persone e che, in un paese
normale, gli costerebbe la carriera politica.
Invece sta
andando benissimo, e si accinge a diventare il leader dell’ennesimo partito
comunista, dopo le prove non esaltanti che il comunismo ha dato a livello
planetario.
Infatti i
vecchi comunisti, che Landini sta cercando di rianimare, sostengono che il
comunismo è la forma migliore di convivenza civile, ma è sempre stata applicata
male.
Anche ai
tempi di Stalin, quando era noto che l’URSS non era altro che uno spietato
regime liberticida, i dirigenti del PCI, grosso modo, pensavano: “Ma sì, effettivamente Bessarione (come lo
chiamava Giovannino Guareschi) forse esagera ma, quando instaureremo noi il
comunismo in Italia, sarà tutta un’altra cosa: vuoi mettere? Tuttavia, nel
frattempo, è meglio che i compagni della base non sappiano degli esodi forzati
di popolazioni intere, dei campi di lavoro, dei processi inventati, dei coloni
massacrati e di altri aspetti che ci metterebbero inutilmente in imbarazzo.”
Insomma, i
compagni sono affetti da un atavico complesso di superiorità: ritengono di
essere i soli onesti e capaci di guidare un paese: gli altri vanno tollerati,
poverini, magari anche capiti, ma fino a un certo punto.
Ma il vero
collante di quell’ideologia era il cosiddetto odio di classe, il cui solo
sbocco era la soppressione delle classi: solo con una società formata da persone tutte uguali, questo odio poteva attenuarsi.
In realtà le
classi non ci sono nemmeno nella nostra società, ma Landini non se ne è ancora
accorto.
Non si è
accorto che, nelle società liberali, uno può nascere povero e morire ricco o
viceversa, perciò le classi non sono più fisse, ma l’odio rimane.
Il giorno in
cui picchiarono dei manifestanti a Roma, Landini disse che, in un paese di
ladri, avevano picchiato degli operai che manifestavano: aveva ragione dicendo
che in un paese civile si deve potere manifestare pacificamente senza essere
picchiati, ma riguardo al paese di ladri torniamo al punto di partenza: al
complesso di superiorità.
Un complesso
di superiorità ingiustificato, che gli ultimi avvenimenti romani stanno
sgretolando impietosamente.
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