Scrivo queste poche righe “a
caldo” nel senso letterale del termine.
Sono appena rientrato
dall’avere accompagnato mia moglie alla stazione di Castelfranco Emilia, con
congruo anticipo, per prendere il treno delle ore 14.09 diretto ad Ancona.
La biglietteria è chiusa, ma
si può acquistare il biglietto al bar, perciò va tutto bene.
Purtroppo il bar è sprovvisto
dei biglietti riguardanti la tratta Castelfranco-Riccione, ma si può sempre
usare la macchina elettronica.
Dopo alcuni minuti di
spremitura di meningi, ecco il biglietto di corsa semplice relativo alla corsa
delle ore 14.09 in partenza da Castelfranco Emilia per Riccione.
Controlliamo sul display
elettronico, e la partenza delle ore 14.09 è prevista senza ritardi, poi mia
moglie oblitera il biglietto ed eccoci nella corsia 3 dove transiterà il nostro
treno.
Dico nostro perché, in
genere, attendo la partenza prima di rientrare.
Ma del treno delle 14.09 non
c’è traccia: l’uomo robot annuncia di
tutto, dal non attraversare i binari allo spostarsi dalla linea gialla, dal
treno che va a Milano al divieto di scendere prima della fermata, ma del treno
in questione non si sa nulla, anche se sul display elettronico continua a
figurare senza ritardi.
Il fatto è che intanto passa
il treno delle 14.42 che va nella stessa direzione ma è limitato a Bologna.
Intanto sul display sparisce
il treno delle 14.09 e allora viene il dubbio che sia stato soppresso, ma
sembra impossibile una soppressione e, per di più, senza nemmeno informarne i
viaggiatori.
Per svolgere un pubblico
servizio di linea è necessario rendere pubblici gli orari delle varie corse che
possono essere soppresse solo per cause di forza maggiore come, ad esempio, una
calamità naturale che impedisca il transito oppure uno sciopero alla “gatto selvaggio”, cioè improvvisato, che
non consenta materialmente di fare partire il mezzo pubblico, treno, aereo,
corriera, tram, autobus, filobus, funivia, traghetto ecc.
Nemmeno in caso di malattia
degli addetti è consentito sopprimere una corsa di linea, perché l’organizzazione
aziendale deve prevedere anche questa eventualità e avere la scorta necessaria
di personale viaggiante, oppure personale di impianti fissi distaccabile nei casi di
necessità.
Una signora che aspettava
invano ha detto che le era già successo, alcuni mesi fa, una cosa analoga:
treno soppresso senza informare nessuno e attesa inutile dei viaggiatori
trattati proprio come bestiame.
Allora mi viene un dubbio:
non sarà che le fs sopprimano corse di linea senza che cause di forza maggiore
ne impediscano l’effettuazione?
In questo caso si andrebbe su
un terreno minato perché potrebbe configurarsi il reato di interruzione di
pubblico servizio, reato perseguibile sia in sede civile che penale.
Peccato non essere un
importante uomo politico o un valente avvocato con alle spalle uno studio
legale: andando a verificare questa cosa potrebbero anche nascere delle
sorprese.
Tornando a bomba, abbiamo
atteso il treno successivo delle ore 15.09, il cui arrivo è stato
puntualissimo, non prima di avere bevuto qualcosa per evitare la
disidratazione.
Infatti, le condizioni
ambientali non erano delle migliori: 35 gradi all’ombra e tasso di umidità
altissimo.
Mentre la gente aspettava, si
sentivano espressioni non proprio gentili all’indirizzo di fs, e mi sono
ricordato che pochi mesi fa il presidente fs, Moretti, aveva dichiarato che, in
caso di decurtazione del suo stipendio, sarebbe andato all’estero.
Ho pensato che, se dipendesse
da me, gli aumenterei l’indennità di buon’uscita perché ci vada.
Finalmente, alle ore 15.09,
ho salutato mia moglie e sono rientrato.
Caro Gigi è devi dire che ti è pure andata bene, solo una misera ora di ritardo.
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