lunedì 7 luglio 2014

fs - un caldo pomeriggio


Scrivo queste poche righe “a caldo” nel senso letterale del termine.
Sono appena rientrato dall’avere accompagnato mia moglie alla stazione di Castelfranco Emilia, con congruo anticipo, per prendere il treno delle ore 14.09 diretto ad Ancona.
La biglietteria è chiusa, ma si può acquistare il biglietto al bar, perciò va tutto bene.
Purtroppo il bar è sprovvisto dei biglietti riguardanti la tratta Castelfranco-Riccione, ma si può sempre usare la macchina elettronica.
Dopo alcuni minuti di spremitura di meningi, ecco il biglietto di corsa semplice relativo alla corsa delle ore 14.09 in partenza da Castelfranco Emilia per Riccione.
Controlliamo sul display elettronico, e la partenza delle ore 14.09 è prevista senza ritardi, poi mia moglie oblitera il biglietto ed eccoci nella corsia 3 dove transiterà il nostro treno.
Dico nostro perché, in genere, attendo la partenza prima di rientrare.
Ma del treno delle 14.09 non c’è traccia: l’uomo robot annuncia di tutto, dal non attraversare i binari allo spostarsi dalla linea gialla, dal treno che va a Milano al divieto di scendere prima della fermata, ma del treno in questione non si sa nulla, anche se sul display elettronico continua a figurare senza ritardi.
Il fatto è che intanto passa il treno delle 14.42 che va nella stessa direzione ma è limitato a Bologna.
Intanto sul display sparisce il treno delle 14.09 e allora viene il dubbio che sia stato soppresso, ma sembra impossibile una soppressione e, per di più, senza nemmeno informarne i viaggiatori.
Per svolgere un pubblico servizio di linea è necessario rendere pubblici gli orari delle varie corse che possono essere soppresse solo per cause di forza maggiore come, ad esempio, una calamità naturale che impedisca il transito oppure uno sciopero alla “gatto selvaggio”, cioè improvvisato, che non consenta materialmente di fare partire il mezzo pubblico, treno, aereo, corriera, tram, autobus, filobus, funivia, traghetto ecc.
Nemmeno in caso di malattia degli addetti è consentito sopprimere una corsa di linea, perché l’organizzazione aziendale deve prevedere anche questa eventualità e avere la scorta necessaria di personale viaggiante, oppure personale di impianti fissi distaccabile nei casi di necessità.
Una signora che aspettava invano ha detto che le era già successo, alcuni mesi fa, una cosa analoga: treno soppresso senza informare nessuno e attesa inutile dei viaggiatori trattati proprio come bestiame.
Allora mi viene un dubbio: non sarà che le fs sopprimano corse di linea senza che cause di forza maggiore ne impediscano l’effettuazione?
In questo caso si andrebbe su un terreno minato perché potrebbe configurarsi il reato di interruzione di pubblico servizio, reato perseguibile sia in sede civile che penale.
Peccato non essere un importante uomo politico o un valente avvocato con alle spalle uno studio legale: andando a verificare questa cosa potrebbero anche nascere delle sorprese.
Tornando a bomba, abbiamo atteso il treno successivo delle ore 15.09, il cui arrivo è stato puntualissimo, non prima di avere bevuto qualcosa per evitare la disidratazione.
Infatti, le condizioni ambientali non erano delle migliori: 35 gradi all’ombra e tasso di umidità altissimo.
Mentre la gente aspettava, si sentivano espressioni non proprio gentili all’indirizzo di fs, e mi sono ricordato che pochi mesi fa il presidente fs, Moretti, aveva dichiarato che, in caso di decurtazione del suo stipendio, sarebbe andato all’estero.
Ho pensato che, se dipendesse da me, gli aumenterei l’indennità di buon’uscita perché ci vada.
Finalmente, alle ore 15.09, ho salutato mia moglie e sono rientrato.

1 commento:

  1. Caro Gigi è devi dire che ti è pure andata bene, solo una misera ora di ritardo.

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