Venerdì 18 luglio scorso il
Comune ha convocato un gruppo di persone, a vario titolo interessate alla
permanenza dell’Archivio Storico a Spilamberto, per approfondire il tema della
nuova collocazione dell’Archivio stesso.
Il Sindaco e l’Assessore alla
Cultura hanno raccolto i pochi documenti esistenti, dai quali non risulta
nessun atto ufficiale che vincoli il Comune a spostare l’Archivio nell’ex
magazzino individuato e messo a disposizione dalla Fondazione di Vignola.
E’ perciò poco credibile
quanto detto dal vicepresidente della Fondazione nella riunione del 23 aprile
scorso, tenutasi proprio nella presunta nuova sede, e cioè che la Fondazione
non avrebbe comperato l’edificio, da adibire ad Archivio collettivo, senza le
garanzie di adesione dei Comuni interessati.
Per quanto riguarda
Spilamberto, queste garanzie non esistono.
Dopo questi preliminari, ha
preso la parola una delle persone invitate all’incontro che si è dichiarata
favorevole all’eventuale spostamento a Vignola dell’archivio Storico,
suscitando un certo stupore, poi il discorso è scivolato su un aspetto
secondario: un futuro pensionamento, nemmeno troppo imminente, nell’ambito
degli addetti all’Archivio Storico.
Da quel momento il discorso
si è aggrovigliato nei dettagli riguardanti le possibili modalità di
sostituzione, ad opera di commessi o non commessi, a tempo pieno o parziale e
tante altre cose attinenti alla gestione dell’Archivio che il Comune,
ovviamente, dovrà valutare prima di fare una scelta definitiva, ma che in
quella sede erano, a mio modo di vedere, fuori luogo.
Poiché avevo avuto l’onore di
essere invitato a quell’incontro, ero curioso di capire quale potesse essere la
volontà politica della nuova amministrazione, perché un fatto importante come
quello sul tappeto presuppone una scelta politica, che potrebbe anche essere
condizionata da aspetti diversi.
Ad esempio, il fatto che una
fondazione bancaria, ente la cui attività consiste nel destinare a fini sociali
i fondi creati dalla banca di riferimento, acquisti un edificio dalla banca
stessa, non può non creare qualche perplessità.
In secondo luogo, si ha
l’impressione che le istituzioni, ovvero i Comuni, debbano subire scelte fatte
da chi non ha un ruolo istituzionale, e anche questo aspetto lascia perplessi.
Purtroppo, a causa di un
impegno, ho dovuto lasciare l’incontro mentre si parlava ancora dei problemi
legati alla gestione.
Spero che, dopo la mia
uscita, si sia parlato anche di ciò che stava a cuore a me: che l’Archivio
Storico possa restare nel nostro territorio, al servizio della nostra Comunità.
Una Comunità che per più di
500 anni l’ha curato e custodito non merita di vederselo strappare in virtù di
ipotetici vantaggi economici.
Ci sono valori che, anche se
non quantificabili in denaro, hanno grande importanza: ad esempio l’orgoglio di
appartenere a una Comunità, che è uno straordinario collante per le lacerazioni
che inevitabilmente si creano nel tessuto sociale.
Mi auguro che
l’amministrazione voglia tenere conto anche di questi aspetti, e spero di avere
presto nuove notizie da fornire ai lettori di questo blog.
In alto, foto dell'ex magazzino vignolese che potrebbe ospitare il nostro Archivio Storico.
Scusa Gigi ma vorrei ratificare che gli ipotetici vantaggi economici equivalgono a grossi vantaggi economici per qualcuno del comune, vedi i famosi cassonetti del rusco con le calotte intelligenti ( chi le fabbrica?? ).
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