Di Europa ho sentito
parlare fin da quando ero ragazzo.
Il 25 marzo 1957
vennero firmati i trattati di Roma in virtù dei quali nacquero la CEE - Comunità Economica Europea – e l’EURATOM
– Comunità Europea dell’Energia Atomica
–.
Ne facevano parte
sei Paesi: Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo.
A Bruxelles venne
costruito un edificio a immagine dell’atomo che simboleggiava l’entrata nel
futuro, e le attese della gente, soprattutto dei giovani, erano enormi.
Poi, nel 1992, vi fu il trattato di
Maastricht che prevedeva, fra l’altro, l’introduzione della moneta unica nei
paesi aderenti alla CEE a partire dal 1° gennaio 2002.
Ora, era sotto gli
occhi di tutti che l’Europa, politicamente, non esisteva ancora, né come Stato
unico né come stato confederato. Per fare passare una qualsiasi decisione
occorreva il voto unanime degli associati, e si può dire tranquillamente che
l’Europa non esiste nemmeno oggi.
Nell’attesa che
andasse in vigore questa portentosa moneta io, da profano, mi chiedevo: “Ha senso che uno Stato che non esiste batta
moneta propria?”
Infatti, ho sempre
pensato che solo uno Stato sovrano possa legittimamente battere moneta, e
l’Europa non era uno Stato.
Però, pensavo, sono
troppo ignorante per potere dare dei giudizi: vi saranno aspetti, a me
sconosciuti, che renderanno sensata l’introduzione dell’euro.
Ebbi nuovi dubbi
quando il governo di allora fece carte false per entrare nell’euro che pareva
l’eldorado, e appioppò agli italiani una tassa straordinaria per entrarvi.
Poi venne il giorno
fatidico, 1° gennaio 2002, e cominciò un incubo.
Tornando alla mia
ignoranza, pensavo che un cambiamento di quella portata dovesse essere
accompagnato da un lungo affiancamento delle due monete, la vecchia e la nuova,
per evitare speculazioni e furberie.
Io pensavo ad almeno
tre anni, ma non fu così.
L’affiancamento
delle due monete durò 59 giorni, un lampo, dopodichè prese forma, nella mente
degli italiani, quella strana forma di equazione in base alla quale, quando si
spendevano 10 euro, si aveva l’impressione di avere speso 10.000 lire.
In breve tempo capii
che non ero stato poi tanto ignorante a ritenere che introdurre l’euro fosse un
errore sia nella sostanza che nelle modalità di passaggio da una moneta a
un’altra.
I fatti lo
dimostravano, e lo dimostrano, in modo impietoso.
La mia autostima
aumentò, ma fu l’unica soddisfazione che ebbi.
Da allora sono
passati 12 anni e gli italiani stanno assai peggio di prima, perchè il loro potere di acquisto, con l'avvento dell'euro, è stato quasi dimezzato.
L’Europa non è altro
che una pletora di parlamentari che legiferano su questioni insignificanti,
come il diametro dei piselli, e non riescono a fare altro, nemmeno a darsi uno
statuto.
Eppure stanno là,
con due sedi parlamentari, perché una sola non bastava, con eserciti di
segretari, portaborse, con biglietti d’aereo gratis per spostarsi dai
rispettivi paesi di origine a Bruxelles e/o a Strasburgo.
Quest’ultima sede
aggiuntiva costa 53,7 milioni di euro l’anno per una media di 48 sedute.
Per leggere il conto
delle spese occorre avere nervi saldi: 7,7
milioni l’anno per la sicurezza, 4,3
milioni l’anno per le bollette della luce, 18 milioni per costi di viaggio e trasporto di documenti.
Questo è ciò che
abbiamo ottenuto: un nano politico che, all’ombra di un pachiderma burocratico,
vuota le tasche di una popolazione eterogenea che diventa omogenea solo
all’atto di sborsare.
Quando penso alla
consistenza di Eurolandia, il cui stesso nome evoca un Parco Divertimenti (come
Fiabilandia), e alle speranze nell’Europa che avevo io e i ragazzi della mia
generazione, immancabilmente mi entra in testa un passo di Leopardi: “Quando sovvienmi di cotanta speme, un
affetto mi preme acerbo e sconsolato .....”.
Luigi hai fatto un commento da oscar, direi che forse se non tutti buona parte del popolo italiano la pensava cosi' compreso il sottoscritto.
RispondiEliminaMai e poi mai mi sarei aspettato che con il cambio della moneta gli italiani averebbero preso un ' ic.l.t. cosi' grossa, anche perchè se non mi sbaglio all' ora nessun organo di informazione ci disse che 10 euro valevano sulle 20.000 lire tutta la gente normale pensava 10 euro = 10.000 lire cosi' come 5 euro = 5.000 lire, insomma ora mi viene da dire che i nostri politici non vedevano l' ora di questo cambio per iniziare a ridurci in povertà. Io forse ero fiducioso ma subito dopo mi sono reso conto che esisteva una moneta unica e niente più perchè tra leggi e leggini ogni Stato si è tenuto le sue, quindi tranne qualche legge sul bacello da allora fino ad oggi non si è fatto nulla, anzi in questa unione monetaria ciascuno Stato tenta di prendere il sopravvento sull' altro e vuole essere colui che comanda l' Europa, insomma l' Europa è diventata una vera e propria schifezza. Personalmente in questa Europa ci rivedo i fasti del Terzo Reich, solo che ora si fanno guerre burocratiche e non più con le armi.
A proposito se la mente non m' inganna la poesia è Silvia !!!!
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