sabato 15 agosto 2015

l'imbonitore

Nel febbraio del 2014 Renzi ha deciso di accettare l’incarico di capo del governo, e ha suscitato molte speranze in tantissimi italiani, perchè dava l’impressione di avere la capacità e la determinazione per fare finalmente decollare il nostro paese attaccando di petto il problema dei problemi: la modernizzazione della nostra Costituzione che, essendo stata scritta all’indomani di una dittatura, è infarcita di pesi e contrappesi che rendono difficile, se non impossibile, governare.
Solo a titolo di esempio, il bicameralismo perfetto complica molto il varo delle leggi che, prima di essere approvate, vengono rimpallate da una camera all’altra per mesi e mesi.
Il numero di parlamentari è poi spropositato: 630 deputati e 315 senatori, quasi il doppio degli USA.
Anche l’esecutivo funziona come può: il presidente del consiglio dei ministri non può nemmeno sostituire un ministro senza provocare una crisi di governo.
Insomma, abbiamo una Costituzione obsoleta che richiede di essere rinnovata, alla faccia della RAI che ha strapagato un comico per fare una trasmissione sulla Costituzione intitolata “la più bella del mondo”.
Tornando a bomba, Renzi sembrava in grado di fare finalmente qualcosa.
Ha cominciato a scaldare i motori però non partiva mai e ancora oggi, dopo un anno e mezzo, è ancora fermo ai box.
Nel frattempo abbiamo dovuto sorbirci, quotidianamente o quasi, dichiarazioni roboanti tese a rassicurare gli italiani: avrebbe pensato lui a migliorare la nostra vita.
Ci ha garantito che non avrebbe mai e poi mai alzato le tasse, e che in tre mesi avrebbe fatto la riforma fiscale.
Ci ha garantito che entro maggio 2014 avrebbe soppresso il Senato.
Ci ha garantito che entro settembre 2014 avrebbe saldato i debiti dello Stato nei riguardi delle imprese.
Ci ha garantito che avrebbe tagliato drasticamente la spesa pubblica.
Ci ha garantito che nella gestione della marea di immigrati avremmo avuto l’appoggio dell’Europa che li avrebbe suddivisi fra i vari paesi della comunità. All’uopo si è incontrato con Hollande, il quale ha detto che è vero che tutta l’Europa deve farsi carico del problema degli immigrati, ma ha concluso dicendo che manterrà il presidio che impedisce ai migranti di entrare in Francia.
Ci ha garantito che avrebbe lavorato sulla moralizzazione della politica, salvo candidare governatore in Campania un condannato a una pena per la quale altre persone sono state espulse dal Parlamento, senza contare che nell’attuale compagine di governo vi sono numerose persone indagate.
Arriviamo poi alla vicenda delle pensioni decurtate illegalmente, con Renzi che dice che restituirà il dovuto in agosto.
In realtà si è trattato di una piccola parte del dovuto, ma lui l’ha pure chiamata “bonus”, ovvero regalo.
E qui appare con evidenza la sua anima di “imbonitore”.
Mi ricorda infatti certi venditori di piatti o di stoffe che, da bambino, vedevo all’opera a Spilamberto la domenica mattina.
Ad ascoltarli si radunava sempre una gran quantità di persone, perché i venditori avevano la parola talmente franca che avrebbero convinto chiunque del fatto che volevano fargli un regalo. La fase di preparazione al momento culminante, in cui avrebbero incaricato il loro aiutante di consegnare il pacco a Tizio o a Caio, era travolgente: le parole fluivano con una tale velocità che un leggero rigo di bava gli incorniciava la bocca. Magari Tizio o Caio non avrebbero voluto acquistare nulla, ma la bravura del venditore non gli consentiva di reagire. Per questo accettavano anche se, giunti a casa, constatavano che mancava qualcosa.
Tuttavia la maggioranza della folla presente non era lì per comprare, ma era affascinata dal venditore che non stava semplicente facendo il suo mestiere: stava offrendo un grande spettacolo.
Questo mi ha fatto venire in mente Renzi non solo in occasione del “bonus” citato, ma soprattutto in occasione della sua recente dichiarazione di volere attuare un epocale ribasso delle imposte: egli sta offrendo un grande spettacolo.

Molti crederanno alla sua promessa, e si troveranno come il Tizio e il Caio della piazza: affascinati e gabbati.

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