Le considerazioni di
Messer Filippo sulle recenti elezioni mi sembrano condivisibili.
Sono d’accordo
sull’importanza che ha avuto il voto dei “cattocomunisti”
nell’elezione del sindaco e sono pure d’accordo sullo “spirito unitario” ancora presente nei partiti discendenti dal PCI.
Vorrei solo
aggiungere qualche considerazione su alcuni aspetti che hanno generato
interrogativi non facili da risolvere.
Il principale
riguarda, a mio avviso, il deludente risultato della Lista “Spilamberto Libera e Responsabile”.
Si tratta di una
lista che univa tutta l’opposizione del quinquennio 2009-2014: PDL-Lega nord e
Spilamberto Solidarietà e Ambiente.
Queste due liste
avevano ottenuto, nel 2009, rispettivamente il 30,58% e l’11,47 %.
Con un simile bacino
di voti alle spalle i promotori sicuramente pensavano di potere sfiorare la
vittoria, soprattutto dopo la costituzione di una lista di sinistra - Uniti per la Sinistra di Spilamberto e San
Vito – che non condivideva la candidatura di Costantini.
Ma gli elettori
hanno bocciato questo progetto: la Lista “Spilamberto
Libera e Responsabile” ha raccolto soltanto il 17,17%.
Il fatto che sia
nata la lista del M5S ci aiuta a capire solo in parte perché, ammesso che i
voti ottenuti da M5S siano stati sottratti tutti alla lista Forte, questa
avrebbe ottenuto, senza la discesa in campo di M5S, il 33,17%, ossia 9 punti in
meno rispetto al 2009. Deve perciò esserci qualche altra ragione per spiegare
un simile tracollo: forse un difetto nella comunicazione e nell’informazione.
I cittadini si sono
trovati di fronte a una scelta fatta a freddo, ed è possibile che non l’abbiano
capita bene. Magari molti liberali, che avevano sostenuto l’opposizione di
centro-destra nel 2009 regalandole il 30% dei voti, hanno pensato che non fosse
sensata l’unione con gli ambientalisti che, spesso, non si capisce se siano più
verdi o più rossi.
Per contro, può
darsi che gli ambientalisti, vedendosi alleati con i liberali, spesso
considerati “fascisti”, non siano stati contenti di questa alleanza.
Forse il precedente
del 2009 a Savignano, dove tutte le opposizioni unite si sono liberate della
corazzata PD, ha indotto a pensare che fosse una cosa non troppo difficile
sconfiggere i governanti locali.
Ma la situazione
sviluppatasi era diversa. Infatti, a Savignano, le varie opposizioni si sono
riunite in pubblica assemblea, hanno dato mandato ad alcune persone di stilare
uno Statuto che stabilisse la linea di condotta della Lista e, infine, hanno
individuato un candidato sindaco molto conosciuto, stimato e appoggiato da
tutte le componenti della Lista civica.
(Nell’articolo di Pier Luigi
Garagnani, riprodotto nel post seguente con il titolo "Post-voto: sistema Savignano", viene
approfondito l’iter seguito dalla vincente Lista dei cittadini di Savignano).
Comunque, le mie
sono solo ipotesi: può anche darsi che i motivi siano altri, ma quello che è
certo è che qualcosa non ha funzionato.
Un’altra cosa
anomala è la vicenda del M5S, che ha ottenuto un ottimo risultato. Ottenere il
16% presentandosi alle elezioni per la prima volta, e a pochi giorni dalla
scadenza, non è cosa da poco.
Il M5S, tuttavia, è
un movimento di protesta e di ribellione alla politica politicante, ai marpioni
della politica, alla casta.
L’anomalia consiste
nel fatto che, nonostante questo ottimo risultato, chi comanda si è rafforzato.
Allora viene da
pensare: è stato per caso un voto di protesta contro chi non ha mai contato
niente?
Non si sa,
effettivamente, cosa pensare.
Ricordarsi anche che Savignano fa parte delle Terre di castelli dove chi comanda è Vignola, tanto per ingarbugliare di più la storia.
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