sabato 14 giugno 2014

post-voto: commento


Le considerazioni di Messer Filippo sulle recenti elezioni mi sembrano condivisibili.
Sono d’accordo sull’importanza che ha avuto il voto dei “cattocomunisti” nell’elezione del sindaco e sono pure d’accordo sullo “spirito unitario” ancora presente nei partiti discendenti dal PCI.
Vorrei solo aggiungere qualche considerazione su alcuni aspetti che hanno generato interrogativi non facili da risolvere.
Il principale riguarda, a mio avviso, il deludente risultato della Lista “Spilamberto Libera e Responsabile”.
Si tratta di una lista che univa tutta l’opposizione del quinquennio 2009-2014: PDL-Lega nord e Spilamberto Solidarietà e Ambiente.
Queste due liste avevano ottenuto, nel 2009, rispettivamente il 30,58% e l’11,47 %.
Con un simile bacino di voti alle spalle i promotori sicuramente pensavano di potere sfiorare la vittoria, soprattutto dopo la costituzione di una lista di sinistra - Uniti per la Sinistra di Spilamberto e San Vito – che non condivideva la candidatura di Costantini.
Ma gli elettori hanno bocciato questo progetto: la Lista “Spilamberto Libera e Responsabile” ha raccolto soltanto il 17,17%.
Il fatto che sia nata la lista del M5S ci aiuta a capire solo in parte perché, ammesso che i voti ottenuti da M5S siano stati sottratti tutti alla lista Forte, questa avrebbe ottenuto, senza la discesa in campo di M5S, il 33,17%, ossia 9 punti in meno rispetto al 2009. Deve perciò esserci qualche altra ragione per spiegare un simile tracollo: forse un difetto nella comunicazione e nell’informazione.
I cittadini si sono trovati di fronte a una scelta fatta a freddo, ed è possibile che non l’abbiano capita bene. Magari molti liberali, che avevano sostenuto l’opposizione di centro-destra nel 2009 regalandole il 30% dei voti, hanno pensato che non fosse sensata l’unione con gli ambientalisti che, spesso, non si capisce se siano più verdi o più rossi.
Per contro, può darsi che gli ambientalisti, vedendosi alleati con i liberali, spesso considerati “fascisti”, non siano stati contenti di questa alleanza.
Forse il precedente del 2009 a Savignano, dove tutte le opposizioni unite si sono liberate della corazzata PD, ha indotto a pensare che fosse una cosa non troppo difficile sconfiggere i governanti locali.
Ma la situazione sviluppatasi era diversa. Infatti, a Savignano, le varie opposizioni si sono riunite in pubblica assemblea, hanno dato mandato ad alcune persone di stilare uno Statuto che stabilisse la linea di condotta della Lista e, infine, hanno individuato un candidato sindaco molto conosciuto, stimato e appoggiato da tutte le componenti della Lista civica.
(Nell’articolo di Pier Luigi Garagnani, riprodotto nel post seguente con il titolo "Post-voto: sistema Savignano", viene approfondito l’iter seguito dalla vincente Lista dei cittadini di Savignano).
Comunque, le mie sono solo ipotesi: può anche darsi che i motivi siano altri, ma quello che è certo è che qualcosa non ha funzionato.
Un’altra cosa anomala è la vicenda del M5S, che ha ottenuto un ottimo risultato. Ottenere il 16% presentandosi alle elezioni per la prima volta, e a pochi giorni dalla scadenza, non è cosa da poco.
Il M5S, tuttavia, è un movimento di protesta e di ribellione alla politica politicante, ai marpioni della politica, alla casta.
L’anomalia consiste nel fatto che, nonostante questo ottimo risultato, chi comanda si è rafforzato.
Allora viene da pensare: è stato per caso un voto di protesta contro chi non ha mai contato niente?
Non si sa, effettivamente, cosa pensare.

1 commento:

  1. Ricordarsi anche che Savignano fa parte delle Terre di castelli dove chi comanda è Vignola, tanto per ingarbugliare di più la storia.

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