mercoledì 26 giugno 2013

la culla del rovescio 2


LA CULLA DEL ROVESCIO 2


Il cerchio si sta stringendo attorno al collo di Silvio Berlusconi. 
La sentenza di primo grado del processo Ruby ha stretto un altro po’ il cappio, nonostante molti pensassero che l’impianto del processo non poteva stare in piedi.
Vi era infatti una parte lesa che riteneva di non esserlo, e lo ha dichiarato pubblicamente alla stampa, perché nel corso del giudizio non è stata interrogata: per il PM era lesa e basta.
Vi erano poi le testimonianze di decine di persone di varia estrazione, dalla commessa al parlamentare, che smentivano l’impianto accusatorio, ma anche questo ostacolo è stato driblato brillantemente: 32 testimoni sono stati accusati di avere giurato il falso e la procura potrebbe stabilire di rinviarli a giudizio.
In questo caso vi sarebbero due processi paralleli, e quest’ultimo dovrebbe concludersi prima dell’altro, perché condannare in via definitiva qualcuno sulla base di testimonianze false che si rivelassero vere sarebbe strano, anche se alle stranezze ormai siamo abituati.
Vi è poi il fatto, criticabile dal lato estetico, di avere emesso un verdetto coincidente con quello emesso dal giudice di un film di Nanni Moretti, “Il caimano”, nel quale era riconoscibile Berlusconi: 7 anni di galera e interdizione perpetua dai pubblici uffici!
Non potevano dargliene 6 o 8? E non potevano interdirlo per 10 anni? Avrebbero ottenuto lo stesso risultato senza esporsi a ironie anche troppo facili.
Intanto, a proposito di cerchio che si stringe, i prossimi appuntamenti sono i seguenti.
27 giugno – la corte di cassazione esamina il ricorso di Fininvest contro la sentenza che l’ha costretta a versare 560 milioni a De Benedetti
27 giugno – udienza preliminare per la presunta compravendita di senatori nel 2006/2008
12 luglio – sentenza di 1° grado del processo Ruby2 (Fede-Mora-Minetti)
entro il 2014 – pronuncia della Cassazione sul processo Mediaset (B. condannato in 2° grado a 4 anni)
entro il 2014 – sentenza di 2° grado sul caso Unipol (quello in cui Fassino esultava: “abbiamo una banca!”) nel quale Berlusconi, fratello dell’editore del giornale che pubblicò il dialogo, è stato condannato in 1° grado a 1 anno.
Insomma, l’impressione che si sia trattato di una sentenza politica c’è, e non è solo un’opinione nostra, ma anche di giornalisti non sospettabili di simpatie per Berlusconi, come Piero Sansonetti, autore di un articolo molto interessante che pubblichiamo nel prossimo post.

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