LA CULLA DEL
ROVESCIO 2
Il cerchio si sta stringendo attorno
al collo di Silvio Berlusconi.
La sentenza di primo grado del
processo Ruby ha stretto un altro po’ il cappio, nonostante molti pensassero
che l’impianto del processo non poteva stare in piedi.
Vi era infatti una parte lesa che
riteneva di non esserlo, e lo ha dichiarato pubblicamente alla stampa, perché
nel corso del giudizio non è stata interrogata: per il PM era lesa e basta.
Vi erano poi le testimonianze di
decine di persone di varia estrazione, dalla commessa al parlamentare, che
smentivano l’impianto accusatorio, ma anche questo ostacolo è stato driblato
brillantemente: 32 testimoni sono stati accusati di avere giurato il falso e la
procura potrebbe stabilire di rinviarli a giudizio.
In questo caso vi sarebbero due
processi paralleli, e quest’ultimo dovrebbe concludersi prima dell’altro,
perché condannare in via definitiva qualcuno sulla base di testimonianze false
che si rivelassero vere sarebbe strano, anche se alle stranezze ormai siamo
abituati.
Vi è poi il fatto, criticabile dal
lato estetico, di avere emesso un verdetto coincidente con quello emesso dal
giudice di un film di Nanni Moretti, “Il caimano”, nel quale era riconoscibile
Berlusconi: 7 anni di galera e interdizione perpetua dai pubblici uffici!
Non potevano dargliene 6 o 8? E non
potevano interdirlo per 10 anni? Avrebbero ottenuto lo stesso risultato senza
esporsi a ironie anche troppo facili.
Intanto, a proposito di cerchio che si
stringe, i prossimi appuntamenti sono i seguenti.
27 giugno – la corte di cassazione esamina il
ricorso di Fininvest contro la sentenza che l’ha costretta a versare 560
milioni a De Benedetti
27 giugno – udienza preliminare per la presunta
compravendita di senatori nel 2006/2008
12 luglio – sentenza di 1° grado del processo
Ruby2 (Fede-Mora-Minetti)
entro il 2014 – pronuncia
della Cassazione sul processo Mediaset (B. condannato in 2° grado a 4 anni)
entro il 2014 – sentenza di 2°
grado sul caso Unipol (quello in cui Fassino esultava: “abbiamo una banca!”)
nel quale Berlusconi, fratello dell’editore del giornale che pubblicò il
dialogo, è stato condannato in 1° grado a 1 anno.
Insomma, l’impressione che si sia
trattato di una sentenza politica c’è, e non è solo un’opinione nostra, ma
anche di giornalisti non sospettabili di simpatie per
Berlusconi, come Piero Sansonetti, autore di un articolo molto interessante che
pubblichiamo nel prossimo post.