martedì 2 aprile 2013

Re Giorgio


RE GIORGIO


Re Giorgio cominciò a fare politica quando aveva ancora i calzoni corti.
In Italia c’era una dittatura e lui voleva cambiare il mondo.
Che fare? Giorgio si iscrisse al partito comunista e scalò agevolmente i gradini delle gerarchie fino a diventare uno dei personaggi più influenti del PCI, partito che, nell’immediato dopoguerra, si oppose a tutto ciò che poteva farci uscire dalle macerie della guerra.
Infatti il PCI combattè duramente, mobilitando anche la piazza, contro gli aiuti economici offertici dagli americani attraverso il “Piano Marshall”, contro la collocazione atlantica dell’Italia, contro l’aderenza alla NATO.
Giorgio condivise sempre la linea del partito e nel 1956 non ebbe dubbi: i controrivoluzionari ungheresi andavano schiacciati e il nuovo leader Imre Nagy, troppo tenero con gli insorti, andava impiccato, ciò che avvenne nel giugno del 1958.
Per inciso, anche Togliatti fu favorevole all’impiccaggione di Nagy: chiese soltanto che venisse impiccato dopo le elezioni italiane, che si sarebbero tenute il 25 maggio 1958, e fu accontentato.
Poi, nel 1968, l’aspirazione dei cecoslovacchi ad un comunismo dal volto umano, la cosiddetta “Primavera di Praga”, fu stroncata dai carri armati sovietici, e Giorgio non figura fra coloro che, avendo criticato l’intervento sovietico, furono espulsi dal PCI.
Dopo il crollo dell’URSS la carriera di Giorgio, lungi dall’avere battute d’arresto che sembravano inevitabili (e non solo per lui), inizia a decollare: diviene Presidente della Camera dei Deputati, poi Ministro dell’Interno e, per venire alle cronache più recenti, Presidente della Repubblica, ruolo che interpreta con la disinvoltura che, abbinata al suo naturale “aplomb”, lo fa sembrare un re.
In questa veste l’ironia del destino lo manda a Budapest a portare fiori sulla tomba del già citato Imre Nagy, impiccato 50 anni prima (la foto si riferisce a quell’avvenimento): è un’impresa ardua che richiede molto “coraggio”, ma Giorgio la supera brillantemente.
Intanto, sul piano nazionale, non smette di sottolineare la centralità del Parlamento, e quando il governo Prodi gode della maggioranza di un solo voto dovuto, fra l’altro, al voltagabbana Follini che era stato eletto nello schieramento opposto a quello di Prodi, Giorgio dice che il Parlamento, finchè ha una maggioranza, non si tocca.
Siamo nel 2007, il governo non reggerà e così le nuove elezioni andranno al centro-destra.
Ed ecco che Giorgio, nel 2011, non è più sicuro della centralità del Parlamento. Infatti il Governo (Berlusconi) non è stato sfiduciato in Parlamento ma lui, Re Giorgio, pensa che sia meglio cambiarlo, e così lavora nell’ombra per mesi fino a farci il regalo che tutti gli taliani sognavano: essere governati da Monti, non prima di averlo nominato senatore a vita.
Ora, a parte il fatto che si può nominare un presidente del consiglio anche al di fuori del parlamento, è un mistero quali siano i meriti di Monti tali da giustificare il laticlavio, ma è invece noto quanto dobbiamo sborsare noi contribuenti: 300.000 euro l’anno.
Nella sua veste di presidente del CSM Giorgio si batte con coraggio perché le intercettazioni illegali vengano distrutte e non divulgate.
Vince lo scontro ma, purtroppo, le intercettazioni distrutte sono solo quelle fatte a suo danno.
Infine ci regala una commissione di saggi che risolverà quello che tutte le commissioni della nostra storia repubblicana hanno risolto: nulla.
Dulcis in fundo, ci ricorda che abbiamo ancora Monti a capo del governo: eravamo così fortunati e ce ne eravamo dimenticati!
Per fortuna c’è lui, Re Giorgio, a ricordarcelo.

2 commenti:

  1. Ciao e complimenti per il bellissimo blog. Finalmente una voce "fuori dal coro" a Spilamberto...
    So che hai avuto tante visualizzazioni anche dall'estero ed in particolare dagli Stati Uniti. Chissà chi ti legge da laggiù? Sarei curiosa di saperlo.
    Ho apprezzato molto il pezzo su Re Giorgio, ricordiamoci chi è e cosa ha fatto prima di beatificarlo. Buon proseguimento, e mille auguri.

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    1. Grazie mille per l'incoraggiamento. Effettivamente dagli USA qualcuno legge il mio blog: ad ora le pagine lette sono 169. Forse qualche connazionale emiliano è interessato: in tal caso riceverei con piacere un suo commento.
      Luigi Barozzi

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