LA CULLA DEL
ROVESCIO
La prima è la ponderosa questione del
pagamento dei beni e dei servizi che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, ha
acquistato da imprese private.
E’ una
questione che va avanti da mesi ma che solo in questi giorni sembra, anzi
sembrava, avviata ad avere uno sbocco positivo.
Qualche mese fa, Alfano dichiarò,
grosso modo, che lo Stato aveva gli stessi diritti e gli stessi doveri dei
cittadini, perciò doveva darsi da fare per onorare i debiti.
Per un normale cittadino, Alfano aveva
scoperto l’acqua calda: è ovvio che ciascuno deve onorare i debiti, e a maggior
ragione lo Stato che, in caso di inadempienza da parte di un cittadino, lo
sanziona con pene pecuniarie e, a volte, col carcere.
Invece, da parte dei padroni del
vapore, apriti cielo! Il capo del governo, Monti, disse che Alfano parlava da
irresponsabile, e questo la dice lunga sul rispetto di questo presunto
statista, e di tanti suoi colleghi sinceramente democratici, per gli italiani.
Un’altra vicenda che fa riflettere è
quella relativa a Ruby, la giovane al centro del processo in cui l’accusa tende
a sostenere che Berlusconi è un magnaccia.
Se ne parla oggi solo perché Ruby ha
letto una dichiarazione pubblica di fronte ai mass media, ma le cose che ha
detto in gran parte si sapevano già.
In particolare ella sostiene che è
inammissibile che una persona sia la parte lesa in un processo nel quale non
viene nemmeno sentito il suo parere sui fatti che costituiscono l’impalcatura
del processo stesso.
In sostanza gli istruttori del
processo le dicono che lei ha subito delle offese e, se per caso non se ne è
accorta o non le ha percepite come tali, è lo stesso: ci pensano loro a
stabilire chi è la vittima e chi è il carnefice senza bisogno di sentire cosa
ne pensa la vittima.
Ciò genera il dubbio che l’impalcatura
del procedimento in atto possa cadere ascoltando non un testimone qualunque, ma
la parte lesa, in nome della quale quell’impalcatura è stata costruita.
E allora non la si ascolta perché
questa impalcatura deve restare in piedi.
Riflettendo sui casi citati c’è da
chiedersi se noi italiani si viva davvero in uno stato di diritto nel quale,
per l’appunto, il rispetto dei diritti del cittadino deve sempre e comunque
ispirare il comportamento della pubblica amministrazione.
Quelli citati sono solo due aspetti,
sufficienti però a insinuare nel normale cittadino il dubbio che, più che nella
“Culla del Diritto”, in Italia si viva nella “Culla del Rovescio”.
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