sabato 25 ottobre 2014

Cent'anni di bevute

E' in vendita il libro "Cent'anni di bevute", che ho scritto dopo una lunga ricerca fatta sulle antiche Osterie di Spilamberto.
Mi sarebbe dispiaciuto che il materiale raccolto finisse in un cassetto, e così ho pensato di farne un libro.
In questo post potete vedere la copertina, preceduta dalla nota dell'autore che si trova all'inizio del libro.

Nota dell’autore
Il passato costituisce un mondo affascinante perché contiene in sé tutto ciò che è avvenuto, ma non te lo presenta allo stato grezzo, cioè comprensivo delle passioni, delle pulsioni, delle sofferenze, delle gioie e, in genere, di tutto ciò che pervade la quotidianità.
Le passioni sbiadiscono, si decantano e ti trovi davanti ciò che è avvenuto depurato di tutto ciò, vale a dire nella sua essenzialità.
E’ come guardare le cose avvenute attraverso un filtro magico, che sparge una patina di calma, di moderazione e di definitività su tutto ciò che si guarda: ciò che è stato è stato, e nessuno potrà più cambiarlo.
Lungi da me l’idea di essere uno storico, però la curiosità per il nostro piccolo passato mi ha fatto appassionare ad un mondo, quello delle Osterie di Spilamberto, pressocchè sconosciuto, se non fosse che mio nonno ha esercitato l’attività di oste per tutta la vita.
Tutti pensavano che questo nonno, Vittorio Barozzi, avesse fondato la Locanda della Posta verso la fine dell’Ottocento, ed è stata la scoperta che in realtà l’attività fu iniziata nel 1869 dal di lui padre, Massimiliano, che mi ha convinto ad approfondire la storia delle Osterie per un secolo partendo dalla vigilia dell’Unità d’Italia fino al 1957.
Ho così trovato, negli elenchi dei gestori, i miei bisnonni paterni Massimiliano e Beatrice, mio nonno paterno Vittorio, mio nonno materno Raimondo Vandelli, le mie zie paterne Fernanda e Bice e, infine, mia madre Lucia.
Mi sono fermato al 1957 perché siamo allo startiacque fra il vecchio e il nuovo mondo. 
Tre anni prima, nel gennaio del 1954, vi è l’avvento della televisione: poche famiglie ne dispongono, ma nel giro di qualche anno il televisore entrerà in tutte le case e cambierà le abitudini della gente.
Siamo inoltre alla vigilia del cosiddetto “boom economico”, che si potrebbe definire il contrario di quanto avviene ai giorni nostri: molti intraprendono nuove attività, le autorità non ostacolano troppo le nuove iniziative, i posti di lavoro si moltiplicano a ritmi frenetici, le topolino in circolazione aumentano, appaiono le 600 e le 500, che un sempre maggior numero di famiglie si potrà permettere, le vacanze non sono più un sogno come in passato. 
Insomma, siamo alle soglie di un mondo nuovo, e fermo la mia trattazione al 1957 perchè le osterie, nel nuovo mondo, non entreranno.
Formalmente continueranno ad esistere, o almeno le insegne si vedranno ancora, magari con una H all’inizio o precedute dall’aggettivo “Antica” non sempre veritiero, ma saranno esercizi completamente diversi dalle osterie storiche.
Tuttavia la rassegna del presente libro, come risulta dal titolo, riguarda non solo le osterie, ma tutti gli esercizi che somministrano bevande, alcooliche e non, e cibi.
Una loro qualificazione è contenuta in un prospetto che il Comune di Spilamberto redige il 14 marzo 1924, riprodotto a pag. 114, dal quale risultano le seguenti tipologie di esercizi:
Alberghi e Locande - Ristoranti e Trattorie - Caffè e Bars - Bottiglierie e Fiaschetterie - Osterie e Bettole".
Di tutti questi esercizi sono scomparse solo le “Osterie e Bettole”, mentre per gli altri il passaggio al “nuovo mondo” ha provocato cambiamenti tali da non alterarne, sostanzialmente, la funzione sociale.
Per quanto riguarda i bar, oggi molti fanno piccola ristorazione, qualcuno si è evoluto in modo tale da trovarsi a metà strada fra bar e pub, ma quelli che restano un punto di riferimento perchè vi si può giocare a carte o al biliardo o, semplicemente, chiacchierare, questo storico tipo di bar resiste ancora, soprattutto nella provincia, e svolge, anche se solo in parte, la funzione propria delle "Osterie e Bettole" di un tempo.

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Poiché la trattazione è piuttosto monotona, e rischiava di diventare solo una serie di elenchi e di documenti, ho pensato di prendere come filo conduttore la storia, molto sintetizzata, degli Osti della mia famiglia, una storia che inizia nel 1869 e termina nel 1954, ed ho inserito numerose annotazioni di carattere storico, nonchè frequenti commenti e considerazioni di carattere socio-culturale.
Con questi accorgimenti, spero di avere reso il libro piacevole da sfogliare. 
Ringrazio Criseide Sassatelli, sempre disponibile a dare preziosi suggerimenti e non solo.
Ringrazio l’Amministrazione Comunale che, attraverso la gentilezza dei suoi funzionari, mi ha consentito di consultare, ed acquisire, i documenti necessari.
Mi scuso, infine, con i lettori se la qualità delle riproduzioni di foto e di documenti lascia, talvolta, a desiderare.




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