mercoledì 27 febbraio 2013

CODICE DELLA VITA ITALIANA


La cultura italiana del ‘900 ha potuto contare su un grande intellettuale: Giuseppe Prezzolini.
Nel 1908, a soli 26 anni, fondò “La Voce”, una delle riviste di cultura e politica più importanti del ‘900.
Carattere ribelle, lasciò il Liceo a 17 anni, per diventare un intellettuale scomodo e anticonformista.
Visse a New York dal 1927, salvo rientrare ogni anno in Italia fino al 1938, insegnando alla Casa Italiana della Cultura alla Columbia University di New York.
Nel 1940 divenne cittadino americano.
Tornò in Italia nel 1962 e visse a Vietri sul Mare fino al 1968, anno in cui si stabilì definitivamente a Lugano dove morì nel 1982, a cento anni.
Collaborò fino all’ultimo con il quotidiano “Il Resto del Carlino”, al quale fu sempre riconoscente per avergli consentito, pubblicando i suoi articoli, di sbarcare il lunario.
Nel 1975 rifiutò di collaborare con il neonato quotidiano “Il Giornale nuovo” diretto da Montanelli proprio per non infrangere la sua gratitudine al “Resto del Carlino”.
Dell’anticonformismo di Prezzolini resta, fra le tante opere che diede alle stampe in un secolo di vita, un minuscolo libriccino, stampato nel 1921 e intitolato “Codice della vita italiana”, che riassume i difetti degli italiani in 62 articoli.
E’ un’analisi sorprendente per la sua freschezza: a parte alcuni accenni alla Monarchia, potrebbe essere stata scritta pochi mesi fa. 

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