A
Spilamberto è recentemente stato soppresso l’uso della tessera magnetica per il
deposito dei rifiuti, uso che era stato poco apprezzato dai cittadini i quali,
comunque, lo avevano accettato.
Quello
che li irritò fu l’introduzione delle cosiddette “calotte intelligenti”.
Anch’io
mi feci interprete di questa irritazione pubblicando su questo blog, il 5
luglio 2013, un post intitolato “Calotte intelligenti a Spilamberto”
che ebbe una certa risonanza, tanto da essere ripreso quasi interamente dalla
Gazzetta di Modena di domenica 21 luglio 2013, con un articolo che citava anche
il mio nome regalandomi la qualifica di “ex
consigliere comunale”, qualifica non veritiera.
L’amministrazione
di allora, resasi conto delle ragioni che provocavano tanti malumori, eliminò
le “calotte intelligenti” lasciando in uso la tessera magnetica.
Arriviamo
così ai giorni nostri.
Poiché
il sindaco attuale, quando era consigliere comunale di maggioranza, aveva
dichiarato pubblicamente di ritenere necessaria l’eliminazione della tessera
magnetica, ha dovuto provvedervi recentemente, dopo quasi un anno e mezzo dal
suo insediamento.
Ora,
dopo la tardiva eliminazione della tessera magnetica, stiamo assistendo all’installazione
di una specie di calotte, che in realtà si chiamano bocche, non più intelligenti bensì tarate.
Non
si tratta pertanto di quelle che vennero accantonate, a furor di popolo, dalla
precedente amministrazione, ma la “filosofia” che le ha create è la stessa: se
i sacchetti del pattume sono più piccoli, la quantità di rifiuti
indifferenziati diminuirà.
E’
una “filosofia” che non regge, perché il numero totale di sacchetti non è
predeterminato né fisso: va da sé che, se il pattume non sta in due sacchetti,
starà in tre sacchetti più piccoli.
In
questo modo non solo non diminuirà il pattume, ma aumenterà il numero di
sacchetti di plastica da smaltire.
Non
si capisce pertanto perché l’attuale amministrazione sia tornata su una strada
che si era già rivelata impraticabile.
Prendiamo
atto che il sistema delle “bocche tarate”
è abbastanza elastico, ma occorre dire che, se le precedenti calotte non avessero
richiesto l’uso della tessera, la differenza sarebbe minima: in entrambi i casi
si tratta di metodi che tendono a complicare, e non a facilitare, il deposito
del pattume da parte dei cittadini e, soprattutto, dei negozianti.
Nei
prossimi mesi, dopo averle sperimentate, potremo rispondere all’angosciante quesito:
erano peggiori le calotte intelligenti
o sono peggiori le bocche tarate?