venerdì 12 settembre 2014

l'archivio di spilamberto 8


Martedì 9 settembre 2014 si è tenuta una riunione sul tema del trasferimento del nostro Archivio Storico a Vignola.
A parte il fatto che il sindaco aveva già dichiarato che l’Archivio sarà trasferito a Vignola, non si capiva bene cos’era quella riunione, perché il sindaco aveva parlato di assemblea pubblica, mentre in una lettera inviata ai frequentatori dell’Archivio si parlava di Commissione consiliare come, in effetti, è stata.
Il rispetto per i cittadini è così mancato due volte: essi sono stati informati dopo avere appreso la notizia da un giornale, e per di più in una commissione nella quale potevano solo assistere e non intervenire.
Comunque la serata è iniziata con il Soprintendente ai Beni Culturali il quale, con una perorazione accorata di un fantomatico “polo culturale” si è espresso chiaramente chiudendo con una larvata minaccia: nel 2006 ha tollerato l’inadeguatezza dell’attuale archivio, ma non è detto che debba tollerarla ancora.
Poi ha parlato Pesci, vicepresidente della Fondazione, che ha difeso l’operazione ammantandola di un filantropico senso di socialità, ed ha spiegato tutti i passaggi tranne uno, il più semplice: perché la Fondazione ha speso 1,6 milioni di euro per comprare un capannone dalla banca di riferimento?
Dopo Pesci ha parlato il titolare dell’impresa che gestirà l’archivio collettivo in cambio di uno spazio riservatole per depositarvi altro materiale d’archivio, e ha detto che l’impresa che dirige è all’altezza del ruolo richiesto e ha pure vantato l’invenzione di una macchina per spolverare i libri.
Del resto è ovvio: se un’impresa viene richiesta di svolgere il proprio lavoro, cercherà di farlo meglio che può.
Poi è stata concessa la parola a Cesare Cevolani in rappresentanza del gruppetto di persone che tentano di opporsi allo spostamento dell’Archivio. E’ stato un ottimo intervento, che ha evidenziato la totale mancanza di volontà dell’amministrazione di cercare soluzioni alternative, nonché i dubbi riguardo la valenza culturale dell’operazione.
Infine sono intervenute due consigliere, facenti parte della Commissione cultura, piuttosto critiche.
Una ha sottolineato come il sindaco, convocando il gruppo di appassionati dell’Archivio in due precedenti incontri “per approfondire il tema della collocazione dell’Archivio”, in realtà avesse già deciso, e si è sentita presa in giro.
L’altra ha detto di avere appreso dai giornali della decisione del sindaco di spostare l’Archivio e chiedeva al sindaco, in chiaro imbarazzo, cosa fosse venuta a fare se non a ratificare decisioni prese altrove non potendo nemmeno valutare due alternative che le dessero modo di contribuire alla decisione.
In tutta la serata, da parte dei fautori dell’Archivio a Vignola, ho sentito solo una dichiarazione realistica, quando Pesci ha detto che se anche l’operazione da lui sostenuta va in porto, ma viene a meno l’interesse per l’Archivio di Spilamberto da parte di coloro che lo frequentano, è destinata alla sconfitta.
Infine, ricordo che uno degli slogan del sindaco, nella campagna elettorale, era “ è tempo di osare”.
Ora, a me sembra che adeguarsi a una decisione precotta, imposta da volontà e interessi estranei alla Comunità di Spilamberto, e per di più decisa prima dell’insediamento del sindaco attuale, possa far pensare a tutto tranne che a qualcuno che osa.

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