mercoledì 30 gennaio 2013

La più bella del mondo



Quelli della mia generazione ricordano una canzone stupenda, cantata da Don Marino Barreto Jr, un cantante mulatto dalla voce dolcissima. 
Era contenuta in un disco Long Playing, novità assoluta per quei tempi, che viaggiava a 33 giri al minuto potendo così contenere molti pezzi.

Il titolo della canzone era “La più bella del mondo” e il ritornello iniziava così: “tu sei per me la più bella del mondo e un amore profondo mi lega a te”.

Quando ho sentito la pubblicità televisiva di una trasmissione dallo stesso titolo, ho ripreso a canticchiare la citata canzone, dopo un’interruzione di 50 anni.
Poi ho capito che si trattava di una trasmissione dedicata alla nostra Costituzione che veniva considerata, per l’appunto, la più bella del mondo.
Non ho visto la trasmissione, ma il titolo dice tutto, e vorrei fare alcune considerazioni.
La nostra Costituzione è stata varata nel 1947, all’indomani di una guerra perduta malamente, tragico epilogo di vent’anni di dittatura.

I drammatici eventi erano ancora recenti, e i costituenti misero in atto tutte le misure che potessero scongiurare il ripetersi di un regime autoritario.

L’obiettivo venne raggiunto, ma al prezzo di rendere il paese ingovernabile a causa di istituti che complicano il funzionamento della macchina statale come, a titolo di esempio, il bicameralismo perfetto.
Si tratta di un istituto che prevede che una legge, per essere valida, debba essere approvata nella stesura identica dalle due Camere: se una vi apporta una modifica, la legge deve ritornare all’altra camera la quale, se vuole aggiungere un comma, dovrà rimandarla alla precedente Camera. 
Vi sono stati disegni di legge che, palleggiati da un ramo all’altro del Parlamento per una dozzina di volte, somigliavano più a palline da ping pong che a testi legislativi.
Proprio per tentare di limitare queste lungaggini, vi è un ricorso eccessivo ai decreti legge che, lo dice proprio la Costituzione, dovrebbero essere utilizzati solo in rari casi di urgenza.
Per non parlare del numero dei parlamentari: in Italia sono 945 per 60 milioni di abitanti, mentre negli U.S.A sono 535 per 300 milioni di abitanti.
E, come non bastasse, ogni Presidente della Repubblica “può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.
In virtù di questa facoltà del presidente di turno, attualmente i parlamentari sono 952, e l’ultimo ad essere stato insignito del laticlavio è il professore Monti, anche se ci sfugge in che modo abbia illustrato la Patria per altissimi meriti.
E che dire dell’attuale ordinamento giudiziario, nel quale i magistrati inquirenti e quelli giudicanti lavorano nelle stesse sedi, cenano spesso insieme e si scambiano messaggi sui procedimenti in corso?
Cosa ne è del principio della terzietà del giudice giudicante?
Non parliamo poi del fatto che, in barba al volere dell’80,2% degli italiani espresso attraverso un referendum del 1987, i giudici non devono mai rispondere in sede civile per errori commessi con dolo o colpa grave.

Questi ed altri aspetti rendono la nostra costituzione non più al passo coi tempi, tanto che una sua revisione è auspicata, almeno a parole, da quasi tutte le forze politiche.

E allora che senso ha una trasmissione, sulla TV di Stato, nella quale un comico superpagato ci spiega come siamo fortunati ad avere una Costituzione ormai obsoleta?

Pagare il canone alla RAI, che spende milioni di euro in questo modo, diventa una pratica sempre più indigesta.




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