Pochi mesi fa ho parlato dei grandi problemi che assillano l’Occidente.
Problemi
economici derivanti anche dal fatto che Stati emergenti, rimasti in apnea per
più di mezzo secolo sotto il giogo del comunismo, hanno scoperto il mercato e
sono in grado di produrre gli stessi prodotti a prezzi molto inferiori rispetto
all’Occidente, perché la loro arretratezza gli consente di avere mano d’opera a
minor costo, mentre le tutele sindacali per chi lavora non esistono, o sono
molto approssimative rispetto ai vincoli delle imprese occidentali.
Problemi
etici, derivanti dalla crisi di valori causata dal benessere e dal
relativismo che sta prendendo quota.
Problemi derivanti dall’offensiva del mondo islamico nei riguardi
dell’Occidente, fenomeno molto preoccupante, per non dire angosciante, che può
contare anche su moltissimi cittadini occidentali che odiano il loro mondo di
provenienza e sono pronti anche a uccidere i loro fratelli in nome di Allah.
A proposito
di terrorismo islamico vi è una notizia, riguardante Magdi Allam, che è stata
resa pubblica nell’agosto scorso ma ha avuto scarsa eco, e merita di essere
ricordata.
I lettori
conoscono Allam, un giornalista di notevole levatura, molto esperto nelle
problematiche legate all’Islam, che è il mondo dal quale proviene.
Di origini
egiziane, è da moltissimi anni in Italia dove ha anche ricoperto, qualche anno
fa, la carica di vicedirettore del Corriere della sera prima di essere eletto
al parlamento europeo.
Mi ha sempre
sorpreso il fatto che le analisi più puntuali, più lucide, nonché la più
strenua difesa delle radici occidentali, venissero da un giornalista egiziano,
e ho sempre sottolineato questo aspetto anche pubblicando alcuni suoi articoli
su questo blog.
Non a caso Allam
è nel mirino dei terroristi, e deve essere costantemente protetto da una
scorta.
Ebbene,
cos’è successo ad Allam?
E’ successo che l’Ordine dei giornalisti lo ha messo sotto accusa per avere scritto alcuni articoli, pubblicati nel 2011 dal quotidiano “Il giornale” e caratterizzati, secondo il citato “Ordine”, da “islamofobia”.
La denuncia, presentata da un’associazione italiana, era stata respinta dall’Ordine del Lazio che non ravvisava irregolarità, poi il ricorso dell’associazione, esaminato dalla direzione nazionale dell’Ordine, era stato accolto.
Così Allam dovrà difendersi per avere osato criticare il terrorismo islamico. Per questo “ordine”, in questo momento di quotidiane barbarie il problema è l’islamofobia di Magdi Allam.
Ma cos’è
questo Ordine dei giornalisti?
E’ un
organismo al quale è obbligatorio iscriversi per essere giornalisti, e al quale
si deve rendere conto, come nel caso di Allam, di eventuali errori che abbiano
provocato ingiusti danni a qualcuno o che, secondo l’Ordine, non rispettino la
deontologia del buon giornalista.
Sembra
pertanto che si tratti di un organismo di difesa della verità, ma la sua
finalità, quando fu costituito, era opposta.
Infatti lo Stato
fascista voleva controllare i giornalisti e, nel 1925, creò questo ordine per
controllarli meglio impedendogli anche, eventualmente, di dire verità che
potessero danneggiare il regime.
Non a caso,
nei paesi di consolidata democrazia non vi è nessun ordine, e vale il principio
della responsabilità personale: ognuno risponde di ciò che fa e di ciò che
scrive.
Il lettore
si chiederà perché, dal momento che il fascismo è tanto criticato e che ci sono
addirittura partiti che sull’antifascismo hanno politicamente campato, non è
stato soppresso.
E’ una
domanda che tutti ci poniamo.
Forse chi
comandava pensava che, tutto sommato, non era male dare una controllatina ai
pennivendoli o forse, più prosaicamente, non aveva cuore di mettere sul
lastrico alcune migliaia di addetti che con questo ordine ci campavano, perché
si sa che la parola d’ordine degli italiani, per dirla con Leo Longanesi, è
“TENGO FAMIGLIA”.
Anche un
referendum del 1997, promosso dai radicali per la soppressione dell’ordine, fu
bocciato solo per il mancato raggiungimento del quorum.
Vedremo come
andrà a finire questa vicenda che le vestali del politicamente corretto, con in
testa Repubblica e Corriere della sera, hanno praticamente ignorato.
L’impressione
dell’uomo della strada è che, con tutti i problemi veri che abbiamo davanti, ciò
che scrive Magdi Allam in difesa delle nostre radici non solo non andrebbe
punito, ma andrebbe premiato.